Croce rossa rubrica

Si è appena concluso il corso per aspiranti volontari della Croce Rossa Italiana organizzato dal Comitato di Aosta, notevole la partecipazione, nonostante la fatica e l’impegno richiesti.

Perché ci si iscrive ad un corso di quasi trenta ora, tutte in orario serale, per diventare volontari CRI?

Molto interessante si è rivelato rivolgere due semplici domande ad alcuni iscritti raccolti per una delle lezioni serali.

Che cosa o chi ti ha ti ha spinto ad iscriverti e il corso ha soddisfatto le tue aspettative, le ha superate, le ha deluse?

Ecco, in sintesi, alcune risposte.

Per aiutare il prossimo, per verificare se il mondo sanitario fa per me, per una predisposizione al volontariato soprattutto nel sociale. Una motivazione risulta veramente particolare, personale e suggestiva: per aver assistito al nonno colpito da un arresto cardiaco, grazie all’arrivo dei soccorritori l’infartuato è stato salvato, ma l’impressione di impotenza è stata così forte da spingere la nipote a frequentare un corso della CRI.

Per la totalità dei rispondenti le aspettative sono state soddisfatte, anche se in termini diversificati: la parte teorica per alcuni ha aperto nuovi orizzonti, alcuni corsisti sono rimasti colpiti dalle informazioni ricevute rispetto alle iniziative CRI nel mondo, ha molto colpito il video presentato sulla presenza dei delegati CRI nelle carceri siriane. Le informazioni fornite sul Diritto Internazionale Umanitario hanno interessato, alcuni corsisti si sono stupiti del fatto che a scuola non se ne parli. Un corsista è rimasto molto colpito dalla figura di Henry Dunant e dalla sua vicenda personale. Lo stesso corsista dichiara il suo attaccamento alla CRI che lo accolse con la sua famiglia quando aveva sette mesi ed era appena arrivato in Italia. Per più corsisti la parte sanitaria più pratica e attiva è stata la più interessante, e ha fornito stimoli utili per un futuro impegno volontaristico, ma anche per cultura personale.

Una fatica dunque ampiamente ricompensata.