Courmayeur, numeri pre Covid per la stagione sciistica Adesso però incombe l’incognita della zona rossa
Gioachino Gobbi, presidente della Courmayeur Mont Blanc Funivie, è soddisfatto dei numeri e del fatturato di inizio stagione. I primi sono in linea con le medie degli ultimi 3 anni pre-Covid, il secondo è in crescita anche per l’aumento del costo degli skipass.
«La neve è buona: nonostante le belle giornate di sole, le temperature sono basse e consentono di conservare l’innevamento artificiale. - precisa Gioachino Gobbi - Gli sciatori si sono dimostrati rispettosi delle regole, sia nell’esibire il Super Green pass che nell’utilizzo delle mascherine, e hanno accettato di buon grado le nuove norme che impongono il casco fino a 18 anni, l’assicurazione per i danni a terzi obbligatoria e i limiti nel consumo di bevande alcoliche». Dopo i numeri da tutto esaurito delle vacanze, ora è il momento dei riposi per i dipendenti che, tra Natale e l’Epifania, hanno lavorato senza soste e in attesa che la stagione rientri nel vivo a febbraio e marzo, i mesi classici per le settimane bianche. Gennaio è sempre stato il mese del calo fisiologico, in cui si vede movimento solo nei fine settimana e si incontrano perlopiù italiani che vengono nella seconda casa.
«Abbiamo riscontrato una gran voglia di sciare e di concedersi una vacanza in montagna, anche se si nota l’assenza degli stranieri, non tanto di quelli d’élite, quanto dei gruppi portati dai tour operator e delle scolaresche» dichiara Gioachino Gobbi. «Certamente incombe il rischio del ritorno alla zona rossa, anche se non credo sia un pericolo reale. Sarebbe devastante per l’economia, poiché l’anno scorso l’impossibilità di aprire arrivava in un momento in cui tutto era chiuso, quest’anno la macchina è pienamente a regime e bloccarla improvvisamente causerebbe, oltre ai mancati introiti, anche danni veri e propri, perché i contratti sono firmati e il personale è assunto. Già vi è tutta l’incertezza creata dalle quarantene del personale che si scopre positivo e dai no vax che, se non si vaccinano, devono lasciare il posto di lavoro. Abbiamo notato nell’ultimo periodo anche hotel e ristoranti costretti temporaneamente a chiudere per questi stessi motivi. Il ritorno al rosso creerebbe, infine, anche un calo di immagine per le località sciistiche valdostane, sia perché i colori esistono solo in Italia e creano confusione tra gli stranieri, sia perché lo sci è un’attività che si associa all’aria aperta, all’assenza di inquinamento, alla salute e al relax, mentre la zona rossa comunicherebbe esattamente il contrario e quel che è più grave impedirebbe i flussi verso la Valle d’Aosta».
Intanto oggi, sabato 22 gennaio, alle 9, a Plan Checruoit, sul palco della scuola di sci & snowboard Monte Bianco, si celebra la Messa di ringraziamento e in onore della Beata Vergine Maria, per tutti coloro che lavorano sulle piste del comprensorio: guide alpine, maestri di sci, sci club, forze dell’ordine, dipendenti delle funivie, lavoratori della ristorazione e del noleggio sci.