Cristina Formento, con lo sguardo rivolto al Mondo e testimone della Breuil-Cervinia di una volta
Ha una personalità eclettica Cristina Formento, nonché ricca di contrasti che l’hanno portata ad una grande creatività e ad un altrettanto grande forza di carattere. Ha conosciuto Breuil-Cervinia ai tempi d’oro, negli anni Sessanta, ma ha scelto di vivere nella più tranquilla Valtournenche, ama le camminate in montagna e gli sport sulla neve, come anche il mare della Sardegna, sulle cui spiagge raccoglie i pezzi di legno che, insieme agli oggetti che ricordano la Valle d’Aosta, la ispirano nel realizzare gli articoli di artigianato artistico, un hobby ormai diventato una passione e pure lavoro. Quasi una ragione di vita, come il Cammino di Santiago che ha percorso già otto volte.
Venuta al mondo a Merano il 1° luglio 1951, dove il papà Enrico Formento del 1913, originario di Morgex, era ufficiale degli Alpini, dalla mamma Zita Pession, di dieci anni più giovane, lei di Valtournenche, una delle prime maestre di sci - come la sorella Ines del 1921 - del Breuil e della Valle d’Aosta che ricordava sempre in suo numero di iscrizione, il 62. «Sono nata nella caserma dove mio papà Enrico prestava servizio e mi chiamo Cristina in onore della cameriera, diventata poi amica, di un bar frequentato molto dai miei; un nome diffuso in Alto Adige». Cristina aveva una sorella, Silvana, da tutti conosciuta come Kikki, nata nel 1944 in parrocchia a Morgex e purtroppo già mancata nel 1991.
Il nonno paterno, Edoardo Formento, era il medico condotto della Valdigne, così come il figlio Giuseppe, per tutti Pino, che ne raccolse il testimone. Un altro fratello del padre, Ettore, anche lui nell’Esercito, raggiunse il grado di generale di Corpo d’Armata, e il più giovane Mario, era il proprietario della pesca sportiva a Morgex e di alcune serre a Saint-Pierre.
Dei suoi primi tre anni di vita a Merano, Cristina non ha praticamente ricordi. Non si può dire lo stesso di La Thuile, dove il padre venne trasferito alla Caserma Monte Bianco, visto che era colonnello istruttore nazionale di sci, e dove Cristina ha trascorso la prima infanzia, iscritta alla prima elementare in una pluriclasse, il cui ricordo più vivido è una compagna con le trecce bionde, Annalisa Martinet, ritrovata di recente. «Quando frequento questi luoghi - Morgex, La Thuile, Fénis che è il paese di mia nonna materna Adele Perron - mi sento come a casa, avverto un legame emotivo particolare.»
Poi quando la madre Zita decise di subentrare nella gestione del ristorante di famiglia a Breuil-Cervinia, la Capanna Alpina, si aprì un nuovo capitolo per Cristina. Era un locale molto famoso negli anni Sessanta, frequentato dai vip del tempo, come l’Aga Khan, Renato Rascel, Amedeo Nazzari, Carla Fracci, Delia Scala, il campione olimpico di sci Zeno Colò, il grande sciatore Leo Gasperl che invitato al Festival di Sanremo scese con gli sci il celebre scalone del Casinò. E ancora, pittori e scultori valdostani, come Mario Stuffer e Franco Balan, che in occasione della chiusura del ristorante realizzò un’opera che fu regalata agli amici clienti più assidui. «Era il ritrovo “in” della stazione sciistica, aveva un enorme successo ed i miei diventarono noti per lo spiccato carisma. Con la loro simpatia attraevano sempre più gente nel locale, che ospitava anche l’arte contemporanea e che restò aperto fino al 1969. Nel frattempo, papà Enrico continuava la carriera militare al Castello Generale Cantore di Aosta ed aiutava la mamma al ristorante nei fine settimana.»
Dalla seconda elementare quindi Cristina frequentò la scuola al Breuil e, per desiderio della mamma, praticò il pattinaggio artistico su ghiaccio: «Dopo uno stage a Cortina d’Ampezzo con la famosa maestra Luisella Lacedelli, tornata a casa ho preferito dedicarmi allo sci e mi sono iscritta allo Sci Club Cervino, partecipando alle gare giovanili, come il Trofeo Topolino e il Trofeo Corriere dei Piccoli, all’epoca il Campionato Italiano Cuccioli e Ragazzi con buoni piazzamenti, ma mai eclatanti». «Malgrado ciò, venni presa nella squadra Asiva, con gli allenatori Gigi Panei e Renato Rosa, due persone meravigliose di cui serbo un caro ricordo, morti entrambi nel 1967 sotto una valanga, staccatasi della cresta dell’Arp sopra Courmayeur.»
