Cresce la protesta degli allevatori: “Pagamenti in ritardo, muore il sistema valdostano. Pronti a scendere in piazza”
«L’attuale sistema di allevamento valdostano rischia di scomparire». Lo ha detto senza mezzi di termini il presidente dell’Association Régionale Eléveurs Valdôtains Jean-Paul Chadel durante una conferenza stampa convocata ieri, venerdì 9 febbraio, al bar dell’arena Croix-Noire, dall’Arev e dall’associazione Mouvement Montagne «e supportata dalla Cia VdA, ma non da Coldiretti» ha precisato Chadel.
Al centro del discorso, ancora una volta, gli aiuti comunitari e i ritardi con cui arrivano nelle tasche degli agricoltori. I numeri - snocciolati da Jean Paul Chadel - parlano da soli: «Attualmente sono stati erogati solo 10 dei 136 milioni previsti dalla programmazione 2015-2020. Siamo disperati, è una situazione imbarazzante, segno che la macchina amministrativa e burocratica non funziona. I premi - che costituiscono da soli il 30 per cento del bilancio delle nostre aziende - rappresentano la parziale compensazione del disavanzo tra costi di produzione e ricavi aziendali. Sono un rimborso per il servizio che gli agricoltori svolgono sul territorio di montagna. Ci spettano di diritto, come agli insegnanti o ai medici spettano gli stipendi che ricevono».
«In questi giorni la situazione dei pagamenti sembra in evoluzione, tuttavia per il momento sono state versate agli allevatori parzialmente le annualità 2015 e 2016. - ha continuato Jean-Paul Chadel - Altri non hanno percepito nulla in quanto si sono verificate anomalie tra i sistemi informatici ed amministrativi che bloccano la liquidazione». «Senza gli aiuti l’allevamento valdostano morirà. - ha chiarito Chadel - E qui la politica deve fare una scelta: il nostro modello di allevamento ecosostenibile, che - a fronte di una ridotta produttività - garantisce la gestione del territorio con conseguenti vantaggi anche per il turismo, è ancora una priorità oppure no? Se non lo è, siamo pronti a trarne le conseguenze: l'allevamento si concentrerà in pianura, abbandoneremo gli alpeggi e la filiera della dop, spariranno le razze meno produttive. Attenti però, per mantenere il territorio con squadre forestali, si spenderebbe 20 volte di più».
In base ai dati più recenti, il numero di bovini di razza valdostana è passato da 36.267 nel 2007 a 32.974 a fine 2017 (-9,08 per cento) mentre il numero di allevamenti da 1.269 a 982 (-22,62 per cento): un calo costante e drammatico, causato anche dai ritardi nell’erogazione dei contributi.
Un litro di latte viene pagato 50 centesimi ma produrlo ne costa 70. Quindi gli allevatori lo trasformano sempre più da sé. Questo però sta portando a un crollo del sistema dei caseifici cooperativi. Altro esempio della crisi del sistema, i contributi per i giovani agricoltori: «Se danno a un ragazzo 30mila euro a fondo perso per mettere su l’azienda ma poi non gli garantiscono di percepire i premi che consentono alla stessa di sopravvivere, lo stanno gentilmente spingendo verso un burrone» ha sintetizzato efficacemente Jean-Paul Chadel.
«Siamo stufi e infastiditi dai continui annunci di pagamenti. - ha rincarato la dose Jean-Paul Chadel - Innanzitutto non vedo cosa ci sia da festeggiare se ciò che mi spetta mi arriva con 3 anni di ritardo. E poi i proclami ci causano solo problemi perché proprietari di alpeggi e fornitori vengono a chiederci soldi che non abbiamo. Noi siamo alla base di un sistema in cui lavorano tante persone: dipendenti dell’Usl, dell’Assessorato, di Area VdA, di Anaborava, senza contare tutta la filiera della Fontina: tutto questo impianto burocratico sta in piedi perché esistiamo noi, non il contrario».
«Siamo pronti ad ogni azione per avere i soldi che ci sono dovuti: - hanno concluso Jean-Paul Chadel e il presidente di Mouvement Montagne Michel Celesia - ben vengano il difensore civico, i tribunali e pure le proteste di piazza. Una cosa sia chiara: non siamo disposti a chiedere “per favore” per avere quello che ci spetta di diritto».