Concorso per ginecologi, è stata annullata con rinvio la condanna del primario Livio Leo
Livio Leo, 60 anni, direttore della struttura di Ostetricia e Ginecologia dell'Usl della Valle d'Aosta, dovrà affrontare un nuovo processo di secondo grado ma per la sola ipotesi di reato di rivelazione di segreto d'ufficio. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione che martedì scorso, 2 ottobre, ha disposto l'annullamento con rinvio ad altra Sezione della Corte d'Appello di Torino per questa accusa.
Annullate senza rinvio, invece, le condanne per abuso d'ufficio nei suoi confronti e di un altro medico, Enrico Negrone, 64 anni, dirigente di Ostetricia e Ginecologia all’Ospedale di Borgosesia, in quanto il fatto non è più previsto dalla legge come reato.
Livio Leo ed Enrico Negrone erano imputati nel processo relativo a un concorso per medici ginecologi bandito dall'Usl della Valle d'Aosta nella primavera del 2018. Livio Leo - condannato in secondo grado a 10 mesi di reclusione per abuso d'ufficio e rivelazione di segreto d'ufficio - era presidente della commissione giudicatrice, di cui faceva parte anche Enrico Negrone, a cui in appello erano stati comminati 8 mesi di reclusione per abuso d'ufficio.
Con la formula «Per non aver commesso il fatto» erano invece già stati assolti i 4 candidati che avevano superato la prima prova scritta, poi annullata dall'Usl: Veronica Arfuso, Andrea Capuano, Francesca Deambrogio e Riccardo Fiorentino.
L'ipotesi di abuso d'ufficio riguardava la presunta violazione della legge in merito alla tipologia di prova scelta, che sarebbe dovuta consistere in una serie di quesiti a risposta aperta e non in un test con 50 domande a risposta multipla. La rivelazione di segreto d'ufficio deriva dall'ipotesi che le domande fossero arrivate prima della prova ai 4 candidati imputati, che avevano poi realizzato punteggi attorno a 27/30.
Il fascicolo dell’inchiesta era stato affidato al sostituto procuratore Luca Ceccanti era stato aperto nei primi mesi del 2018, a seguito di un esposto dell'allora assessore regionale all’Istruzione e Cultura Emily Rini. Secondo gli inquirenti durante il concorso erano stati favoriti proprio i 4 candidati finiti a giudizio, che conoscevano Livio Leo e che con lui avevano già curato pubblicazioni scientifiche. Erano stati gli unici a superare la prova contestata, dalla quale erano rimasti esclusi altri 3 ginecologi.