Coronavirus, il calo del Pil regionale nel 2020 è del dieci per cento

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«Con le attività ferme l’economia non può che andare male e le ripercussioni sul sociale si cominciano a intravvedere, anche se veri effetti li vedremo solo tra qualche tempo. Dal punto di vista generale, per la regione si ipotizza un calo del Pil per l’anno che si è chiuso di circa il 10 per cento. Un numero molto elevato, se pensiamo che nella crisi cosiddetta economico/finanziaria il dato peggiore è stato quello del 2009 ed era attorno, a livello di caduta reale e non monetaria, del 5 per cento». Parole di Dario Ceccarelli, responsabile dell’Osservatorio economico e sociale della Regione. Dati emersi dall’audizione - lunedì scorso, 18 gennaio - della commissione speciale istituita dal Comune di Aosta.

In particolare, sotto la lente, i numeri del turismo: «Nei primi 10 mesi del 2020 - ha evidenziato Dario Ceccarelli - i dati consolidati parlano di presenze turistiche calate di un terzo, oltre 1 milione in meno rispetto alla media degli scorsi 3 anni. Nel Comune di Aosta sono scese del 39 per cento, circa 64mila presenze in meno».

«Riguardo le attese per fine dell’anno, visto il blocco nel periodo tra novembre e dicembre, andiamo incontro ad una perdita a livello regionale di circa 1,4 milioni di presenze, 85mila circa per Aosta. Parliamo del 37 per cento in meno per la regione e tra il 42 ed il 45 per cento per Aosta rispetto alla media del triennio precedente». Nel settore turistico inoltre si sono ridotte le imprese, tendenza che prosegue dal 2008 e che probabilmente si «rafforzerà» nel 2020.

Capitolo occupazione: «Per il momento - illustra Dario Ceccarelli - gli effetti più gravi sono stati contenuti per il massiccio accesso agli ammortizzatori sociali e per il blocco dei licenziamenti. Nei primi 9 mesi del 2020 il calo tendenziale degli occupati è circa del 3 per cento: personale a tempo determinato e non rinnovato, ed in gran parte lavoratori non dipendenti. Gli ammortizzatori sociali hanno toccato un valore più che doppio rispetto alla crisi economico/finanziaria del 2009».

I settori più colpiti sono spesso quelli dove è maggiore l’occupazione femminile: quello ricettivo, ristorativo ed il commercio.

Le azioni messe in campo dallo Stato e dagli enti locali potrebbero ammorbidire - è la speranza - l’impatto della crisi: «Entro fine mese usciranno le previsioni aggiornate, e probabilmente rivedremo questo meno 10 per cento comunicato ad ottobre. Il Pil era sostanzialmente fermo, i consumi delle famiglie, seppur in rallentamento, crescevano dello 0,5 per cento e lo facevano da anni ed è stato uno degli elementi che ha trainato l’anno scorso. Il mercato interno non può soddisfare ad esempio il livello di costi fissi degli impianti di risalita. La caduta di reddito è comunque importante, e qualche riverbero sui consumi possiamo aspettarlo, va considerata però anche la voglia delle persone di consumare e recuperare quando non saranno più proibite le uscite» conclude Dario Ceccarelli.

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