Conciliare utilizzo agricolo e turistico di sentieri e strade poderali Presentato uno studio sugli aspetti economici, giuridici e normativi
«Tenere elevato livello di manutenzione dei sentieri e delle strade poderali. Continuare nell’azione di comunicazione dei periodi di apertura e delle manutenzioni. Potenziare la segnaletica a inizio percorso. Adottare una classificazione delle difficoltà dei tracciati anche per i cicloturisti». Sono queste le raccomandazioni emerse al termine dell’incontro ospitato giovedì scorso, 30 giugno, a Palazzo regionale, organizzato dall’Assessorato dell’Agricoltura, per presentare lo Studio sugli aspetti giuridico-normativi ed economici relativi ai sentieri e alle strade poderali in Valle d’Aosta, realizzato in collaborazione con il Centro transfrontaliero sul turismo e l’economia di montagna dell’Università della Valle d’Aosta.
«Raccomandazioni che - secondo quanto detto da Giampaolo Viglia, professore ordinario di marketing dell’università - devono permettere quella condivisione dei percorsi tra bikers e pedoni che può fare da volano all'economia in un momento di difficoltà».
L’incontro è stato animato da domande pungenti in sala, dove erano presenti sindaci, tecnici, politici e presidenti di consorzi di miglioramento fondiario. Perché il tema è caldo e interessa molti settori della regione legati soprattutto all’agricoltura e al turismo.
L’assessore all’Agricoltura Davide Sapinet ha affermato che il tavolo tecnico sugli aspetti giuridico-normativi ed economici relativi ai sentieri e alle strade poderali della Valle d’Aosta «sarà integrato con i rappresentanti dei consorzi di miglioramento fondiario e dell’ufficio del turismo, perché dobbiamo guardare tutti nella stessa direzione. Lo studio non risolve le problematiche. Ne seguiranno altri. In passato l’utilizzo dei sentieri e delle strade poderali era solo agricolo, ma il mondo va avanti e l’utilizzo delle biciclette offre grandi opportunità turistiche». «Stiamo mettendo a punto una nuova delibera per le spese di gestione dei consorzi di miglioramento fondiario, prevedendo degli aiuti per le polizze assicurative» ha aggiunto Davide Sapinet.
Il coordinatore del Dipartimento risorse naturali Flavio Vertui ha, invece, posto l’accento sull’importanza «della condivisione dello studio, partendo da proposte creative sulla base di una corretta visione delle problematiche e criticità, e di assicurare i soggetti coinvolti di poter gestire le proprie responsabilità con la dovuta serenità. Questo è uno studio di partenza che dovrebbe darci una corretta visione del contesto in cui operiamo».
Il tema riguardante le responsabilità civili e penali relative l’utilizzo delle strade poderali è stato oggetto del dibattito nell’ambito della seconda parte dell’incontro. «Se una strada poderale è utilizzata per vent’anni dal pubblico, automaticamente, per usucapione, diventa strada pubblica. - ha spiegato il professor Roberto Calvo - Questo significa che il Sindaco è tenuto a difendere il divieto di chiusura e di consentire al pubblico l’utilizzo della strada. Anche per quanto riguarda i sentieri, va detto che colui che ha il percorso del sentiero (per fare un esempio che conduce a un rifugio) ha il controllo di fatto del sentiero, quindi non necessariamente deve essere il proprietario».