«Critiche fuori luogo sulla morte del freerider e sui proprietari di seconde case in Valle d’Aosta»

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Vorrei rispondere in poche, semplici righe, alla lettera scritta dal signor Carlo Bionaz, pubblicata nell'edizione precedente di sabato 20 marzo 2021.

Trovo innanzitutto vergognoso e di una bassezza sconfinata fare del sarcasmo alludendo alla morte di un ragazzo, Luca Pandolfi, per sostenere la sua "tesi", seconda la quale, i non residenti in Valle non dovrebbero trovarsi sul territorio in questo periodo di pandemia.

Liberissimo di pensarla come vuole caro signore, Alpino, schierato in prima linea per aiutare il prossimo e i più bisognosi. Lodevole tutto questo! Ma nessuno le da il diritto di sindacare sulla vita e sulla morte di qualcuno. Il freerider in questione, che non conoscevo personalmente, ha probabilmente fatto una scelta azzardata, secondo molti ha "buttato" la sua vita per una sciata, è stato un pazzo imprudente e chi più ne ha, più ne metta. Stiamo tuttavia parlando di una giovane vita spezzata e credo che NESSUNO, tanto meno lei, abbia il diritto di opinare a tale proposito. Non vi è a parere mio un modo più "eroico" o più degno di nota per lasciare questa terra, rispetto ad un altro. La morte va rispettata sempre e comunque. E lei, questo, dovrebbe saperlo meglio di me.

Lasciando da parte questi discorsi meramente personali e dettati dall'educazione che ognuno di noi ha ricevuto, vorrei chiederle: Lei, per caso, vive con un reddito basato su di un'attività commerciale al momento? La mia famiglia sì, come tante, tantissime in Valle.

Perché vorrei ricordarle che la nostra è una regione a vocazione turistica, da sempre.

Siamo tutti consci di cosa stia capitando a livello sanitario nel mondo.

Va detto però che i commercianti hanno cercato di seguire pedestremente le leggi che gli sono state imposte dallo Stato. Come su di un'altalena impazzita stanno cercando di rispettare il prossimo e soprattutto stanno cercando di sopravvivere.

I proprietari di seconde case, che lei tratta come appestati, non sono altro che persone come lei. Persone che amano la nostra, non più ridente Valle, e che in questo momento storico, con tutte le accortezze del caso, potrebbero dare un piccolo contributo alle nostre attività, alle nostre famiglie, alla nostra dignità e al nostro calpestato DIRITTO AL LAVORO.

Un giorno, mi auguro non troppo lontano, tutto questo finirà e le stesse persone che sono state trattate così saranno quelle che daranno lavoro alla maggior parte dei valdostani, si spera!!

Mi rendo conto dell'assurdità e dell'enormità della situazione che stiamo vivendo, mi rendo conto che non è facile per nessuno. Tutti i settori sono in crisi in egual misura. Siamo tutti "sulla stessa barca" e, a dirla tutta, non invidio chi detiene attualmente il potere e deve governare la nostra regione e il nostro Paese.

Credo però che se invece di fomentare l'odio, con inutili chiacchiere, ci stringessimo, ci dessimo una mano e cercassimo di metterci anche solo per un minuto nei panni degli altri, tutto sarebbe un po' più facile. Utopia, certo! Ma da giovane donna, quale sono, ripongo ancora molta fiducia nel genere umano e nel mio bel popolo valdostano.

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