Cri sampietro
Croce Rossa non è solo soccorso sanitario in ambulanza, consegna di farmaci, assistenza ai bisognosi, è anche e da sempre un’istituzione internazionale che si occupa di rintracciare persone disperse o migrate a causa delle guerre o di altre emergenze.
A Bad Arolsen nella Germania occidentale, si trovano gli archivi della Shoah, gestiti da una commissione internazionale composta da 11 membri (Stati Uniti, Gran Bretagna, Belgio, Israele, Italia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Polonia, Grecia e Lussemburgo) e amministrato dal Servizio di ricerca internazionale (SIR) del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). Questi archivi contengono la documentazione, che gli alleati avevano già iniziato a raccogliere durante la guerra, sui 17,5 milioni di perseguitati dal Terzo Reich. Tutto il materiale raccolto è confluito in un centro di documentazione, informazione e ricerca sulla persecuzione nazista, il lavoro forzato e l'Olocausto, il cui patrimonio documentario è organizzato in 4 sezioni: «Prigionieri», «Lavoratori forzati», «Dispersi» e «Bambini».
Nelle stanze dell’ex caserma delle SS di Bad Arolsen sono ora custoditi i documenti su cui i nazisti annotavano, in bella calligrafia, tutto ciò che riguardava le loro vittime, dallo stato di salute al bagaglio di cui erano dotate all’arrivo.
Questi dati nei 60 anni appena passati sono rimasti sotto chiave, accessibili solo alle vittime e ai loro parenti.
Il Dipartimento di Stato americano ha sollecitato fortemente l’apertura degli archivi al grande pubblico. La decisione di rendere pubblico tutto il materiale è stata adottata nel maggio 2006, dagli 11 stati che compongono la commissione e messa in atto dal CICR.
Per poter essere conservato e reso effettivamente disponibile tutto il materiale archiviato deve essere digitalizzato. Saranno resi digitalmente disponibili circa 26 chilometri di scaffali, 50 milioni di fascicoli, mappe, disegni, grafici, quaderni, liste, effetti personali, fotografie, tra cui la famosa “Schildler’s list”.
Più del 70 per cento del materiale è già stato digitalizzato.
Questi dati possono essere consultati da chiunque ne faccia richiesta e costituiscono, in particolare per gli storici, un patrimonio fondamentale per ricostruire l’universo concentrazionario e consegnarne la memoria ai posteri affinché nessuno dimentichi. Parafrasando Primo Levi, il presidente della C.R.I. Francesco Rocca ha ricordato ai Volontari in occasione della Giornata della memoria: «L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria».