Con la solenne celebrazione eucaristica in Cattedrale concluse le celebrazioni per il 50esimo anniversario della morte di monsignor Maturino Blanchet
Domenica scorsa, 10 novembre, la Diocesi di Aosta con la solenne celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Franco Lovignana in Cattedrale ha concluso i 3 giorni di celebrazioni per ricordare il 50esimo anniversario della morte di monsignor Maturino Blanchet, vescovo di Aosta dal 1946 al 1968. Venerdì 8 novembre il Théatre de la Ville ha ospitato la doppia conferenza, con moderatrice Vanna Balducci, sulla figura di monsignor Maturino Blanchet, in qualità di religioso e di vescovo. Le relazioni sono state tenute dal professore padre Fabio Ciardi OMI e da Alessandro Celi, storico. Sabato 9 novembre, nel giorno in cui la Chiesa faceva memoria della Dedicazione della Basilica Lateranense, alla presenza di centinaia di fedeli, la Comunità dei Padri Oblati di Aosta ha ricordato monsignor Maturino Blanchet Omi, con la Messa solenne presieduta dal Superiore Generale degli Oblati di Maria Immacolata, Luis Ignacio Rois Alonso, e celebrata con il Provinciale della Provincia Mediterranea, Javier Montero Infantes, con gli Oblati di Maria Immacolata di Aosta e due diaconi. La Corale parrocchiale diretta da Alessandro Rota ha animato la liturgia della XXXII domenica del Tempo Ordinario. Il Superiore Generale degli Oblati ha iniziato l’omelia dicendo: «Sono molto contento di celebrare con voi questa Eucarestia nella chiesa di Maria Immacolata, la nostra Patrona, e il 50esimo anniversario del passo alla vita eterna del nostro confratello monsignor Blanchet, che nella sua vita è sempre rimasto fedele al vangelo. Ho pensato che voi siete una comunità cristiana che prega e che in qualche modo siete i custodi della memoria di mons. Blanchet, i cui resti mortali sono sepolti qui. Poi riferendosi al vangelo del giorno che parla della vedova povera che getta due monetine nel tesoro del Tempio ha aggiunto: ”Quella vedova con il suo gesto ha commosso Gesù che ha chiamato a sé i suoi discepoli per dire di quella povera che ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri che hanno messo solo parte del loro superfluo. Noi Oblati di Maria Immacolata facciamo la nostra oblazione a Dio totalmente, come aveva fatto monsignor Blanchet per vivere e predicare il vangelo. Ho pensato che monsignor Blanchet in alcuni momenti della sua vita ha dovuto fare la sua oblazione a Dio un po’ controcorrente, ad esempio quando è stato nominato Provinciale e quando è stato nominato vescovo. In entrambe le circostanze aveva scritto ai suoi superiori di non essere in grado di farle, ma poi giustamente ha ricordato che era un Oblato e doveva rinunciare alle sue aspettative e ai suoi sogni».
Il Superiore Generale degli Oblati ha poi concluso: «Gesù vedendo quella povera vedova ha pensato a sua Madre che ha offerto tutta sé stessa all’opera di Dio e a suo Figlio, il Salvatore. Possiamo collegare l’oblazione di Maria a monsignor Blanchet, che era molto devoto a questo santuario e ne aveva voluto la costruzione».
Prima della benedizione finale padre Marcello Sgarbossa ha invitato i sacerdoti e i fedeli a compiere un gesto semplice e significativo, andando a deporre un lumino acceso davanti alla tomba di monsignor Maturino Blanchet posta ai piedi della statua di Maria Immacolata, sua Celeste Vigilatrice.