Courmayeur vuole ospitare l’edizione del 2024 del G7
Venezia, Napoli, Genova, L’Aquila e Taormina. Cosa hanno in comune queste cinque città italiane? L’avere ospitato - tra il 1980 e il 2017 - il G7 o il G8, ovvero l’incontro tra i rappresentanti delle nazioni economicamente più importanti del mondo. A questo elenco vorrebbe aggiungersi Courmayeur, che ha dato mandato alla società WePlan di Asti di mettere a punto un dossier per proporre una promozione della località tramite eventi sportivi, istituzionali, culturali e congressuali. “Stiamo verificando se abbiamo tutti i requisiti per ospitare un appuntamento di una tale dimensione. - conferma il sindaco Roberto Rota - In realtà il progetto è molto più ampio, la WePlan è stata incaricata di verificare quali sono le potenzialità del nostro territorio, deve capire se le strutture che abbiamo sono in grado di permettere alla nostra località di sviluppare programmi di un certo tipo. Il G7 è un’opportunità? Ancora non lo sappiamo. La verità è che dopo gli incidenti di Genova nel 2001 le grandi città sono state per certi versi messe da parte e gli sono state preferite località di piccole e medie dimensioni già conosciute in ambito internazionale”.
L’ultima volta che il G7 arrivò in Italia, nel 2017, fu scelta Taormina, perla della Sicilia. Nel 2009 il meeting avrebbe dovuto svolgersi sull’Isola della Maddalena, ma all’ultimo momento l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi scelse L’Aquila per “pubblicizzare” la ricostruzione post terremoto. Il prossimo G7 si terrà a Carbis Bay, nella regione della Cornovaglia, da venerdì 11 a domenica 13 giugno: a ospitarlo il premier britannico Boris Johnson. La riunione dei grandi della terra dovrebbe tornare in Italia, secondo la turnazione prevista, nel 2024. Courmayeur spera di avere, prima della prossima estate, una visione più chiara delle sue eventuali possibilità in questo senso. “Tra circa due mesi - continua Roberto Rota - la WePlan dovrebbe presentarci la sua “fotografia”, da lì capiremo quali progetti portare avanti”.
Quindi il G7, al momento, è solo un’idea. Non esiste - per essere chiari - una candidatura ufficiale e nemmeno un “pour parler” a livello istituzionale con il Governo italiano. “Abbiamo almeno una decina di parlamentari che frequenta abitualmente la nostra località - conclude Roberto Rota - e con loro non abbiamo ancora parlato della questione. Lo faremo eventualmente quando avremo sotto mano il dossier della WePlan”.
Della questione, però, si è discusso con la Regione, come conferma il presidente della Giunta Erik Lavevaz. “Abbiamo condiviso, in un primo incontro, la possibilità di avere a Courmayeur appuntamenti di altissimo livello, anche attraverso dossier delicati e ambiziosi. Crediamo che ci siano i presupposti per affrontarli, costruendo un’azione di rete di tutto il sistema Valle d’Aosta. Abbiamo bisogno di spingere lo sguardo oltre alla contingenza e di indirizzarci verso traguardi importanti: si tratta di opportunità preziose, da affrontare con serietà ed entusiasmo”.
“Un progetto più grande”
La WePlan ha coordinato i dossier per la candidatura di Milano e Cortina alle Olimpiadi 2026, di Roma per la Ryder Cup di golf nel 2022 e, dallo scorso dicembre, è partner del Centro Servizi Courmayeur, che gli ha affidato una consulenza di diciannovemila e ottocento euro per stilare - entro la fine di maggio - un dossier per proporre Courmayeur a livello internazionale: uno degli obiettivi dei nuovi vertici della partecipata comunale è dare vita a un piano per l’attrazione di grandi eventi sul territorio del paese.
“L’ipotesi G7 è venuta fuori in un contesto molto più ampio. - dice Raffaella Scalisi, la direttrice del Centro Servizi - In questo periodo così complicato, con la pandemia e la crisi, era giusto fermarci e pensare a un programma a lunga distanza in ogni contesto possibile. Pensiamo al tennis per quanto riguarda lo sport e pure ai congressi e alla cultura. Con la WePlan lavoreremo per capire quali sono le nostre reali possibilità, cosa potremo e cosa non potremo fare”. Cerca di gettare acqua sul fuoco, Raffaella Scalisi, affinché la “notizia bomba” del G7 non vada a cancellare tutto il resto del lavoro che c’è da fare. “Direi che è decisamente prematuro parlare di questa possibilità adesso”, conclude la direttrice Scalisi. Intanto, però, a Courmayeur qualcuno comincia già a sperare di vedere la propria località al centro dei riflettori mondiali per tutta la durata di un summit che mette intorno a un tavolo i leader di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Canada, Giappone e Italia.