Da mille a sessantamila bottiglie I trent’anni de Lo Triolet di Introd
Lo Triolet, l'azienda vitivinicola di Introd, nel 2023 ha raggiunto i 30 anni di attività. Un progetto che ha in Marco Martin il suo motore, caratterizzato dalla passione e dalla voglia di cercare novità, sempre nel solco della tradizione.
«Lo Triolet nasce da una grande passione per la coltivazione della vigna. - racconta Marco Martin - All’origine vi è l'intenzione di utilizzare alcuni vigneti lasciati dai nostri nonni. Nel 1988 abbiamo deciso di impiantare il pinot grigio, senza molta consapevolezza delle potenzialità di quel vitigno. Passione, duro lavoro e un pizzico di fortuna sono stati elementi decisivi per riuscire a produrre quello che oggi è il nostro pinot grigio, uno dei più apprezzati a livello internazionale. Il 1993 è stato il primo anno di produzione. I risultati sono stati buoni e ci hanno dato la forza e il coraggio di proseguire sulla strada intrapresa».
In quegli anni la viticoltura valdostana non era ancora particolarmente sviluppata e vi era poca consapevolezza delle potenzialità del territorio. La produzione dell'azienda è cresciuta negli anni dalle 1.000 bottiglie dei primi tempi alle 60mila di oggi.
«I nostri vigneti si trovano a una altitudine che va dai 600 ai 900 metri, in terreni spesso in forte pendenza. Lavorare in queste condizioni - spiega Marco Martin - può essere difficile, ma offre pure dei benefici. E’ vero, vi sono innegabili difficoltà nella lavorazione della vite e nella raccolta dell' uva. La meccanizzazione dei procedimenti spesso non è realizzabile, quindi si fa tutto “a mano”. Tuttavia la pendenza del terreno è ottimale per le uve: maturano meglio e di conseguenza la qualità del vino ne trae beneficio. L'altitudine poi, soprattutto per i vini bianchi, conferisce ai vini freschezza, acidità e profumi che difficilmente si trovano a quote inferiori».
Dal 1995 Lo Triolet offre pure un servizio di ospitalità, 6 appartamenti ricavati dal restauro di un antico edificio del XVII secolo. «La nostra filosofia si basa sull'offrire un’esperienza che unisce le bellezze naturali con i prodotti del territorio, in particolare i vini. La gestione è famigliare, mia moglie Paola Bionaz si occupa dell’ospitalità e io con i miei collaboratori della gestione dei vigneti e della cantina. Quando abbiamo impiantato il primo vigneto - riferisce Marco Martin - io lavoravo come tecnico presso l’Amministrazione regionale. Eravamo partiti semplicemente con l’idea di rifare i vigneti di famiglia. Nel 1993 la commercializzazione delle prime bottiglie e l’entusiasmo per l’ottimo riscontro dei primi clienti. Così abbiamo deciso per un secondo vigneto, sempre a Introd. Successivamente abbiamo deciso di ampliare i vigneti nella zona di Nus dove mio suocero Egidio Bionaz già coltivava i suoi. Attualmente produciamo 13 vini e le uve arrivano da Introd, Villeneuve, Aymavilles, Aosta, Quart e Nus. Fondamentale in questi anni è stato il sostegno di mamma Emilia Millet e papà René che mi hanno aiutato nella gestione e nella crescita del progetto. La gestione di un’azienda vitivinicola - conclude Marco Martin - è anche un gioco di squadra e quindi tutto è stato possibile grazie al sostegno in primo luogo dei miei genitori e di tutta la mia famiglia, dei collaboratori che negli anni si sono avvicendati, dei fornitori di uva e dei vendemmiatori. Per i 30 anni della cantina abbiamo prodotto un vino con le uve di Pinot Gris del mio primo vigneto di Introd con una interpretazione un po' diversa. Le uve sono state sottoposte a una macerazione prefermentativa a freddo per 72 ore con successiva pressatura e fermentazione sia alcolica che malolattica in barrique. Ne è uscito un vino molto interessante che mi ha stupito positivamente per la sua complessità e per la sua freschezza».