Corruzione in Valle d’Aosta Prosciolto Augusto Rollandin

Corruzione in Valle d’Aosta Prosciolto Augusto Rollandin
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«Mi fa piacere che alla fine l'esito sia questo. Anche se son dovuti passare degli anni. Ma meglio tardi che mai». L'ex presidente della Regione Augusto Rollandin, commenta così la sentenza con cui la Corte di Appello di Torino lunedì scorso, 20 settembre, lo ha prosciolto nell'ambito di un processo su un presunto giro di corruzione. In primo grado Rollandin era stato condannato a 4 anni e 6 mesi. In secondo grado i giudici hanno modificato l'accusa in "corruzione impropria" e dichiarato il fatto prescritto. La pena comminata gli era costata anche la sospensione per 18 mesi dal ruolo di consigliere regionale per effetto della Legge Severino.

Per il già consigliere delegato del Forte di Bard Gabriele Accornero e per il titolare del Caseificio valdostano Gerardo Cuomo è stata confermata, relativamente a un solo capo d’imputazione - per gli altri sono scattate assoluzioni e prescrizione - la condanna per “corruzione per l’esercizio della funzione”, con la pena (sospesa) scesa ad un anno di carcere ognuno. Assoluzione, inoltre, per gli altri 3 imputati erano stati condannati dal Gup di Aosta. Si tratta del libero professionista Simone D’Anello, dell’artigiano Salvatore D’Anello e dell’impresario Davide Bochet.

Le accuse, contestate a vario titolo, erano la corruzione, la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e la turbativa d’asta. Dopo la sentenza, l’avvocato Giorgio Piazzese, che rappresentava Augusto Rollandin, ha dichiarato di essere «Contento, perché la riqualificazione giuridica del reato operata dai giudici significa che, da parte dell’ex presidente Rollandin, non c’è mai stato un atto contrario ai doveri d’ufficio. Anzi, ha sempre agito avendo ben presente l’interesse collettivo».

L’avvocato Corrado Bellora, che ha assistito Gabriele Accornero, ha sottolineato che «Da 7 episodi per cui era stato condannato, il mio cliente è passato a uno, per cui non è possibile dire che sia andata male. Resto però dell’idea che la sua posizione fosse di totale correttezza, per cui ricorrerò in Cassazione, così come sulla prescrizione del reato di corruzione impropria, perché anche in quel caso ritengo che il mio cliente non abbia compiuto illeciti».

Difensore dell’artigiano Salvatore D’Anello, l’avvocato Ascanio Donadio sottolinea come «Il mio cliente ha dovuto affrontare un lungo periodo processuale, confrontato ad accuse anche gravi, giacché inizialmente gli era contestata anche la corruzione. Il verdetto di assoluzione restituisce come, in realtà, abbia agito nella legalità e dimostra che parliamo di una brava persona».

I legali Federica Gilliavod per Simone d’Anello e Andrea Balducci per Davide Bochet esprimono «Grandissima soddisfazione per com’è andata e anche per il tipo di assoluzione pronunciata. Assolti nel merito, perché il fatto non sussiste: accolte in toto le tesi difensive, quindi molto molto soddisfatti». Serafico il commento di Davide Bochet, nonostante a causa della condanna in primo grado poi ribaltata in Appello abbia subito un grave danno economico dato che non ha potuto partecipare ad appalti del Comune di Saint-Pierre e della Regione. Infatti l’impresario si limita a dichiarare: «Sono molto contento per tutti, non voglio aggiungere altro».

L’accusa aveva chiesto 5 anni di reclusione ognuno per Augusto Rollandin e per Gabriele Accornero, nonché 4 anni e 2 mesi per Gerardo Cuomo. Nella tesi d’accusa, il trasferimento della Deval da un capannone di proprietà della Autoporto SpA sarebbe avvenuto con pressioni di Augusto Rollandin, per accogliere il Caseificio Valdostano di Gerardo Cuomo, favorendo così l’imprenditore.

Augusto Rollandin, in base alle ipotesi degli inquirenti, avrebbe ricevuto un cambio di gomme gratuito per la sua auto oltre a possibilità di tenere un comizio per le elezioni regionali 2013 all’interno dell’azienda, alla presenza di una ventina di dipendenti. Guido Accornero sarebbe stato l’anelo di congiunzione tra l’imprenditore e l’allora Presidente.

In primo grado - l’inchiesta fu condotta dai Carabinieri del Reparto operativo, coordinati dal pm Luca Ceccanti -, a Gabriele Accornero vennero inflitti 4 anni 6 mesi e 20 giorni di reclusione, ad Augusto Rollandin 4 anni e 6 mesi e a Gerardo Cuomo 3 anni e 8 mesi. Tutti erano stati assolti dall’accusa di associazione a delinquere, su cui la Procura diretta da Paolo Fortuna aveva fatto ricorso. Ed è questo il motivo per cui le richieste dell’accusa, in appello, erano più elevate del verdetto iniziale.

L’altro filone processuale riguardava, da un canto, le forniture assegnate dal Forte di Bard al Caseificio in occasione dell’endurance trail 4K e, dall’altro, alcuni lavori nella fortezza. Questi ultimi, secondo la Procura, sarebbero andati ad artigiani vicini a Gabriele Accornero, e cioé Simone D’Anello, Salvatore D’Anello e Davide Bochet, i quali in cambio avrebbero compiuto degli interventi a casa dell’allora consigliere delegato. Per loro l’accusa aveva chiesto la conferma delle condanne di primo grado.

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