Contributi regionali, ancora niente soldi per i disabili Michele Tropiano: “Dobbiamo avere pari dignità e diritti”
Protocolli simili, scadenze diverse. Nel lungo elenco delle società che possono contare sui contributi regionali per lo sport pubblicato da La Vallée Notizie sabato scorso, 28 novembre, non c’è traccia di enti che si occupino dei diversamente abili.
Nessuna dimenticanza e nemmeno un tentativo di delegittimare il settore paralimpico. Più semplicemente, così come gli sport invernali e quelli tradizionali, anche le società che lavorano in questo delicato settore attingono ai contributi regionali, ma con tempistiche diverse rispetto alle altre. Lo conferma il delegato regionale per la Valle d’Aosta del Comitato Paralimpico Italiano Michele Tropiano, che sottolinea come i soldi per lo sport e la disabilità arrivino solitamente nel mese di aprile. Monteleone, però, chiede più attenzione per questa piccola (e importantissima) parte della famiglia dello sport. “La pandemia ha toccato anche noi e le nostre realtà. Speriamo di poter attingere anche noi a fondi straordinari come quelli che sono stati stanziati alle società delle varie federazioni. Non nego però che, visto il momento, sarebbe stato importante per il comitato e per le società che ne fanno parte avere qualcosa anche adesso”.
“Pari diritti, pari dignità”
Michele Tropiano è anche membro della Giunta del Coni Valle d’Aosta, il “governo” dello sport regionale che negli ultimi mesi - negli incontri della consulta dello sport con la Regione - ha approfondito la questione dei contributi e ha permesso che le società avessero quella boccata d’ossigeno (un milione e 240mila euro) che gli permetterà forse di portare avanti il loro lavoro anche durante la pandemia. “Sapevo che il Comitato Paralimpico e le 5 società affiliate (Disval, Avres, Ecole du Sport Courmayeur, Valdigne Triathlon e Centro Nuoto Saint-Vincent) non sarebbero spettate le sovvenzioni in questo momento. - continua Michele Tropiano, ex presidente del Centro Servizi Courmayeur - Però una riflessione è d’obbligo. Anche noi abbiamo dovuto far fronte a spese impreviste, quelle relative alle sanificazioni di ambienti e strutture in vigore dalla scorsa primavera. Soffriamo come tutte le realtà dello sport questa prolungata impossibilità di praticare le discipline che amiamo, che sono agonismo e anche e soprattutto incontro, solidarietà e capacità di migliorarsi”.
Michele Tropiano non vuole rivedere i meccanismi della legge 3 del 2004 né polemizzare con le istituzioni. Chiede però soltanto che anche lo sport per i diversamente abili abbia “Pari dignità e pari diritti di quello dei normodotati. Non chiediamo scappatoie o trattamenti di favore, solo ricordiamo alla Regione che esistiamo anche noi. E che pure il piccolo mondo paralimpico valdostano ha avuto e avrà tante difficoltà per uscire da un momento difficile come quello della pandemia. Come per lo sport di base, anche l’attività delle nostre società ha un fine sociale importante e riconosciuto a ogni livello. Bisogna fare in modo di tutelare chi ogni giorno si mette in gioco per dare una mano a coloro che sono meno fortunati”.