«Dall’incontro con il Santo Padre mi porto via una visione pacata e serena della vita della Chiesa»
Come è tradizione, anche per la chiesa valdostana si è celebrato il pellegrinaggio episcopale sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo. E’ quindi durata una settimana - da domenica 21 a sabato 27 gennaio - la “visita Ad Limina Apostolorum” dei vescovi della Regione Ecclesiastica Piemonte, di cui è presidente il vescovo di Aosta Franco Lovignana, che ha voluto rendere compartecipe tutta la comunità. Invece dei soliti 5 anni, però, questa volta ne sono passati 10 dall’ultimo viaggio.
«Semplicemente in questi anni il ritmo delle Visite, organizzate dalla Santa Sede, si è rallentato. - spiega il Vescovo - In realtà, poi, per l’Italia ci sono molte altre occasioni di incontro, soprattutto con il Santo Padre».
Nel corso della settimana, gli appuntamenti hanno portato i 16 vescovi in molti luoghi significativi di Roma. «La visita è durata una settimana - racconta monsignor Franco Lovignana - ed è stata un’esperienza positiva che ha unito alle celebrazioni liturgiche nelle quattro principali basiliche gli incontri di lavoro e di comunione con il Santo Padre, con undici Dicasteri e con la Segreteria di Stato. È un’occasione di conferma nella fede sulle tombe degli Apostoli, di dialogo e di confronto sui principali temi pastorali, sociali e culturali delle nostre Chiese locali e della Chiesa universale, nel contesto del mondo occidentale connotato da forte indifferenza e spesso anche da rifiuto della prospettiva cristiana della vita, della famiglia, della società. Ci si chiede come evangelizzare in questo contesto. E la risposta sembra essere quella di curare maggiormente la formazione dei fedeli, i veri missionari nella quotidianità».
A metà settimana, giovedì 25 gennaio, proprio il giorno della festa della Conversione di San Paolo, si è svolto l’incontro dei vescovi con Papa Francesco.
«Si è trattato di un incontro molto fraterno, - continua monsignor Franco Lovignana - durante il quale abbiamo potuto rappresentare al Santo Padre la situazione delle nostre Chiese locali, nelle quali registriamo una certa “stanchezza” delle comunità parrocchiali e religiose e la fatica pastorale e organizzativa derivante dalla riduzione numerica non soltanto del clero ma anche e soprattutto dei fedeli, ma anche segnali di vitalità e di speranza, come la presenza - ridotta ma vivace - dei giovani come dimostrato anche dall’ampia partecipazione alla GMG di Lisbona l’estate scorsa; il fermento legato all’assunzione di responsabilità da parte dei laici attraverso una più diffusa ministerialità ecclesiale che si va progettando e costruendo; il dinamismo nell’evangelizzazione e nella formazione di alcune aggregazioni laicali; la ripresa di alcune comunità religiose; una presenza significativa del volontariato di ispirazione cristiana sia nelle realtà legate alla Chiesa sia in quelle laiche».
L’incontro con il Papa è anche l’occasione per cercare confronto e conforto dal «successore di Pietro».
«Abbiamo ovviamente segnalato il problema vocazionale e quello della trasmissione della fede alle nuove generazioni. - sottolinea il Vescovo di Aosta - Abbiamo anche rimarcato le fatiche che vive la società civile: la denatalità e lo spopolamento di tanta parte del nostro territorio, specialmente nelle zone di montagna; la crisi del settore produttivo, industriale in particolare; la situazione di quanti non hanno lavoro e di quanti vivono ai margini della società; la crisi di partecipazione; un certo disorientamento del mondo giovanile».
«Dall’incontro con il Santo Padre mi porto via una visione pacata e serena della vita della Chiesa - conclude - frutto della fede in Dio, una parola di incoraggiamento e l’invito a ricordarci che i primi compiti di un pastore sono la preghiera e l’annuncio della Parola di Dio, come insegnato negli Atti degli Apostoli».