«Con un magistrato in meno è a rischio l’efficienza della giustizia in Valle d’Aosta»
«Con un posto in organico in meno saremmo in grado di offrire una giustizia raffazzonata». esprime una «grossa preoccupazione» per la possibile futura mancanza di un giudice il presidente del Tribunale di Aosta Eugenio Gramola. Con il pensionamento del suo predecessore, Massimo Scuffi, i posti coperti sono scesi a 7 sugli 8 previsti. Una «vacanza che si spera di coprire in tempi brevi». L'attuale discussione attorno alla revisione delle competenze dei Tribunali assegnerebbe la materia dei fallimenti al Palazzo di giustizia di Torino, o a quello Ivrea, togliendo un magistrato alla pianta organica di Aosta. Si tratterebbe di Marco Tornatore, che «dedica il 20 per cento circa della sua attività ai fallimenti» osserva il presidente Eugenio Gramola, occupandosi per il resto del tempo dell'attività penale, con «un elevato numero di sentenze». Per questo, assicura Eugenio Gramola, «mi sto occupando di far superare questo equivoco di fondo».
Dei 5 posti da giudice di pace, solo 2 sono coperti da magistrati, il cui periodo di applicazione sta per scadere. Un nuovo concorso prevede 2 posti per il tribunale di Aosta, «speriamo che vengano coperti» auspica Gramola.
Riguardo al personale amministrativo, «su 45 posti previsti sono 32 quelli coperti, di cui 4 sono risorse della Regione» riferisce il presidente del Tribunale. «Bisognerà vedere se la Regione ci potrà distaccare ancora qualcuno, in definitiva il funzionamento del Tribunale fa parte dell'interesse pubblico».
Commentando i dati dell’attività del Tribunale di Aosta nel 2017, il presidente Eugenio Gramola ha osservato che è ulteriormente scesa la durata dei procedimenti civili ad Aosta, attestandosi a soli 416 giorni. Si deve considerare infatti che già «i termini concessi alle parti per giungere a sentenze ammontano a 250 giorni». Un dato «eccezionalmente favorevole» è anche quello delle cause di lavoro: dai 60-70 giorni ai 4-6 mesi (con più testimoni e consulenze tecniche).
Merita attenzione la «mancanza di medici tra i consulenti tecnici, abbiamo chiesto a psichiatri e medici legali della Valle d'Aosta di dare la disponibilità, nonostante i ritardi nei pagamenti», ha spiegato Gramola.
In ambito penale invece si registra un «leggero aumento della durata dei procedimenti, in particolare per l'ufficio Gip». Una possibile spiegazione è legata ai tempi necessari per l'istituto delle messa alla prova e all'avvicendamento di più magistrati nell'ufficio «che non ha fatto bene alla rapidità della giustizia» ha chiosato il presidente Gramola. Dal 2015-2016 al 2016-2017 la durata è passata da 52 a 115 giorni per il registro noti dal Gip al Gup, da 78 a 134 per il dibattimento collegiale e da 96 a 117 per il dibattimento monocratico.
Per dare maggiore efficienza al Tribunale, il presidente Eugenio Gramola prevede di «risolvere i problemi di incompatibilità» con la «separazione delle funzioni di Gip da quelle di Gup» e di stabilire un «collegio penale fisso», formato dallo stesso Presidente e dai giudici Marco Tornatore e Maurizio D'Abrusco.
Il bilancio della ProcuraA fronte di un numero di delitti in calo del 12,9 per cento (da 4.235 nel 2016 a 3.689 nel 2017) si registra un incremento del 4,1 per cento delle persone denunciate dagli organi di Polizia giudiziaria (da 1.203 a 1.253) in Valle d'Aosta. In particolare 1.116 sono quelle denunciate in stato di libertà (più 1,4 per cento) e 137 quelle arrestate (più 33 per cento). Il 33,9 per cento dei delitti attribuiti originariamente a ignoti risultano scoperti (in Italia è il 27,17). I dati sono contenuti nel bilancio sociale 2017 della Procura, presentato dal pm Eugenia Menichetti. Ad Aosta viene commesso il 41,7 per cento dei delitti registrati sul territorio regionale. Il 77,1 per cento delle persone deferite alla Procura della Repubblica di Aosta, in stato di arresto o libertà, è di nazionalità italiana; cifra che cala al 75 per cento per quanto riguarda i reati predatori, come i furti. A livello nazionale il calo complessivo dei reati è dell'8 per cento.
Nel corso del 2017 secondo la Pm Eugenia Menichetti è stata «buona la produttività della Procura di Aosta». Infatti, per i fascicoli a carico di persone note (modello 21), sono stati 1.944 i procedimenti penali aperti a fronte di 2.068 conclusi. Analogamente, nel caso dei fascicoli per reati a carico di ignoti (modello 44) le cifre sono state rispettivamente 1.433 e 1.638, per quelli senza notizia di reato (modello 45) 862 e 931, per quelli di competenza del giudice di pace (modello 21 bis) 246 e 341. Sono stati spesi 178.498 euro per intercettazioni telefoniche e ambientali. «Hanno costi elevati e per questo la Procura le utilizza con accortezza», ha sottolineato la pm Menichetti, aggiungendo che la spesa è comunque «inferiore a quella per il servizio di vigilanza armata del palazzo di giustizia», che ammonta a 189.920 euro.
A maggio è atteso un nuovo sostituto procuratore, Francesco Pizzato, a cui sarà affidato un nuovo dipartimento di indagine, che affiancherà quelli già esistenti: Pubblica amministrazione ed economia (seguito dal pm Luca Ceccanti), Persona e comunità familiare (del pm Carlo Introvigne) e Ambiente e territorio (del pm Eugenia Menichetti).
La Procura di Aosta, ha spiegatoLa pm Menichetti, è «la prima nel distretto della Corte d'Appello di Torino» ad aver introdotto, come previsto dalla recente riforma, l'ufficio di collaborazione del procuratore, che si avvale di quattro viceprocuratori onorari (vpo). Il loro lavoro si estende ora anche ai fascicoli contenenti notizie di reato, sia nella fase di indagine sia in quella di giudizio. La spesa per i Vpo, nel 2017, è stata di 45.978 euro. Quella per ausiliari del magistrato, come consulenti, periti e traduttori, di 69.458 euro.