Dal castello dei Signori di Pont-Saint-Martin sono emersi anche resti di epoca preromana
Sono durati 120 giorni - da lunedì 20 giugno e a venerdì 21 ottobre - i lavori di riqualificazione del castello dei Signori di Pont- Saint-Martin, realizzati grazie alla decisione del Comune di destinare dei fondi municipali, per 105.214 euro, alla valorizzazione del bene culturale, memoria storica della comunità di età medievale, anche al fine di renderlo fruibile turisticamente. Il castello sorge in una posizione strategica, che domina il centro abitato di Pont e l’accesso alla Valle del Lys.
Adesso è in fase progettuale il secondo lotto dei lavori, che - come conferma il sindaco Marco Sucquet - prevede tra l’altro «La messa in sicurezza dei muri con sistemi di ancoraggio per favorire la fruibilità turistica del sito. Con l’auspicio di poter essere sostenuti dalla Regione o da fondi europei».
Le fasi di lavorazione hanno seguito 3 filoni: la pulizia dalla vegetazione, l’indagine archeologica e il restauro di alcune superfici, consolidate con la malta e con il ripristino della muratura a secco. L’architetto progettista, nonché direttore dei lavori, è Enrica Quattrocchio, con responsabile scientifico Gabriele Sartorio, archeologoco della Soprintendenza regionale ai Beni culturali e responsabile del cantiere l’archeologo Stefano Di Silvestre, mentre l’impresa esecutrice degli interventi è la Akhet.
Il sito inizialmente si presentava completamente invaso dalla vegetazione, con arbusti, rovi e alcuni alberi che non lasciavano spazio alla visita come anche alla comprensione delle strutture all’interno della bassa corte del castello. Erano, inoltre, presenti edere secolari arrampicate su tutte le murature verticali nascondendole alla vista. Riportarle alla luce ha permesso di studiarle archeologicamente per comprenderne le differenti fasi di costruzione. L’indagine aveva l’obiettivo di fare riemergere il piano di calpestio originale del castello e di effettuare dei sondaggi in punti strategici per verificare la presenza di reperti precedenti l’età medievale.
«Quando un archeologo entra in un luogo così è come se leggesse un libro dall’ultima pagina, la strappasse e la buttasse via. - ha commentato Gabriele Sartorio - Registrare male quello che si vede in stratigrafia significa perderlo per sempre». Le operazioni di scavo hanno verificato la presenza di un corposo interro di tutta la bassa corte, che nella parte nord arrivava fino a 1 metro di spessore, composto da un notevole numero di pietre crollate nel corso del tempo dalle murature. L’asportazione di tutto questo materiale (100 metri cubi totali) ha permesso di riscoprire alcuni ambienti e le murature che erano stati sommersi dal tempo, nonché dei resti pavimentali dell’ultima fase di vita del castello, realizzati in lose di pietra sistemate per regolarizzare la superficie. E’ stato pure possibile verificare le modalità costruttive originali di un edificio realizzato sul basamento roccioso sottostante, in cui ogni muro segue la pendenza del versante. Il lavoro degli archeologi ha inoltre riportato alla luce dei frammenti ceramici ancora in corso di studio, ma che a una prima analisi sono da attribuire ad una cronologia preromana, alla prima o seconda età del ferro, che indicherebbe la presenza di un insediamento antropico in un’epoca precedente a quella della costruzione del ponte romano di Pont- Saint-Martin.
Una volta ultimate le operazioni di indagine archeologica, che hanno previsto anche un rilievo tramite fotogrammetria effettuato con il drone e il recupero dei materiali antichi (principalmente ferro, ceramica e pietra ollare), si è proceduto con le operazioni di restauro trasportando con l’elicottero le attrezzature. Secondo la logica del minimo intervento, pur avendo presenti le norme di sicurezza necessarie per un’apertura al pubblico del sito, sono state consolidate le creste di tutte le murature più elevate, partendo da quelle dell’avancorpo a sinistra dell’ingresso e procedendo su gran parte della cinta muraria. In un secondo tempo, è stato compiuto il restauro delle murature emerse in seguito allo scavo archeologico e il ripristino dei piani pavimentali e della scalinata di accesso al castello, anch’essa in condizioni di forte degrado strutturale.
Le opere si sono tutte svolte manualmente e data la disponibilità di materiale lapideo sul posto, molte lavorazioni sono state eseguite a secco.
L’unico ambiente del castello di Pont-Saint-Martin che conserva la copertura è la cisterna, svuotata da più di un metro di deposito terroso e pietroso e in seguito oggetto di un intervento più approfondito, sia esternamente, dove è stato ricostituito un pezzo di muratura ed è stata consolidata l’intera volta, sia internamente, con la completa pulizia dell’intradosso della volta e delle pareti, restaurando le finiture in cocciopesto, che risalivano all’età medievale.