Consiglio Valpelline Agente di Polizia penitenziaria e maniscalco alla Fiera di Sant’Orso A St-Rhémy-en-Bosses l’ultimo saluto al cuore d’oro di Luca Zanetti

Consiglio Valpelline Agente di Polizia penitenziaria e maniscalco alla Fiera di Sant’Orso A St-Rhémy-en-Bosses l’ultimo saluto al cuore d’oro di Luca Zanetti
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Una folla di persone ha partecipato lunedì scorso, 10 ottobre, nella chiesa parrocchiale di Saint-Rhémy-en-Bosses, ai funerali di Luca Zanetti, scomparso a soli 54 anni a causa di un tumore. Persona buona, semplice e generosa, sempre disponibile con tutti, lascia un vuoto nelle moltissime persone che gli hanno voluto bene. Per tanti Luca Zanetti era il maniscalco che - durante la Fiera di Sant’Orso - attirava sempre un affollato capannello di spettatori ammirati in via Xavier De Maistre quando, insieme al suo amico fraterno Michel Pelliccioni di Gignod, cominciava a battere sulla grande incudine per forgiare i ferri per i cavalli: il loro colpire ritmato e incredibilmente coordinato diventava una musica, un’esibizione artistica. Lui, con le gambe larghe e il cappello da cow boy calcato in testa, maneggiava con perizia il pesante martello, con un movimento frenetico e quasi ipnotico. Era originario di Bergamo, terra di cui aveva mantenuto l’accento. Da ragazzo aveva imparato il mestiere di resinatore di barche, mettendo già in mostra quelle notevoli abilità manuali che lo hanno caratterizzato per tutta la sua vita. Fece il servizio militare a Napoli e poi ad Aosta, dove “fece firma” e si fermò. Entrò a fare parte del corpo di Polizia penitenziaria al carcere di Brissogne, con il delicato compito di traduzione e piantonamento dei detenuti: lì conobbe Tiziana Alliod di Saint-Rhémy-en-Bosses, che era vigilatrice penitenziaria trimestale. Raccontava sempre che il loro amore era nato al Luna Park. E lui davvero amava divertirsi, ridere, scherzare e fare festa. Si sono sposati nel 1993 e hanno formato una bella coppia affiatata. In paese lo chiamavano “socio” o “gringo” o “il ragazzo che sussurrava ai cavalli” per la sua grande passione per gli equini, che cavalcava con destrezza insieme a Michel Pelliccione, che lui chiamava il suo “fratellone”. Buono cordiale e generoso, era pure un ottimo cuoco, oltre che appassionato di motociclette. Era andato in pensione presto ma non ha potuto godersi a lungo le sue passioni. Due anni fa la diagnosi della malattia, le cure pesanti affrontate con straordinario coraggio. Della malattia parlava poco e non se ne lamentava mai. Amava troppo la vita. Quando passava in auto salutava sempre tutti con un colpo di clacson, un sorriso, il “poudzo”. Si è spento venerdì scorso, 7 ottobre. E mentre la moglie Tiziana Alliod lo ricordava in chiesa con un commovente discorso e i suoi ex colleghi lo omaggiavano con un picchetto d’onore, in tanti immaginavano che Luca Zanetti continuasse a cavalcare per sempre, con il suo immancabile sorriso, nelle infinite praterie del cielo. Oltre alla moglie, lascia la mamma Ornella Salerno e i fratelli Michele e Adam.

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