Quando i genitori lasciarono il ristorante (al suo posto ora sorge un condominio), nel 1969 si trasferirono ad Aosta, dove Cristina aveva frequentato le scuole medie, soggiornando presso delle famiglie. La scelta per il capoluogo regionale invece di Châtillon era determinata dal fatto che il papà Enrico continuava a prestare servizio alla Scuola militare alpina. Dopo i tre anni di corso per segretaria d’azienda, cominciò giovanissima a lavorare, prima alla Standa in corso Battaglione Aosta poi in altri uffici, come la sede dell’Aci in piazza Roncas e in alcuni negozi di mobili, come quello di Renzo Roux in via De Tillier, anche se non le è mai piaciuta l’idea del posto fisso e per questo cambiava spesso impiego.
In quei primi anni lavorativi viveva nella casa dei genitori ad Aosta. «Sono stati gli anni più belli, ero una sessantottina, figlia dei fiori, con la famiglia che mi è sempre stata vicina. Ho fatto anche esperienze nel volontariato durante le varie alluvioni che in quel periodo colpivano spesso l’Italia. Nel 1972 ho conosciuto il mio primo marito, che lavorava presso un ristorante famoso di Aosta, il Pam Pam di rue Maillet, dal quale ho avuto due figli: nel 1974 Davide Pascarella - che abita a Londra, è geologo e ha due bambini Sawaka del 2013 e Federico del 2021 - e nel 1976 Monica, che vive in Sardegna e a sua volta è madre di due figli, rispettivamente del 2004 e del 2007, Mathieu e Tessa Trevisan, fatalità lo stesso cognome di colui che sarebbe diventato il mio secondo marito.»
Con la nascita dei due figli Cristina Formento è tornata a vivere al Breuil, dove faceva semplicemente la mamma. Dopo il divorzio, nel 1982 ha conosciuto e poi sposato nel 1990 Edi Trevisan, che ha amato Davide e Monica come se fossero i suoi figli. Nel 1986 si è trasferita con Edi ed i ragazzi a Valtournenche, dove vive tuttora, dopo avere avuto sin dal 1981 un negozio di biancheria intima al Breuil, nel quale dal 1982 lavorava pure Edi. Lasciato il negozio, dal 1986 lui ha iniziato a lavorare alla società Cervino, lei in un negozio di noleggio di sci a Breuil-Cervinia per dodici anni. Infine Edi Trevisan ha gestito il Bar Black Hole e Cristina, quando poteva, non mancava di aiutarlo.
«Da quando mi sono trasferita a Valtournenche, ho capito che vivere in un paese mi appaga di più che vivere al Breuil, dove è tutto un business turistico. Non mi sarebbe piaciuto continuare la vita lì, anche se il legame affettivo con Breuil-Cervinia rimane e non l’ho mai rinnegato. Però - spiega Cristina Formento - la dimensione di piccolo centro di Valtournenche mi affascina, perché è tutto meno frenetico, ci si conosce e ci si aiuta tra compaesani. Negli anni Sessanta Breuil-Cervinia era totalmente diversa: i miei chiudevano quindici giorni a giugno e quindici giorni a ottobre. In tutti gli altri periodi non mancava il turismo soprattutto straniero, anche i tedeschi che ora non vengono più, e tante erano le manifestazioni in programma, ormai scomparse, come per esempio le gare di bob a gennaio e febbraio, il Kilometro lanciato a luglio e la divertente ventiquattro ore di monopattino ad agosto.»
«Anni in cui - ricorda Cristina Formento - avevo rilevato Radio Monte Cervino, una delle prime radio libere della Valle d’Aosta. Le funivie erano sempre aperte, tutto l’anno, la stazione sciistica era famosa proprio per questo. Ora lo sci estivo esiste ancora, ma più per gli atleti degli sci club, e gli impianti hanno chiusure maggiori anche perché le manutenzioni sono più rigide rispetto alle disposizioni di un tempo. Breuil-Cervinia comunque è la località che ha sempre la neve, la prima stazione che apre e l’ultima che chiude. Purtroppo la pista di bob non c’è più ed è un dispiacere per gli abitanti sia del Breuil sia di Valtournenche perché era un bel biglietto da visita. Mia sorella Kikki è stata la prima speaker delle gare, mio padre, che era il delegato della Regione per la pista, ha dato i nomi a tutte le curve - Cristallo, Bianca, Azzurra, Layet -, era la pista su ghiaccio naturale più bella del Mondo, a fianco al Lago Blu e molto apprezzata dagli atleti, dove si disputavano gli Europei ed i Mondiali. Così come non c’è più, con grande rammarico di tutti, la pista storica di Plateau Rosa per il Kilometro lanciato, disciplina nata a Breuil-Cervinia con Leo Gasperl e Rolando Zanni e poi cresciuta grazie a Pino Meynet, l’atleta più famoso, vero e proprio enfant du pays. Ora il Comune di Valtournenche sta cercando di recuperare alcune manifestazioni, come la Settimana del Cervino a luglio o le gare di Coppa del Mondo in accordo con Zermatt, per riportare Cervinia ad essere quella che era, e di ampliare la gamma dell’offerta turistica alternativa allo sci, dalle escursioni a cavallo, alla pesca sportiva, dal golf alle passeggiate sui meravigliosi sentieri. Una volta c’erano anche un turismo più colto e ricco, potremmo dire di élite, e molti locali che attraevano i giovani.»
