Consorzio Vini, modificato il disciplinare “Doc Valle d’Aosta anche per gli spumanti”

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«Garantire la tracciabilità dell'uva prodotta in Valle d'Aosta». E’ uno degli obiettivi della modifica al disciplinare di produzione dei vini della Valle d’Aosta approvata venerdì scorso, 14 giugno, durante l'assemblea del Consorzio Vini VdA che in una nota esprime in merito «grande soddisfazione». «Questa revisione rappresenta un passo importante verso il miglioramento della qualità e della valorizzazione dei vini della Valle d’Aosta, le modifiche mirano ad attualizzare il disciplinare e a garantire la tracciabilità e dare valore all’uva prodotta in Valle d’Aosta. - spiega il presidente del Consorzio Vincent Grosjean - La modifica aveva innanzitutto lo scopo di riallineare il disciplinare alle nuove norme comunitarie e nazionali ed è il frutto di un lungo lavoro di concertazione con i produttori locali, gli esperti del settore e le istituzioni. Si è anche inteso valorizzare quelle produzioni che fino ad ora non potevano rivendicare la Doc, in particolare gli spumanti. Siamo convinti che queste novità contribuiranno a rafforzare l’identità e la competitività dei nostri vini sul mercato nazionale e internazionale. Il disciplinare era fermo da più di 15 anni». L’assemblea ha aperto la seduta con un minuto di silenzio in ricordo di Gualtiero Crea , vignaiolo dell'azienda Les Granges di Nus, scomparso da poco, che ha contribuito con il gruppo di lavoro alla modifica del disciplinare.

La Doc per gli spumanti

La novità più concreta delle modifiche al disciplinare è che è stata inserita la possibilità di indicare la Doc anche per i vini spumanti. Finora l’unica “bollicina” Doc valdostana era il Blanc de Morgex et de La Salle. «Si tratta di vini che fino ad oggi non potevano rivendicare la Denominazione pur essendo prodotti da uve valdostane perché nella nostra Doc non c’era la tipologia spumante. Ora è stata inserita sia per il Metodo Classico che per il Metodo Martinotti. - sottolinea il presidente Vincent Grosjean - Nella nostra Doc compare sempre l’indicazione “Valle d’Aosta” e, soprattutto per le aziende emergenti, identificare i prodotti con il marchio “Valle d’Aosta” è estremamente importante. Prevediamo di avere un aumento fin dal primo anno di 100mila bottiglie Doc».

Verso la Doc per il vino Clairetz

Un’altra novità è un pochino più “di nicchia” e riguarda il vino Clairetz, anch’esso in procinto di ottenere la Doc in seguito alle modifiche al disciplinare. Si tratta di un vino di antichissima produzione composto da uve Picotendro e Neret la cui riscoperta e successiva valorizzazione sono state possibili grazie alle ricerche e agli studi di Rudy Sandi e Giulio Moriondo. «Ci sono già alcune aziende che ne stanno sperimentando la produzione: siamo in fase di confronto e, appunto, di sperimentazione» conferma Vincent Grosjean.

Il mondo della viticoltura valdostana è in positivo fermento, insomma, e si appresta a far degustare i suoi prodotti al grande evento “Vini in Vigna”, in programma sabato 3 agosto a Saint-Pierre.

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