Deceduto l’allevatore lombardo al centro di più inchieste della Procura di Aosta

Deceduto l’allevatore lombardo al centro di più inchieste della Procura di Aosta
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È mancato a causa di un infarto all’età di 53 anni mentre era ricoverato all’ospedale di Manerbio Ettore Capelloni. Il decesso è avvenuto martedì 4 ottobre e i funerali sono stati celebrati giovedì 6 a Gottolengo, in provincia di Brescia. Martedì 8 novembre era in calendario l’udienza davanti al Giudice monocratico del Tribunale di Aosta di uno dei procedimenti rimasti a carico dell’uomo, reato che ora risulta estinto a seguito del decesso dell’imputato. L’uomo era balzato agli onori delle cronache per il suo coinvolgimento in un annosa questione giudiziaria. Ettore Capelloni era stato accusato di aver percepito illecitamente dalla Regione Lombardia decine di migliaia di euro di contributi europei della Politica agricola comunitaria (Pac) per portare al pascolo bestiame in alcuni terreni di Etroubles. Qui in realtà, a seconda dei casi, gli animali non venivano condotti, oppure occupavano solo una parte delle zone di alpeggio per le quali l'imprenditore aveva chiesto i fondi. L’indagine “Pascoli d’oro” - così l’avevano battezzata gli inquirenti - era iniziata nel 2013 in seguito a una segnalazione del servizio veterinario valdostano dopo il ritrovamento di carcasse di pecore in alcuni alpeggi della nostra regione affittati ad aziende attribuite a Ettore Capelloni. Le indagini a suo carico, svolte dal Corpo forestale della Valle d’Aosta anche con l’utilizzo di droni, sono durate un anno, a partire dalla fine del 2018. Le testimonianze di alcuni allevatori valdostani e le fotografie fornite agli inquirenti dimostrerebbero le presunte assenze dell’allevatore bresciano, o dei suoi dipendenti, nelle zone di pascolo, l’abbandono degli animali e, in alcuni casi l’assenza totale degli animali che nel vallone del Menouve non sarebbero mai stati portati a pascolare, come invece pare che fosse stato dichiarato per ottenere i contributi europei.

Ettore Capelloni è stato coinvolto però anche in un altro filone di inchiesta che si è chiuso lo scorso anno con una multa. Poco più di 19mila euro è stata la pena comminata dal Gip del Tribunale di Aosta Davide Paladino all’allevatore, ritenuto colpevole di aver abbandonato e maltrattato un centinaio di asini e pony ritrovanti vaganti dal Corpo forestale nella Coumba Freida all’inizio dell’ottobre 2020, nonché di aver violato la normativa ambientale lasciando sul suolo del pascolo le carcasse di 4 equini morti.

Gli animali abbandonati erano stati posti sotto sequestro e affidati ad alcune associazioni di protezione animali che se ne erano prese cura durante tutta la vicenda giudiziaria.

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