«Da bambino andavo sempre a Messa e ho pensato di fare il prete»
Da bambino abitavo in località Faverge di Saint-Marcel a casa di Pierino Blanc e Lorenza. Ho vissuto lì per 15 anni, spensierato e senza tutti i problemi che ho adesso, ma si sa che la vita è dura, specialmente se si deve abbandonare la propria casa. Comunque sono ancora fortunato perché ho trovato una Casa famiglia dove sto benissimo e perciò non mi posso lamentare. Dunque, voglio raccontarvi questa storia: in quegli anni ero quasi sempre insieme a Pierino e Lorenza, andavamo a Fénis dove loro avevano la casa e io li aiutavo quel che potevo nei lavori in campagn. Poi siccome alla domenica andavo a Messa, mi ricordo che allora si facevano le quarantore e venivano altri sacerdoti a predicare
Prima di entrare in chiesa, le donne dovevano indossare il velo perché altrimenti venivano allontanate dall’allora parroco don Brunier senza tanti complimenti. Io andavo sempre con Lorenza e andavo su a servire la Santa Messa.
Allora mettevamo la tonaca rossa e una casula bianca sopra, si faceva un po’ a gara a chi era più svelto ad accaparrarsi la tonaca più in buono stato perché erano tutte piuttosto usate. Allora bisticciavamo e più che dei chierichetti sembravamo dei diavoletti.
Devo dire che ero affascinato da quelle Messe con tutte le candele accese sugli altari e poi il suono dell’organo che accompagnava i canti in gregoriano e francese. Fatto sta che frequentando sempre le funzioni a un certo punto mi era venuta la vocazione di fare il prete. Allora vicino a casa mia c’era una cappellina ma dentro non c’era niente, neanche una statuina. Così un giorno ho messo una statuina della Madonna che avevo in casa.
E poi ho iniziato a giocare con i miei compagni di scuola a fare la Messa: mi mettevo una vecchia blusa della mamma che era un po’ lunga in modo che imitava quella tonaca del parroco. Quando andavo a scuola dicevo ai miei amici il giorno della Messa, che di solito era il giovedì, perché non andavamo a scuola. Erano tutti contenti, perché io in principio come ostia usavo i frollini ma poi ho preso l’abitudine di bagnarli nel Marsala, così erano tutti più contenti. E queste erano solo le fantasie di un bambino che poi ha fatto l’imbianchino.