Dai primi due vitelli alla nuova stalla: l’agricoltura è una passione di famiglia per Fabrizio Squinobal
Nella località di Favad, poco distante da dove il torrente Chalamy si immette nella Dora Baltea, sorge l’azienda agricola di Fabrizio Squinobal di Issogne che, dall’11 ottobre 2020, ospita i suoi capi di bestiame in attesa della fine dei lavori della parte abitativa. Così inizia il racconto della sua storia, esempio di quei tanti allevatori valdostani che, con passione e dedizione, portano avanti questo mestiere. «Io ero autista di camion e, in famiglia, era mio nonno Secondo Dublanc ad avere le mucche. - spiega - Per lui, però, il bestiame rappresentava un lavoro, mentre io vedevo in quell’attività una passione che avrei potuto coltivare. Così, nel 1998, comprai i primi 2 vitelli e, nel 2003, l’allevamento divenne il mio lavoro a tempo pieno». Prima in affitto in una stalla di Issogne, poi di Verrès e infine l’occasione con un bando dei Fondi Europei hanno permesso a Fabrizio Squinobal di far crescere il suo progetto. «La stalla - racconta l’allevatore di Issogne - può accogliere 32 mucche da latte mentre manzi e vitelli per il loro stesso benessere fisico sono nel seminterrato in box liberi con accanto un ricovero per gli attrezzi agricoli. Accanto alla stalla, la tettoia ospita il fienile. L’unità abitativa si svilupperà su 2 piani, uno adiacente la stalla a pianterreno con locali annessi per l’attività stessa e l’altro al primo piano. Tutto questo ha implicato 5 anni e mezzo di burocrazia; i lavori sono iniziati nel 2019 e spero finirli il prima possibile! È un investimento di cui, però, sono contento».
Il grande entusiasmo, infatti, arriva anche e soprattutto dai sorrisi pieni di gioia sincera del piccolo Kilian di 3 anni oltre al supporto costante della moglie Romina Almici, bidella all’Istituto Tecnico per geometri di Aosta. «Vedere mio figlio giocare tutti i giorni tra le mucche qui in stalla, saltare sul fieno, appassionarsi ai mezzi agricoli mi fa sperare di essere capace a trasmettergli la passione per questo mondo. - prosegue Fabrizio Squinobal - Forse non nella zootecnia, bensì magari nel ramo agricolo-forestale, il suo futuro mi piace pensarlo nella natura; poi, farà come vorrà!».
Nonostante i sacrifici, la sveglia puntuale alle 4 del mattino e la cena mai prima delle 20.30, essere allevatore, per Fabrizio Squinobal, è qualcosa di più di un lavoro: «E’ un sistema di vita. Sono da solo a portare avanti tutto questo, ma non mi spaventa. Il latte, conferito al Caseificio Evançon di Arnad, mi permette una fonte redditizia certa e puntuale. Sicuramente, a preoccuparmi sono i soliti problemi che il nostro settore registra a cui, purtroppo, negli ultimi anni, si sono aggiunti la presenza dei lupi e il cambiamento climatico con questa carenza idrica di stagioni decisamente anomale». Principio cardine che Fabrizio Squinobal ha sposato è quello del benessere degli animali, ormai a cuore a tutti gli allevatori: «Ad esempio, il prefabbricato in legno e acciaio è stato studiato apposta in alcuni suoi dettagli proprio per la salute delle mucche ospitandole, come ormai da prassi comune, in un locale ampio, luminoso, asciutto e areato. Le bovine riposano su tappetini di gomma, in poste fisse con rastrelliere a fungo che permettono loro di cibarsi con tranquillità del nostro fieno. In primavera e autunno sono pascolate quotidianamente mentre, durante l’estate, vengono portate in alpeggio per conto terzi mentre io mi occupo della fienagione tenendo manzi e vitelli nei prati circostanti ritirando, soprattutto i piccolini, durante la notte per difenderli dai lupi».
La storia di Fabrizio Squinobal e delle sue pezzate rosse è, così, una delle numerose testimonianze di allevatori valdostani che, tra burocrazia e progetti, lottando talvolta nelle incertezze di momenti storici più difficili, riescono a mantenere viva l’attività che più distingue la nostra regione. È un mondo a cui si può tornare, con il necessario impiego di energie, facendo confluire nella passione per la natura le novità in campo scientifico e tecnologico che oggi possono sviluppare al meglio l’attività agro-pastorale.