Corteo nel centro storico tra musica balli e canti: in arrivo le sanzioni
Musica, canti e balli nel centro storico di Aosta con tanto di corteo che partito da piazza Chanoux ha raggiunto piazza Arco d’Augusto dopo una tappa alla Porta Pretoria. Le mascherine erano pochissime e il distanziamento sociale non è stato rispettato. E’ successo nel tardo pomeriggio di sabato scorso, 1° maggio, quando l’esibizione estemporanea di un gruppo di musicisti che ha intonato “Danser encore” - tra cui i Trouveur Valdotèn con Vincent Boniface, testimonial della campagna vaccinale anti-Covid, e il cantautore Philippe Milleret - si è trasformata in un assembramento con un centinaio di persone. Durante la “sfilata” sono stati molti i commercianti usciti dai loro negozi: alcuni hanno salutato il corteo, altri apparivano sconcertati da quanto stava accadendo. In piazza Arco d’Augusto si è formato un semicerchio attorno ai musicisti e i presenti hanno nuovamente cantato “Danser encore” con l’accompagnamento di chitarre e percussioni. Un brano che parla di «Prescrizioni assurde» contro il Covid-19 e di «Venditori di paure», però gli artisti finiti al centro delle polemiche lo definiscono semplicemente un inno alla gioia e alla libertà prendendo le distanze da “no-vax” e “no-mask”. Le Forze dell’Ordine hanno iniziato a identificare i presenti alla fine dell’esibizione ma molti si sono allontanati o hanno rifiutato di fornire le generalità. La Questura sta comunque procedendo per infliggere le sanzioni individuando coloro che non hanno rispettato l’obbligo di indossare la mascherina né la distanza di sicurezza in base ai filmati realizzati dagli agenti. Contattato telefonicamente, Vincent Boniface ha preferito non rilasciare dichiarazioni «Perché in questo momento sono in corso accertamenti». Philippe Milleret, in un video sul suo profilo Facebook, respinge tutte le critiche e spiega: «Eravamo 30 musicisti e abbiamo suonato “Danser encore”, una canzone che porta gioia e parla di libertà. Abbiamo deciso di organizzare un flash mob e quindi non una manifestazione non autorizzata “con i Trouveur Valdotèn e Philippe Milleret in prima linea” come è stato scritto. Se poi le persone si fermano, c’è chi ha voglia di cantare e di ballare e c’è chi non ha la mascherina, che cosa ci possiamo o dobbiamo fare? E’ colpa nostra che abbiamo deciso di suonare se c’è stato un assembramento?».
Allora chi doveva intervenire per evitare quanto è accaduto? Il sindaco Gianni Nuti sostiene che «Abbiamo allertato le Forze dell’Ordine e la nostra Polizia Locale del probabile evento con congruo anticipo. Non ci siamo armati di gas lacrimogeni e di manganelli perché, in un Stato di diritto, non è nostro compito». Sempre secondo il sindaco Gianni Nuti, «E’ presumibile» che le Forze dell’Ordine «Abbiano valutato che le conseguenze di un’azione sarebbero state più gravi di quando di fatto è avvenuto». Il presidente della Regione - nonché prefetto - Erik Lavevaz esprime il suo profondo disappunto osservando che «Il fondamentale diritto a manifestare e ad esprimere la propria opinione non può essere lo strumento per violare le regole. Le immagini di quanto accaduto in piazza Chanoux, come quelle di sabato 24 aprile scorso (quando in un’altra manifestazione in piazza Chanoux contro la Didattica a distanza furono violate le regole anticontagio, ndr), sono un’offesa verso gli sforzi fatti da tutti i valdostani che rispettano le regole per permettere alla nostra regione di ritrovare normalità». Il presidente Erik Lavevaz aggiunge che «Le violazioni saranno sanzionate a termini di legge. I controlli però devono necessariamente essere accompagnati dall’azione di ognuno di noi, fondata sul rispetto reciproco e sulla certezza che solo insieme possiamo uscire da questa terribile situazione».
I coordinatori regionali di Italia Viva Anita Mombelloni e Giovanni Sandri, tuttavia, lanciano il seguente appello: «A fronte di questa drammatica situazione si assiste ad assembramenti in Aosta, comprensivi di concerto o musicanti, in cui la stragrande maggioranza dei presenti non portava la mascherina né rispettava il distanziamento di sicurezza. E in tanti paesi si sono segnalati focolai legati a cene, aperitivi, riunioni conviviali di vario genere. E' tempo che il Prefetto, che grazie all'autonomia speciale è un eletto del popolo e del Consiglio regionale, onori questa responsabilità. Per ripartire occorre che comportamenti irresponsabili e pericolosi come quelli verificatisi siano pubblicamente censurati e perseguiti in tutte le sedi affinché non si ripetano. Ed è il Prefetto che deve garantirlo, per il nostro futuro, per la credibilità del l'autonomia, per dimostrare concretamente che il dettato Statutario è onorato in pieno».