«Con il latte si guadagna troppo poco, serve una “rivoluzione agricola”»

«Con il latte si guadagna troppo poco, serve una “rivoluzione agricola”»
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L’alpeggio Comianaz, di proprietà comunale e situato a 2.050 metri di quota nello splendido anfiteatro del vallone di Chavacor a Torgnon, ha ospitato sabato scorso, 9 luglio, il primo appuntamento dell’edizione 2022 di Alpages Ouverts. Al termine della giornata di festa, il conteggio parla di 200 biglietti venduti per il cabaret completo della degustazione servita all’ora di pranzo e un centinaio di ticket per il panino con l’hamburger di carne valdostana. A fare gli onori di casa erano i gestori, e futuri coniugi (si sposeranno a Châtillon il prossimo 8 ottobre), Luigi Mus e Giulia Cadoni. Giovani e belli, sono entrambi nati e cresciuti nel mondo dell’allevamento. Ma lui, in Valle d’Aosta tra le mucche, lei in Sardegna dove la sua famiglia nella zona di Escolca, a una settantina di chilometri da Cagliari, alleva un gregge di 500 pecore e dove è nata ed è cresciuta, fino ad arrivare tra le nostre montagne, nel 2016, per lavorare d’estate.

Si può dire allora che c’è sempre un amore galeotto da qualche parte al varco. Luigi e Giulia convoleranno a nozze condividendo la gioia con il loro Semuel di un anno, l’ultimo arrivato in casa Mus, dove non si perde la tradizione di famiglia, tramandata da 4 generazioni di nonni in figli e nipoti. Luigi, è uno dei figli (gli altri 2 sono Elso e Lucy, anche loro allevatori) di Samuele Mus e Lidia Porliod, che hanno gestito l’alpeggio Comianaz dal 1970.

«Ci siamo incontrati ad Antey-Saint-André, - racconta la futura sposa - ci siamo frequentati e innamorati. Per me non è stato difficile cambiare vita e ritrovarmi in questo mondo, visto che anche io provengo da una famiglia di allevatori. Luigi ed io condividiamo la passione per l’allevamento che ci permette di allevare il nostro bambino a stretto contatto con la natura». «Ma con il solo latte si guadagna troppo poco in proporzione all’impegno richiesto da questo lavoro. - incalza Luigi Mus - Non si possono fare progetti a lungo termine, perché non sappiamo mai quando arrivano i contributi». «Ecco perché - riprende Giulia Cadoni - bisognerà incominciare a pensare di variare. A mio parere, in Valle d’Aosta manca una vera e prolungata strategia di comunicazione e di marketing. Noi vorremmo puntare a questo». Aggiunge Luigi Mus: «Io sono cresciuto in questo ambiente e da sempre sapevo che avrei fatto l’allevatore. Giulia ha ragione e la festa di oggi è un modo per promuovere la nostra realtà, per dare la possibilità ai turisti di conoscere il nostro mondo, il nostro lavoro, le nostre fatiche, i nostri prodotti. Ma non posso nascondere una certa amarezza. Il latte serve appena per pagare le spese e le materie prime sono schizzate alle stelle. Allora io spero che ci sia presto una “rivoluzione agricola”, ma dico anche che occorre maggiore unione tra noi allevatori. Tutti insieme saremmo una vera forza!».

Il prossimo appuntamento con Alpages Ouverts sarà sabato prossimo, 23 luglio, all’alpeggio Veplace, a 1.830 metri di quota nel vallone di Saint-Barthélemy, nel Comune di Nus.

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