Cresce il fatturato del Casinò, gli stipendi dei dipendenti tornano al 100 per cento

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Cresce il fatturato del Casinò di Saint-Vincent, con ricavi che hanno registrato un incremento di oltre 8 milioni di euro, e gli stipendi dei dipendenti si apprestano a tornare al 100 per cento, dopo i tagli degli anni passati. E' quanto emerso giovedì scorso, 1° febbraio, nella riunione della quarta commissione «Sviluppo economico», dove è stato audito l'amministratore unico della casa da gioco, Rodolfo Buat.

«Rodolfo Buat ha evidenziato come nell'ultimo triennio, dal 2021 ad oggi, la situazione generale della casa da gioco sia significativamente migliorata. Fatturati e margine operativo lordo sono cresciuti andando ben oltre quanto previsto nel piano concordatario» riferisce il presidente della commissione, l’unionista Roberto Rosaire, che aggiunge: «Il risultato, come ci ha spiegato Buat, è stato raggiunto grazie alla responsabilità messa in campo dai lavoratori che, dal 2019 ad oggi, hanno rinunciato a parte dei loro compensi, i quali verranno ripristinati al 100 per cento dal 2024». «Queste prospettive di crescita, assicurano che la quarta rata del piano concordatario sarà versata nei tempi pattuiti e probabilmente prima della naturale scadenza del 31 dicembre 2024, termine della procedura».

Il concordato è stata una procedura «decisiva» per salvare il Casinò de la Vallée di Saint-Vincent. Lo ribadisce il consigliere regionale di Rassemblement Valdôtain Stefano Aggravi - ex assessore regionale con delega alle partecipate - all'indomani dell'audizione in commissione dell'amministratore unico Rodolfo Buat. «Qualcuno punta nuovamente il dito verso la luna - scrive in un post su Facebook, riferendosi al collega Albert Chatrian - concentrandosi però proprio sul suo (solito) ditino. Facile fare oggi i conti in tasca ad altri, dimenticandosi però un bel pezzo della questione tra cui il fatto che se si è dovuti arrivare alla soluzione del concordato è perché prima i conti erano tutt'altro che floridi e certe soluzioni (come la famosa legge regionale 7 del 2017) hanno contribuito al dispendio di risorse pubbliche, così come le tante consulenze, gli “strani” accordi commerciali con società che in tempo di crisi lanciavano comunicati stampa su possibili disponibilità di acquisto della casa da gioco». «Caro “ditino” - prosegue Aggravi - quanti soldi sono stati spesi in questi anni? Quanti guru locali e forestieri sono andati e venuti con la soluzione in tasca portando i conti a dove ben sappiamo? Facile oggi dire “si sarebbe potuto fare altrimenti”. Eh si, bastava qualche euro pubblico in più, vero? Facile oggi dire che “un concordato che paga al 100 per cento, che concordato è?”, ma le procedure straordinarie non nascono per portarsi a casa “uno sconto” sul debito, bensì per risanare le aziende e si sa che in Italia spesso l'attivazione dei concordati arriva in ritardo e su aziende prossime alla liquidazione, perché non leggere i dati per quello che sono? Facile oggi fare i professori, ma mi chiedo dove erano lorsignori quando i conti erano in rosso e l'azienda rischiava seriamente di fare la fine di un altro ben famoso casinò italiano?».

Il 2024 parte male

Intanto cala a gennaio l'incasso al Casinò di Saint Vincent: la flessione è stata del 7 per cento rispetto al 2023. L'incasso è stato di 5 milioni e 922.301 euro (meno 509.821 euro): le slot machines hanno incassato 3 milioni e 238.723 euro (in pareggio con l'anno precedente), i giochi da tavolo 2 milioni e 683.578 euro (meno 16 per cento). Gli ingressi sono stati 34.173, il 2 per cento in più sullo stesso mese del 2023.

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