Daniele Gorret ha scritto due nuovi libri: “Dalla vita” e “Raccolta degli elogi”

Daniele Gorret ha scritto due nuovi libri: “Dalla vita” e “Raccolta degli elogi”
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Lo scrittore Daniele Gorret di Châtillon, le cui opere sono pubblicate dalle migliori case editrici e che vanta recensioni sulle principali testate giornalistiche italiane, torna in libreria con 2 nuove pubblicazioni: “Dalla vita” (Lietocolle, 109 pagine - 12 euro) e “Raccolta degli elogi” (L’arcolaio, 115 pagine - 15 pagine).

Quali temi sono trattati nei 2 libri e perché? «Più che di “temi” i 2 libri in qualche modo, fra loro, “gemelli”, - risponde Daniele Gorret - ruotano attorno alle mie ossessioni di sempre. “Raccolta degli elogi” contiene una serie di ritratti - di personaggi umani, ma anche di animali, di oggetti, di paesaggi - ai quali mi sento debitore: sono presenze forti, “belle” - nel senso più alto e meno banale del termine - che mi hanno accompagnato in qualche tratto della vita. Evocarli è rendere loro omaggio e tentare, attraverso la rievocazione, un’ulteriore frequentazione, possibile anche dopo la loro morte. “Dalla vita” - il titolo non potrebbe essere più esplicito - porta in Poesia accadimenti, pensieri, abitudini di una vita che volge al suo termine. Il “personaggio” che li ha vissuti è, evidentemente, in qualche misura, una controfigura dell’autore stesso». Ma quali sono le sue fonti di ispirazione? «Le “fonti” sono le mie abituali: - afferma Daniele Gorret - l’esistenza mia e degli esseri che ho conosciuto, frequentato, amato di contro alla stupidità e alla malvagità umane che non hanno cessato di stupirmi per la loro insensatezza e la loro potenza». Quanti libri ha pubblicato finora? «I libri usciti sono una quarantina, - calcola Daniele Gorret - mettendo insieme testi in versi e in prosa, narrativa e saggistica, testi di pochissime o di centinaia di pagine». Quali sono i lettori a cui si rivolge? «I lettori potenziali, ahimè, non li decide l’autore. - evidenzia Daniele Gorret - L’autore può gettare il seme, chi lo raccoglierà non è l’autore a predeterminarlo. Non credo e non amo gli scrittori che si rivolgono pregiudizialmente ad una categoria di lettori. I “mi rivolgo ai giovani” oppure “ho scritto questo libro per gli studenti” o “questa mia opera è diretta alle donne, o ai maschi…” sono frasi da evitarsi: per un fatto di intelligenza, di buongusto, di amore per la letteratura. Chi le pronuncia dà tanto l’impressione di essere telecomandato dall’editore o dal proprio agente letterario. I libri sono sempre “per tutti coloro che sanno e amano leggere”: da Omero in poi».

Sta scrivendo un nuovo libro? «Sì, e spero di portarlo a termine. - annuncia Daniele Gorret - Il libro dovrebbe intitolarsi “Della nostalgia”, vi ragiono, in versi, sulla natura e sulla potenza di questa facoltà umana, tanto mal usata, così poco frequentata, tanto disprezzata ai nostri tempi: “Poverino, vive di nostalgia” è quasi un insulto» . Quanto tempo dedica quotidianamente alla scrittura? «Scrivo tutti i giorni. - riferisce Daniele Gorret - Poco, magari, o anche pochissimo ma tutti i giorni in cui mi è concesso alzarmi vivo dal letto e tentare di farlo. I grandi del passato, quelli a cui non siamo degni di confrontarci, hanno fatto così e hanno predicato così: “Non passi giorno senza aver scritto una riga” diceva uno di loro e “L’esercizio è tutto” diceva un altro”».. E perciò, quali sono gli autori a cui si ispira? «2 li ho appena citati senza farne il nome, al lettore il gusto di indovinarli, come nei quiz delle tivù. - dice con un sorriso Daniele Gorret - Altri nomi di grandissimi: Lucrezio, Virgilio, Dante, Whitman, Pound, Rimbaud, Dostoevskij, Kafka, Rilke, Céline, Artaud, e, tra i più vicini a noi nel tempo e nello spazio: Gozzano, Rebora, Gadda, Ottieri, Celati… All’estremo opposto, se può interessare, colloco i bestselleristi contemporanei».

La copertina de “L

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