Negli anni in cui Cristina Formento è andata ad abitare a Valtournenche, ha iniziato ad appassionarsi all’artigianato, frequentando i corsi regionali triennali di scultura con Giangiuseppe Barmasse e di intaglio con Roberto Zavattaro. Alla fine dell’ultimo anno di intaglio ha scoperto una passione per la creazione della bigiotteria in lana e feltro e di manufatti particolari, realizzati con i legnetti raccolti in Sardegna nei mesi estivi, uniti ad oggetti della montagna. «Partecipando come hobbista ai mercatini natalizi di Antey-Saint-André, Torgnon, Valtournenche, Châtillon, Montjovet e Morgex da circa quindici anni e alla Fiera di Sant’Orso ad Aosta da una decina di anni, ho ottenuto un discreto successo e ho iniziato a essere nota per queste creazioni. Nell’estate 2021, per la prima volta, ho preso parte ai mercatini di luglio-agosto a Chamois, Torgnon e Breuil-Cervinia, dove ho venduto bene, nonostante i miei articoli richiamino di più l’inverno. Mi sono orientata su oggetti che potessero essere realizzati in un laboratorio casalingo e che non implicassero l’utilizzo di attrezzi troppo ingombranti. L’idea è nata dopo un viaggio in Nepal nel 2008, dove avevo conosciuto una ragazza di Sarre, Erika Malaspina, che al rientro mi ha invitato a pranzo e per gratitudine le ho regalato un cuoricino di stoffa realizzato da me. Avendolo molto apprezzato, mi ha invitato a un mercatino a Sarre, quindi tornata a casa ho preparato del materiale e ho raccolto un apprezzamento inatteso. Dedico molto tempo a questa attività, che per me è motivo di soddisfazione e mi consente di astrarmi dalla vita quotidiana che talvolta, come per tutti, riserva qualche dispiacere. Il lavoro è stagionale, comincio a ottobre ad assemblare e termino a gennaio, poco prima della Foire. Poi mi interrompo, anche se la testa è sempre lì e, se trovo legnetti o altri oggetti interessanti per il mio lavoro, li raccolgo in tutti i periodi dell’anno.»
L’altra passione intensa per Cristina Formento è quella di camminare, anche dieci chilometri al giorno nei periodi liberi dal lavoro, soprattutto in primavera, in autunno e a volte in estate. «Sono una camminatrice seriale e solitaria, mi piace ripetere gli stessi percorsi lunghi - come ad esempio andare da La Magdeleine a Chamois, oppure salire al Lago di Cignana o ancora la Balconata del Cervino - anche tre volte alla settimana, mi dà sicurezza il fatto di conoscere il percorso, ma ne traggo anche sempre nuovi stimoli. Mi tengo allenata perché il mio chiodo fisso è tornare per la nona volta sul Cammino di Santiago, conosciuto leggendo un articolo e dove sono stata già otto volte, di cui sette da sola e una in compagnia dell’amica Laura Brunodet, la prima nel 2015 e l’ultima a ottobre 2019. Vado due volte l’anno, ad aprile, di solito dopo Pasqua, e a ottobre, sia per l’attività fisica in sé, anche se non sono mai stata una grande camminatrice prima di questa esperienza, ma soprattutto per la condivisione e per le amicizie che si creano con le persone lungo il cammino. E’ un altro mondo, il mio mondo, che per me ha un effetto quasi terapeutico. Si cammina per cinque o sei ore, dai quindici ai trenta chilometri al giorno, per una ventina di giorni. Il Cammino portoghese sull’Oceano è il mio preferito. Con l’hobby dell’artigianato poi diventato un lavoro, questa è la mia vera passione, insieme alla famiglia.»
La costante per Cristina Formento è il legame con il territorio, in una continua e dinamica variazione di attività, di luoghi e di esperienze, in un peregrinare che comunque ha sempre al centro la Valle d’Aosta e le località da lei frequentate fin da bambina e da ragazza. Affrontare con entusiasmo le novità e le sfide che la vita presenta è anche un modo per apprezzare le proprie origini ed i luoghi da cui tutto è partito. «Si fa presto a criticare Breuil-Cervinia - conclude Cristina Formento - pensando di paragonarla a Courmayeur o a Cortina, ma il nostro Breuil è un unicum a livello mondiale, per altitudine e per conformazione geografica. E’ naturale che le costruzioni si siano sviluppate in verticale, chi parla di cementificazione e di palazzi troppo ingombranti dovrebbe prima riflettere e apprezzare il fascino di un centro abitato sorto a duemila metri di quota ai piedi della Gran Becca e con la neve migliore al Mondo per tutto l’anno.»