Con il ministro degli Esteri José Manuel Albares al sommet il bilancio della presidenza spagnola
A Saint Vincent il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha inaugurato lunedì scorso, 18 dicembre, la prima edizione del Grand Continent Summit. Al termine del semestre spagnolo di presidenza del consiglio europeo, il discorso è l’occasione per stilare il bilancio dei mesi passati e tracciare la rotta politica per i prossimi anni. Riflettere e agire per rafforzare internamente l’Europa, dalla giustizia economica alla transizione verde, significa anche rafforzare un attore globale stabile e collaborativo in un momento in cui il multilateralismo è sempre più minacciato.
«Caro Gilles, caro Renzo, cari tutti, grazie per l’invito ad aprire la prima edizione del Grand Continent Summit, organizzato in collaborazione con la Regione Autonoma Valle d’Aosta. - ha detto il ministro José Manuel Albares - In questi tempi complessi, in cui gli eventi geopolitici si susseguono a un ritmo che non si vedeva da decenni, è più che mai importante creare sedi di confronto e dibattito.
Il Grand Continent gode di una reputazione consolidata come pubblicazione europea, nella portata e nella vocazione, interessata alle principali tendenze e dinamiche che interessano il nostro continente. Con il suo lavoro e le sue analisi, fornisce un contributo essenziale al progetto europeo, avvicinando l’Unione alle sfide globali che essa e i suoi cittadini devono affrontare. Oggi, con la prima edizione del Summit, il Grand Continent compie un ulteriore passo avanti riunendo personalità politiche e pensatori per riflettere su scala europea. Azione e riflessione devono procedere insieme se vogliamo rimanere attori internazionali efficaci in un mondo sempre più interconnesso e complesso.
Viviamo infatti in un mondo più instabile e pericoloso rispetto a 30 anni fa. La guerra in Ucraina, la crisi in Medio Oriente e la crescente instabilità nel Sahel sono tutti esempi della stessa tendenza: la lenta erosione di un ordine internazionale basato sulle norme e la crescente atomizzazione della politica internazionale.
Come europei, conosciamo meglio di chiunque altro l’importanza di questo ordine fondato sulle norme. È essenziale per la coesistenza pacifica e incoraggia la prosperità e, in ultima analisi, può anche rappresentare una questione di vita o di morte.
I valori e i principi alla base dell’ordine internazionale sono gli stessi che stanno alla base dell’Unione europea: tolleranza, rispetto, democrazia, diritti umani e non discriminazione. Non è una sorpresa, perché il progetto europeo è nato da un periodo di sfrenata competizione geopolitica che ha portato al disastro. Ecco perché essere europei nel 2023 significa lavorare per un mondo pacifico e prospero.
Questo è anche il motivo per cui, come europei e come Unione europea, abbiamo tutto l’interesse a fare tutto ciò che è in nostro potere per difendere e proteggere il multilateralismo e l’ordine basato sulle norme, che oggi altri attori mettono in discussione.
Il progetto europeo va a beneficio del nostro continente e dei nostri cittadini, ma è importante anche per il mondo. Lo vediamo oggi, mentre gli ucraini lottano contro un’aggressione brutale e ingiusta per poter far parte di questo progetto.
Non possiamo però garantire il futuro globale dell’Unione europea e non possiamo difendere efficacemente l’ordine internazionale se non abbiamo prima il sostegno dei cittadini europei: il progetto europeo è forte nella misura in cui i suoi cittadini credono nel progetto stesso e nella sua capacità di fornire soluzioni ai problemi che riguardano le loro vite. Per questo motivo abbiamo deciso di strutturare la Presidenza spagnola attorno a quattro assi che riteniamo l’Unione debba seguire nella sua strategia per diventare un attore più forte all’interno e all’esterno: la reindustrializzazione dell’Unione e il rafforzamento della sua resilienza, la transizione verde e l’adattamento ambientale, la promozione della giustizia sociale ed economica e, infine, il rafforzamento dell’unità europea.
Vorrei poi soffermarmi sul processo di allargamento, dato che anche qui la Presidenza spagnola è giunta in una fase decisiva. Siamo molto orgogliosi che la scorsa settimana il Consiglio europeo, da noi presieduto, abbia deciso di aprire i negoziati con l’Ucraina e la Moldavia. Questa decisione fornisce un prezioso sostegno politico e morale a questi Paesi, che stanno affrontando una situazione estremamente difficile, l’Ucraina in particolare.
In sostanza, l’Unione ha fatto molta strada per diventare un attore più assertivo ed efficace sulla scena mondiale e ha dimostrato di essere all’altezza della sfida, di parlare diplomaticamente e di agire geopoliticamente, senza compromettere i suoi valori e principi fondamentali. Lo abbiamo dimostrato con le sanzioni senza precedenti imposte alla Russia e con il passo davvero storico dell’apertura dei negoziati di adesione con l’Ucraina.
Le sfide globali come il cambiamento climatico, la salute globale, le questioni digitali e la migrazione possono essere affrontate solo con un approccio multilaterale. Se vogliamo svolgere un ruolo centrale nel preservare il multilateralismo, dobbiamo impegnarci attivamente su questi temi, garantendo di proteggere l’Europa e proiettando al contempo un programma positivo sulla scena mondiale.
Il mondo si trova in un momento decisivo in cui il valore aggiunto dell’Europa, della democrazia e della libertà è più importante che mai.
Durante la nostra presidenza, abbiamo lavorato per rendere l’Unione europea più capace di rispondere alle esigenze dei nostri cittadini e di affrontare le sfide future, perché i tempi appaiono incerti. Sono convinto che quello che faremo nei prossimi anni, come risolveremo le molteplici crisi che si stanno sviluppando nel mondo, come troveremo il modo di rispondere alle preoccupazioni dei nostri cittadini qui in Europa, sarà decisivo non solo per noi stessi, ma anche per il mondo. Se rafforzeremo la nostra unità e troveremo gli strumenti pertinenti, l’Europa contribuirà a portare la necessaria stabilità al suo vicinato e all’ordine internazionale.
Sfide di questa portata richiedono un pensiero strategico e una riflessione approfondita. È questo il contributo che il Grand Continent ha dato fin dalla sua creazione, qualche anno fa, e che continua a dare con lo svolgimento di questo Summit. Sono convinto che le discussioni che si svolgeranno qui nei prossimi giorni saranno essenziali per il futuro dell’Europa intera.»