Crisi, Conseil Fédéral lunedì 6 giugno Nuove bocciature all’intesa con la Lega

Crisi, Conseil Fédéral lunedì 6 giugno Nuove bocciature all’intesa con la Lega
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«Siamo veramente sicuri che il bene della Valle d'Aosta sia di dare alla Lega la gestione dei settori chiave dell'Amministrazione regionale? Non sarebbe come rinunciare al ruolo guida da parte del mondo autonomista?». Se lo chiede il coordinatore di Alliance Valdôtaine, Albert Chatrian, consigliere regionale del gruppo Av-VdA Unie. Sul cambio di maggioranza, ipotizzato nei tavoli per uscire dalla crisi, Albert Chatrian esprime «ben più di qualche dubbio». E sono dubbi pesanti visto che Alliance Valdôtaine è uno degli azionisti principali dell’attuale Governo Lavevaz. A dirla tutta però ha perso quota anche l’ipotesi dell’intesa degli autonomisti con la Lega che da settimane emerge e affonda periodicamente. L’ultima «versione» parlava di un 6 a 4: presidente della Regione Erik Lavevaz, presidente del Consiglio Aurelio Marguerettaz e 4 a 4 in Giunta, con i 4 Assessorati pesanti alla Lega: Lavori pubblici ad Andrea Manfrin, Turismo all’ex presidente Nicoletta Spelgatti, Finanze a Stefano Aggravi e Trasporti a Paolo Sammaritani. In quota Autonomisti dicasteri a Luciano Caveri e Luigi Bertschy per Alliance Valdôtaine e VdA Unie, e a Davide Sapinet e a Giulio Grosjacques (al posto di Roberto Barmasse) per l’Uv.

Sarà questo l’organigramma che i vertici del Mouvement porteranno all’esame del Consei Fédéral convocato per lunedì 6 giugno alle 20.30 a Fénis? Di certo c’è che l’altra strada, l’alleanza con Pour l’Autonomie (Augusto Rollandin e Marco Carrel) e Forza Italia (Mauro Baccega e Pierluigi Marquis) dall’Union Valdôtaine non è stata neppure imboccata. I consiglieri del Leone Rampante (non tutti) spingono per il Carroccio. Però non è così per tutto il fronte autonomista. E così rischia di essere semplicemente un’intesa Lega-Uv, di nuovo a 18, forse 19.

“Lega? Siamo proprio sicuri?”

Prima del Conseil Fédéral la presidente dell’Uv Cristina Machet lunedì prossimo, 30 maggio, incontrerà i presidenti di sezione per iniziare a presentare gli scenari. Un’indicazione le è già arrivata da Frédéric Piccoli, animateur principal della Jeunesse Valdôtaine, il movimento giovanile dell'Union Valdôtaine. Governare con la sola Lega «è una scelta coerente con quanto prospettato ai nostri elettori nel settembre 2020?» si chiede Frédéric Piccoli. A «un anno e mezzo dalle elezioni e dopo aver scelto di amministrare» con «il centrosinistra (pur dopo tutte le difficoltà e i cambi di casacca difficili da comprendere)», la scelta di virare a destra fa porre a Piccoli «alcune domande», a margine di «questi lunghi (fin troppo lunghi) mesi di crisi», in cui «si è spesso parlato della necessità di dare alla Valle d'Aosta un governo stabile, che abbia una prospettiva, facendo anche i conti con i numeri».

«Se il Mouvement sceglierà di costruire una nuova maggioranza con la Lega - afferma l'animateur - quale sarà il destino delle alleanze politiche coltivate in questi ultimi anni?».

All'orizzonte, ci sono le elezioni politiche ed europee: si può siglare un accordo con la Lega «senza accettare implicitamente di correre alle elezioni insieme? E ciò sapendo che la Lega è un partito in forte calo nei sondaggi; che i movimenti lasciati all'opposizione lavoreranno senza sconti per toglierci la terra sotto i piedi; e che sarà difficile (se non impossibile) convincere il nostro elettorato a votare un leghista (e viceversa)». Frédéric Piccoli sostiene che la Valle sarebbe «la prima regione italiana a vedere insediarsi al governo un partito filorusso dopo l'invasione russa del 24 febbraio 2022».

E ancora: «Perché non abbiamo ancora pensato di confrontarci tra movimenti, al di là delle riunioni della commissione unitaria e dei gruppi consiliari, prima di siglare un accordo? Sarebbe inutile aver condotto le trattative con gli altri movimenti per trovarsi poi a perdere pezzi, lungo la strada».

Rimane sempre una terza via: confermare l’attuale alleanza a 18, che questa settimana ha comunque «portato a casa» provvedimenti pesanti. «Un grande risultato, malgrado l'ambigua situazione e l'esile numero che sostiene l'attuale maggioranza, la quale continua a legiferare costantemente e proficuamente per la collettività valdostana. Ancora una volta un Consiglio regionale importante nel quale questa maggioranza si è dimostrata compatta, approvando alcuni provvedimenti importantissimi». Lo scrivono i consiglieri del gruppo Federalisti Progressisti-Partito Democratico, al termine dei due giorni di lavori del Consiglio Valle.

Riforma elettorale, 3.363 firme

Chiedere ai valdostani se è necessario un cambiamento, o se bisogna continuare con l'attuale sistema elettorale. Il comitato per la riforma elettorale in Valle d'Aosta ha depositato le 3.363 firme raccolte nelle ultime 3 settimane per chiedere l'indizione di un referendum consultivo; il numero richiesto, pari a un cinquantesimo degli elettori, era di 2.063 firme. Ora gli uffici regionali hanno 25 giorni di tempo per verificare se il numero di firme è sufficiente. Il Consiglio Valle dovrà decidere il quesito da sottoporre agli elettori. «Prevediamo che a settembre si vada a votare» dice Elio Riccarand.

La proposta di Forza Italia

Una proposta di legge alternativa a quella del comitato per la riforma elettorale l'ha depositata il gruppo di Forza Italia in Consiglio Valle. La legge «vuole superare tutte le situazioni di incertezza, favorendo la stabilità dell'azione di governo, introducendo una serie di novità», si legge in una nota. Tra queste, è prevista l'elezione diretta del Presidente della Regione: è eletto il candidato che, sostenuto da una lista o una coalizione, ha ottenuto il maggior numero di voti validi. La lista o coalizione che sostiene il candidato eletto presidente ottiene almeno 19 seggi, con un premio di maggioranza di 21 seggi se ottiene almeno il 40 per cento dei voti validi; la soglia minima per partecipare all'attribuzione scende al 4 per cento del totale dei voti validi espressi; tornano le 3 preferenze, delle quali almeno una deve essere per un candidato di genere diverso dagli altri 2.

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