Consiglio comunale: tengono banco Puchoz, aumento delle tariffe e Aps
Il futuro dello stadio Puchoz è tornato d’attualità in occasione del Consiglio comunale di Aosta convocato mercoledì 21 e giovedì 22 aprile. Infatti è stata respinta la mozione di Forza Italia per restituire all’impianto la destinazione di luogo del calcio per la città, sport che conta «oltre 500» praticanti nel capoluogo regionale. Si sono espressi a favore della mozione Paolo Laurencent e Renato Favre di Forza Italia, si sono astenuti Lega Vallée d’Aoste e Rinascimento Valle d’Aosta mentre ha espresso voto contrario la maggioranza, che ha l'obiettivo di realizzare un parco nella zona. Per destinare al calcio lo spazio è stata lanciata una raccolta firme che - si legge nella mozione - ha già raggiunto le 1.000 sottoscrizioni. Dopo oltre un anno di emergenza sanitaria «La città ha bisogno di dare spazi aperti alla cittadinanza. Ha in mente uno spazio frequentato da sportivi», con gli street food, che incentivo «Può dare al commercio?» ha risposto a Paolo Laurencent il sindaco Gianni Nuti, respingendo le negative prospettive per i negozianti della zona prospettate dal consigliere di minoranza. «Noi crediamo che l'area vada rivista - ha sostenuto Paolo Laurencet - e valorizzato lo stadio. Un progetto così invece non è sufficiente per spazi e i campi non sono omologati per un certo livello di calcio. Ci sono campi da baseball, un percorso vita, e poi una parte ibrida. I costi in una struttura aperta sono decisamente superiori a una chiusa, e ad oggi la Giunta non è riuscita a gestire i costi in una struttura chiusa». In questo senso, la mozione chiedeva di destinare i fondi destinati alla demolizione dello stadio al completamento degli interventi di «Manutenzione straordinaria già effettuati e programmati nella zona occupata dagli spogliatoi e dal tunnel di uscita degli atleti così da rendere l’area degli spalti e quella sottostante accessibili ed agibili».
Successivamente, a seguito della discussione dopo l’illustrazione della relazione conclusiva della Commissione speciale Covid-19, il capogruppo di Rinascimento Valle d’Aosta Giovanni Girardini ha denunciato aumenti di tariffe comunali a danno di cittadini e operatori «Scandalose per entità e importi e del tutto negate precedentemente, allorché fu dichiarato che l'aliquota comunale dell'addizionale Irpef elevata dallo 0,30 allo 0,50 per cento, misura già di per sé molto iniqua vista la contingenza, sarebbe stato l’unico aumento attuato dall’Amministrazione comunale. Al riguardo la minoranza intera si era opposta in sede di approvazione di bilancio all’aumento dell’addizionale comunale che porterebbe circa 700.000 euro in più nelle casse del Comune prelevando la somma dalle tasche dei cittadini, ma vista l’impossibilità di impedire il provvedimento della Giunta, ci eravamo per lo meno preoccupati di avere garanzia che non aumentasse nient’altro». Secondo Rinascimento Valle d’Aosta la stangata riguarda le tariffe pubblicitarie e di occupazione suolo pubblico, con aumenti, a seconda dei casi, da un minimo del 100 per cento fino a un massimo di oltre l’800 per cento. «Riteniamo questa una vergognosa operazione da parte dell’Amministrazione comunale che va a infierire in modo estremamente pesante sugli operatori in un momento di pesantissima crisi economica, con aumenti a 3 cifre delle tariffe. - ha evidenziato Giovanni Girardini - Inoltre è gravissimo come a fronte di una relazione approvata da tutti i capigruppo con chiara delineazione di impegni di riduzione delle tariffe, si assista invece nel concreto addirittura a aumenti elevatissimi, ossia all’esatto contrario. Per questo e per contestare in modo diretto e concreto l’operato della Giunta Nuti, Rinascimento Valle d’Aosta annuncerà a breve la data di una manifestazione pubblica».
La risposta è giunta dalla vicesindaca che ha la delega alle Finanze Josette Borre, secondo la quale si è trattato di «Un errore sul regolamento del Piano tariffario in via di correzione. Con tanto di rimborsi per chi ha pagato canoni “gonfiati”». Josette Borre ha aggiunto che «Il canone unico era appena entrato in vigore. C’era un obbligo di legge che riunificava 3 imposizioni differenti in un unico regolamento. La tariffa aumentata è semplicemente il risultato di alcuni errori nei conteggi. I nostri Uffici si sono messi in contatto con quelli dell’Aps e nell’elaborazione delle nuove tariffe è stato molto difficile fare le simulazioni caso per caso. Stiamo facendo tutti i correttivi necessari per riallineare quanto non lo è». Josette Borre ha quindi assicurato che «Nessuno voleva aumentare l’imposizione. Stiamo lavorando per correggere. È stato fatto un incontro per ridefinirne i coefficienti e stiamo facendo un controllo in tutti i campi».
Sempre Giovanni Girardini ha poi sollevato un’altra questione relativa all’Azienda pubblici servizi. «Negli anni c’è stato uno sforamento del tetto massimo dei premi, una cosa ormai assodata, da parte dell’Amministrazione comunale. - ha puntualizzato Girardini - Non siamo qui a discutere se sia giusto o sbagliato attribuire un premio ai consiglieri del Consiglio di amministrazione, ma la restituzione della parte eccedente rispetto al tetto definito dalla legge Madia». Giovanni Giradini ha quindi evidenziato: «Ci sono state anche delle spese legali da sostenere per richiedere queste restituzioni ai consiglieri di amministrazione in questione, alcuni dei quali si rifiutano di restituire la parte del premio che supera il limite massimo». La richiesta è quella di vigilare e di avviare - si legge nell’impegnativa della mozione - «Ogni dovuta azione per tutelare la Società, rispetto a compensi eventualmente indebitamente trattenuti dai consiglieri componenti l’Organo amministrativo nel periodo tra il 2015 e il 2018» . Il sindaco Gianni Nuti replica ha risposto che «Al momento tutti gli ex consiglieri del precedente e quelli dell’attuale Consiglio di amministrazione hanno restituito la somma, tranne 1. Per questo motivo abbiamo presentato un’istanza al Tribunale per ottenere un decreto ingiuntivo».