Cva, la siccità non compromette i conti del primo semestre

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La guerra in Ucraina, la siccità, le tensioni sui mercati dell'energia. Nonostante il contesto «decisamente critico» che ha caratterizzato il primo semestre del 2022, la Cva porta a casa «risultati industriali ed economici più che soddisfacenti». È quanto si legge in una nota diffusa dal gruppo, dopo che nella mattinata di martedì scorso, 4 ottobre, il consiglio di amministrazione ha approvato la relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno 2022.

Il primo dato riguarda la diminuzione del 4 per cento di produzione di energia elettrica rispetto al primo semestre dello scorso anno. A farne maggiormente le spese, per via delle scarse precipitazioni e della siccità, è stata l'energia idroelettrica, in calo del 6 per cento rispetto ai primi 6 mesi del 2021. Cresce invece del 5 per cento la produzione di energia da impianti eolici e fotovoltaici. La minore produzione di energia ha impattato sulle previsioni di budget della società, che si riducono del 20 per cento, mentre non ha avuto alcun effetto sulla quota di contribuzione della Cva alla produzione nazionale di energia elettrica da fonti rinnovabili che rimane stabile al 2,4 per cento, con un aumento fino all'8 per cento della quota di contribuzione di energia da fonte idraulica, dovuto alla minore scarsità di acqua rispetto ad altri territori. Sul piano economico, l'utile netto consolidato si attesta sui 21,2 milioni di euro, in calo di circa 2 milioni rispetto al primo semestre del 2021, quando sfiorava i 24,3 milioni.

L'utile, «oltre ad essere influenzato dalle minori produzioni realizzate, compensate dai migliori prezzi di cessione ottenuti sulla produzione eccedente quella oggetto di precedenti contratti di copertura sul prezzo, è influenzato per 26,4 milioni di euro, da poste non ricorrenti, derivanti dal costo del contributo straordinario», il cosiddetto Contributo extra-profitti. L'aumento dei prezzi di vendita dell'energia, nonostante la riduzione della sua produzione, ha consentito alla Cva «di incrementare il valore dei ricavi totali - che al 30 giugno 2022 ammontano a 619,7 milioni di euro - anche se penalizzati dalla diminuzione degli altri ricavi e proventi, per effetto dei minori incentivi maturati».

Il presidente della Cva, Marco Cantamessa afferma che pur «In uno scenario incerto e volatile» si conferma l'impegno per una più rapida attuazione del nostro piano strategico grazie anche alla recente esclusione del Gruppo da diversi vincoli della cosiddetta 'Legge Madia' e finalizzato a potenziare e diversificare per tecnologia e geografia le fonti di produzione rinnovabile di Cva, così da aumentare i volumi di produzione». Aggiunge l'amministratore delegato Giuseppe Argirò: «Cva ha agito opportunamente attraverso il monitoraggio dei rischi delle commodities e di esposizione finanziaria e creditizia, mitigando gli impatti che le turbolenze dei mercati energetici avrebbero potuto generare».

Cento milioni «green» da Unicredit

Intanto Unicredit finalizza un'operazione di finanziamento da complessivi 100 milioni di euro a supporto proprio della Cva. Si tratta di 2 linee di credito, da 50 milioni ciascuna, una a lungo termine e un'altra revolving credit facility , di tipo sustainability linked, cioè prestiti strettamente legati alle performance di sostenibilità dell'azienda. Nel caso specifico, l'operazione prevede il raggiungimento di obiettivi puntuali che si concretizzeranno attraverso l'aumento della capacità di generazione di energia green da fonti eolica e fotovoltaica e la riduzione delle emissioni di CO2 dirette ed indirette generate dall'azienda.

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