«Costretti a trovare soluzioni alternative e a riorganizzarci Ulteriori costi di trasporto che la nostra azienda dovrà affrontare»

«Costretti a trovare soluzioni alternative e a riorganizzarci Ulteriori costi di trasporto che la nostra azienda dovrà affrontare»
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«Questa decisione avrà un impatto significativo sulle nostre operazioni commerciali, dato che la nostra società esporta circa l’80 per cento del fatturato, di cui oltre il 60 per cento verso gli altri paesi europei. Quindi molte delle nostre spedizioni utilizzano il Traforo del Monte Bianco». Parole di Javier Giaccio (foto), 45 anni, originario di Buenos Aires e residente a Charvensod, direttore acquisti e magazzino Cogne Acciai Speciali. «Oltre tutto, per mitigare questa situazione e mantenere la continuità delle nostre attività nel modo più efficiente possibile, - aggiunge - questa chiusura ci ha costretto a trovare soluzioni alternative e a riorganizzarci totalmente per quanto riguarda la nostra parte logistica. Dunque, si tratta di ulteriori costi di trasporto che la nostra azienda dovrà affrontare e che soprattutto non sono riconosciuti dai nostri clienti. Da un altro punto di vista, siamo anche preoccupati per quel che riguarda la situazione socioeconomica della Valle d’Aosta in generale, che con questa chiusura rischia ancora di più l’isolamento». «Una regione isolata non è mai un bene per nessuno, sia per le aziende che producono al suo interno, sia per la comunità che ci abita. - conclude Javier Giaccio - Siamo dunque anche preoccupati per la comunità valdostana, di cui noi ci sentiamo parte attiva. Come Cogne Acciai Speciali ci auguriamo che le autorità competenti possano fare qualcosa, sia per il bene della nostra azienda, che per il bene di tutta l’economia valdostana, e di conseguenza dei suoi cittadini».

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