Da turista a “prigioniero” della quarantena a Malta

Da turista a “prigioniero” della quarantena a Malta
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Bloccato in quarantena a Malta che doveva essere “Covid free”, benché prima di partire avesse ricevuto una prima dose di vaccino Astrazeneca - all’open day di giovedì 3 giugno scorso - e all’ingresso sull’isola si sia sottoposto a tampone risultando negativo. Non si può proprio dire che il giovane aostano Gabriele Cerrato non avesse preso tutte le precauzioni per trascorrere in sicurezza quella vacanza dopo il diploma al Liceo scientifico “Bérard”. Un destino beffardo, però, ha trasformato il soggiorno in un incubo, perché al momento di rientrare in patria un altro tampone è risultato positivo. Così a Gabriele Cerrato non è rimasto altro da fare che salutare gli 8 amici valdostani che erano con lui e che hanno preso l’aereo per tornare a casa. E una volta giunti ad Aosta si sono comunque messi in autoquarantena per precauzione. «Ero con 9 compagni della mia classe, la quinta B. - racconta amareggiato al telefono Gabriele Cerrato - Siamo partiti sabato 3 luglio con il rientro previsto per sabato 10 luglio. Abbiamo affittato un appartamento a Sliema, vicino alla capitale La Valletta. Siamo tutti vaccinati con almeno una dose e uno di noi ha ricevuto il siero monodose Johnson and Johnson. Ciò nonostante, una volta sbarcati abbiamo speso 100 euro a testa per un tampone molecolare. Insomma, eravamo certi di essere in un luogo privo del pericolo di infettarsi». I giorni trascorrono veloci e spensierati e Gabriele Cerrato con i suoi amici conosce tanti coetanei, anche loro in vacanza a Malta e provenienti da tutto il mondo. «La mascherina sarebbe obbligatoria a Malta anche all’aperto - ammette Gabriele Cerrato - ma praticamente nessuno rispetta questa disposizione e inevitabilmente ci si trova in luoghi affollati». La brutta sorpresa giunge al momento di rientrare in Italia. La comitiva si reca in un ospedale privato per un tampone rapido al costo di 35 euro l’uno. Tutti negativi, tranne Gabriele Cerrato che così deve restare sull’isola in un Covid hotel - il Marina Corinthia Beach Resort di San Giuliano - dopo aver affrontato mille difficoltà burocratiche e di comunicazione con la sanità maltese. «Peraltro devo dire che pure l’ambasciata italiana è stata poco presente. - osserva Gabriele Cerrato - E le indicazioni provenienti di sanitari locali non erano mai ufficiali e spesso contraddittorie». L’unico lato positivo è che Gabriele Cerrato, a parte un lieve raffreddore, sta bene. L’ospitalità nell’albergo, dove sono stati trasferiti anche altri 120 turisti risultati positivi, è a carico delle autorità maltesi ma Gabriele Cerrato deve pagare il cibo e il volo che ha perso non gli sarà rimborsato. Un contrattempo che gli è costato anche il lavoro stagionale che avrebbe dovuto iniziare una volta tornato ad Aosta. Ora la sua speranza è che il prossimo tampone sia negativo mentre è costretto a restare rinchiuso nella sua stanza senza vedere nessuno fino a sabato prossimo, 24 luglio. Poi, la gioia di riabbracciare finalmente papà Paolo, mamma Sonia Gabrieli e il fratello Luca di 14 anni. E di dimenticare al più presto una vacanza che si è trasformata in un periodo di prigionia.

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