«Confronto con Roma per prorogare la concessione alla Sitrasb dal 2034 al 2050»
È’ stata convocata martedì scorso, 25 maggio, l’assemblea della Sitrasb, la Società italiana Traforo Gran San Bernardo. Gli azionisti sono la Regione per il 63,5 per cento e la Società Autostrade Valdostane-Sav per il restante 36,5 per cento. L’assessore regionale con delegata alle Partecipate Luciano Caveri è intervenuto in videoconferenza ricordando che «Come azionisti siamo consci delle gravi conseguenze sul bilancio delle riduzioni di traffico a causa del Covid-19. Così come ci appare chiaro il pesante piano di investimenti necessari negli anni a venire sia dentro il tunnel che nel lungo sistema stradale di accesso al traforo e questo ci obbliga ad una interlocuzione con Roma per spostare la concessione dal 2034 al 2050. Questione su cui stanno già lavorando gli svizzeri. Questo triangolo di rapporti politici fra Aosta, Roma e Svizzera deve tenere conto anche dei rapporti con le autorità comunitarie».
Il presidente della Sitrasb Silvano Meroi osserva che «Dalla fine di febbraio del 2020 la diffusione dell’epidemia e le misure per farvi fronte hanno avuto significative ripercussioni sull’attività economica del Traforo del Gran San Bernardo. La pandemia, diffusa in tutti i Paesi dell’area europea, ha creato un contesto di generale incertezza i cui effetti, non prevedibili né determinabili, hanno inevitabilmente ridotto la mobilità e generato una significativa riduzione dei volumi di traffico su scala internazionale e, di conseguenza, sul tratto di competenza della Sitrasb con una riduzione totale di traffico del 43,14 per cento».
La vocazione turistica del traforo è stata fortemente penalizzata dalle conseguenze delle misure restrittive di contenimento dell’epidemia, dal crollo dei consumi e dai gravi effetti sull’occupazione. «Nel terzo trimestre dell’anno, con la graduale revoca delle restrizioni, - ammette Silvano Meroi - si era registrata una lieve ripresa. Con ragionevolezza e con molta cautela si era immaginato che la riapertura dei confini avrebbe permesso un recupero di passaggi, proprio grazie ad un’intensificazione del traffico estivo. Purtroppo, anche a causa dei riflessi emotivi e dallo strascico delle restrizioni, e considerata anche l'esigenza di ridurre le spese non essenziali, la scelta degli utenti è andata sul turismo di prossimità». Al tunnel del Gran San Bernardo è sostanzialmente mancato, quindi, il grande afflusso di turisti stranieri che, dal nord Europa, si muovono alla volta delle consuete mete turistiche italiane. «Tutto ciò ha inevitabilmente causato una forte contrazione degli introiti da pedaggio, fino a un decremento totale dei ricavi del 42,39 per cento. - calcola Silvano Meroi - I crolli verticali del transito leggero, caratteristica predominante del traffico al traforo, non sono stati in nessun modo mitigati dall’ininfluente flusso di spostamenti commerciali».