«Con le chiusure del traforo perderemo 125 milioni all’anno»
«Quando si perde una quota di traffico non solo è difficile recuperarla ma si creano dei problemi anche ad altre realtà». A dirlo, riferendosi alle future chiusure del Monte Bianco, stimate in 3 mesi e mezzo per 18 anni, è il presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin, in apertura del convegno «Edilizia, mobilità e sviluppo nel Nord Ovest» - mercoledì scorso, 5 luglio - ospitato nel salone Cinema alpino della Skyway di Courmayeur. Con la chiusura del collegamento tra Francia e Italia, «pensare che il traffico possa essere tutto riassorbito sul tunnel del Frejus fa del male alla realtà che ne è toccata negativamente perché impossibilitata a attraversare le Alpi, e all'altra realtà che ne è sovraccaricata». Quanto alle interlocuzioni con i francesi per il raddoppio, «abbiamo messo sul piatto statistiche e studi che evidenziano e rassicurano sugli impatti dal punto di vista ambientale», spiega Renzo Testolin. Che ricorda che con le chiusure si prevede una perdita di 125 milioni di euro, circa il 10 per cento del Pil della regione, oltre alle ricadute in ambito sociale, e ribadisce l'importanza di trovare «meccanismi e sinergie comuni», anche a livello europeo.
«È importante procedere sulla strada del raddoppio ma la realtà dei fatti è che questo traforo chiude» ha detto invece il presidente di Confindustria Valle d'Aosta, Francesco Turcato, intervenuto al convegno. Confindustria della Valle d'Aosta è stata tra i primi, un anno fa, a portare all'attenzione pubblica il tema del raddoppio del collegamento tra Italia e Francia.
Per Turcato, «la politica francese è restia e ostile perché non ha ben compreso la questione o gli è stata spiegata male: non c'è nessuna intenzione di aumentare i volumi di traffico ma c'è una questione di sicurezza».
Quello del tunnel «è un tema fondamentale per tutto il paese» rileva Federica Brancaccio, presidente dell'Ance, l'Associazione nazionale costruttori edili, chiudendo il convegno. «Qui siamo tutti d'accordo» sul raddoppio, «il problema si sposta a livello di relazioni internazionali e tutto è nelle mani del governo», dice. E conclude confermando la disponibilità «a fare qualcosa attraverso la nostra federazione europea per fare operazione di sana lobby e far capire all'Europa l'importanza del tema».
Edilizia in salute nonostante tutto
Sono circa 2.200 le persone che in Valle d'Aosta lavorano nel comparto dell'edilizia. «Negli anni sono molto diminuite - in passato abbiamo sfiorato i 4.000 dipendenti - e il problema più grosso del comparto è trovare le persone. Il fatto che i lavori debbano essere eseguiti in tempi molto stretti ci crea dei problemi», ha spiegato Laurent Visini, presidente della sezione edile di Confindustria Valle d'Aosta, aprendo il convegno «Edilizia, mobilità e sviluppo nel Nord Ovest».
«Il nostro settore sta vivendo un momento ottimo. - ha aggiunto - Usciamo dalla fase 'superbonus', che ha creato anche qualche fastidio, e siamo entrati nella fase 'Pnrr' con dei tempi molto stretti. Non possiamo lamentarci ma cerchiamo di guardare oltre. E oggi il tema è trovare la forza lavoro».