Cordoglio per Enzo Cout, consigliere e Presidente del Consiglio Valle nel 1992

Cordoglio per Enzo Cout, consigliere e Presidente del Consiglio Valle nel 1992
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Soffriva di leucemia Enzo Cout e giovedì scorso, 10 agosto, la malattia lo ha portato via ai suoi cari ed ai tanti, veramente tanti. che lo stimavano, per la sua attività di imprenditore, per l’impegno a favore degli altri, iniziato giovanissimo come consigliere comunale di Issogne, per l’amore che condivideva per la caccia e per l’attenzione che ha sempre avuto nei confronti dei più deboli.

Era nato l'11 febbraio 1946, pochi mesi dopo la fine della guerra, che il papà Attilio, detto “Giurnal”, per la sua passione per la parole scritte e stampate, aveva combattuto nelle fila del movimento partigiano della bassa valle. La mamma era Anita Pinet e nel 1949 venne poi al mondo la sorella Silvana. Attilio “Giurnal” era un uomo di altri tempi, con una tempra eccezionale: diplomato alla scuola commerciale di Ivrea, nel 1948 aveva fondato la sua azienda, una falegnameria a Issogne che veniva approvvigionata dai tagli dei lotti acquistati soprattutto a Champorcher, trasportati a valle con le teleferiche e poi a Issogne sui grandi camion militari del dopoguerra. Quello aveva visto e conosciuto Enzo sin da ragazzo, il mondo del lavoro e della fatica, ma anche dell’ingegno e della natura, che per tutta la famiglia significava anche passione per la caccia.

All’asilo, come gli piaceva ricordare, Enzo Cout e Vilma Jacquin si conobbero e si sposarono nel 1968, entrambi studenti universitari e poi insegnanti, in un momento fondamentale per la formazione di un giovane, come quello delle manifestazioni studentesche. Professore negli istituti tecnici di Pont-Saint-Martin e di Verrès, consigliere comunale (come lo era stato il papà Attilio) e vice sindaco di Issogne dal 1970, poi delegato alla Comunità montana Evançon e quindi nel 1978 in lista con il Partito Comunista Italiano per il Consiglio Valle, eletto con 1.213 preferenze.

Padre di Diana nel 1968 e di Umberto, chiamato come il bisnonno, nel 1970, Enzo Cout è sempre stato a fianco al padre “Giurnal” anche nella gestione della falegnameria, nella quale progressivamente le sue decisioni pesano sempre di più, a fronte pure del cambiamento del mercato dell’edilizia. Confermato in Consiglio Valle nel 1983 (con 828 voti personali), vive in modo non semplice i cambiamenti epocali della sinistra italiana e pure valdostana, tanto che nel 1988 non viene riconfermato, pur ottenendo 696 preferenze. Eppure, in modo inatteso, sarà quella la sua legislatura migliore, a seguito delle dimissioni per partecipare alle elezioni politiche del 1992 da parte dell’allora presidente del Consiglio regionale Giulio Dolchi. Enzo Cout è dubbioso se accettare il subentro come consigliere, ma il senso del dovere e del rispetto per la comunità hanno il sopravvento. Non solo, per evitare di modificare gli equilibri nell’allora governo guidato da Gianni Bondaz diventa addirittura presidente del Consiglio Valle, dimostrando fermezza e capacità nella gestione dell’assemblea. A giugno dello stesso anno è tra i protagonisti del ribaltone bis che porta alla presidenza Ilario Lanivi e nuovamente al governo l’Union Valdotaine, per lui l’incarico di assessore alla Sanità per 1 anno, dal giugno 1992 al giugno 1993, quando non si ripresenta alle elezioni, preferendo occuparsi della gestione della falegnameria, dopo avere rispettato l’impegno preso con la politica e soprattutto con la gente.

Con i 2 figli indirizzati verso una vita professionale diversa, Enzo Cout ha quindi ceduto la sua azienda alla famiglia Berger, soddisfatto di vederla comunque sempre in attività, e 3 anni fa ha perso la moglie Vilma, 73enne, diventata preside molto preparata, dopo essere stata autorevole insegnante di lingua italiana.

Ieri, venerdì 11, sulla piazza di Issogne Enzo Cout è stato ricordato dalle belle parole di Luca Tonino, il cui papà Alder aveva condiviso con lui tanti momenti importanti della recente storia valdostana. Michele Monteleone ne ha rammentato la passione per la caccia e pure il figlio Umberto, visibilmente commosso, ha parlato, tutti insieme per sottolineare l’onestà intellettuale, l’impegno totale e le capacità di questo uomo sempre molto attento agli altri, proiettato verso una visione progressista dell’autonomia valdostana.

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