«Comunioni e cresime no, festa di fine Ramadan sì»: è polemica
Duro botta e risposta in Consiglio Valle sulla festa di fine Ramadan che si è svolta ad Aosta giovedì 13 maggio scorso. A portare l’argomento in aula - mercoledì 26 maggio - il gruppo Lega Vallée d'Aoste che ha interpellato il Governo regionale per avere informazioni sulle autorizzazioni allo svolgimento della festa di fine Ramadan.
«Vorremmo innanzitutto avere la conferma dell'autorizzazione all'effettuazione di questa iniziativa nella tensostruttura del Montfleury ad Aosta. Dalle immagini televisive di un servizio giornalistico - ha dichiarato Raffaella Foudraz -, si è visto chiaramente che sono stati somministrati alimenti e bevande ai partecipanti: sono stati rispettati tutti i protocolli per il contenimento del contagio da Covid? Dato che la Valle d'Aosta in quel periodo era classificata in zona arancione, ci chiediamo come sia stato possibile procedere a distribuire all'interno di una struttura chiusa bevande e alimenti, visto e considerato che non era possibile farlo nei pubblici esercizi».
Il capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, ha aggiunto: «Sono stupito dall'atteggiamento del Presidente della Regione che, il 25 marzo scorso, aveva affermato che tutti i focolai sono stati creati in ambito familiare o in momenti di convivialità, arrivando ad accusare una partita di bocce di essere stata volano del contagio. A inizio maggio ha espresso criticità, insieme con il Sindaco di Aosta, sulla manifestazione non autorizzata che si è tenuta in piazza Chanoux. Però nessun grido di allarme è stato lanciato per questa festa di fine Ramadan al chiuso, cui peraltro ha partecipato lo stesso Sindaco del capoluogo».
Il presidente della Regione, Erik Lavevaz, puntualizzato come «Il fatto dei contagi in ambito familiare sia purtroppo un'evidenza dimostrata» e richiamando «I protocolli che disciplinano le funzioni religiose in tempo di Covid, che affidano alle autorità religiose la responsabilità del rispetto delle prescrizioni di sicurezza», ha specificato: «Questa festa non necessita di alcuna autorizzazione specifica, come nessuna festività religiosa di qualunque confessione professata in Italia. Lo svolgimento è stato preventivamente comunicato alla Questura di Aosta, mentre il Comune di Aosta aveva autorizzato l’utilizzo della pista di rotellistica in località Montfleury, però per ragioni meteorologiche la festività è stata celebrata all’interno della tensotruttura di Montfleury, struttura privata e regolarmente locata dall’associazione Lega islamica autonoma della Valle d’Aosta. Nel caso specifico, a quanto a nostra conoscenza la manifestazione si è tenuta nel rispetto delle distanze e dell'obbligo di indossare le mascherine ed è stato previsto un servizio d'ordine interno per garantire che tutto si svolgesse regolarmente.»
In merito alla somministrazione di alimenti e bevande, il Presidente ha osservato: «A quanto risulta, non vi è stata nessuna somministrazione, considerando che la somministrazione è una forma di commercio al dettaglio che prevede la vendita di alimenti e bevande. La festività in argomento si chiama “Festa della rottura del digiuno” e prevede alla fine delle preghiere la consumazione da parte dei fedeli di dolciumi, piatti tradizionali e bevande.»
«L'integrazione di qualsiasi individuo, di qualsiasi etnia, provenienza o ceto sociale, deve assolutamente passare dal rispetto delle regole. - ha rilevato Raffarella Foudraz -Questa sì che è la vera integrazione. Il 13 maggio, quando si è tenuta questa festa, la nostra regione era in zona arancione, non erano consentite diverse attività: sostare all'interno di un bar, festeggiare con la famiglia le comunioni o le cresime, assistere alle batailles de reines. E tutto questo per contenere la diffusione del virus. Peccato poi che arrivino le immagini di questa festa. Ai politici che hanno partecipato a questa manifestazione per dimostrare l'integrazione di una comunità, ricordo: l'integrazione passa dal rispetto delle regole, proprio per non creare differenze tra le persone».