Completo rifacimento del tetto per il vicino castello notarile
Quando Derby era una signoria autonoma ed ecclesiastica, facente riferimento ai Capitoli aostani della Cattedrale e di Sant’Orso, il centro amministrativo si trovava in quello che oggi è noto come il castello giudiziario, risalente al XIII secolo. Lungo la stessa importante strada, che dal passaggio fortificato di Pierre Taillé Runaz saliva sulla sinistra senza attraversare la Dora, venne costruita una seconda casaforte, questa volta privata ed attualmente denominata castello notarile, anche se è più un palazzo medievale. Le sue origini non sono certe, alcuni le fanno risalire al periodo di edificazione della sede signorile, altri a qualche secolo dopo. Sicuramente il grande fabbricato si presenta comunque imponente ed elegante, conservando un nucleo centrale più antico con un viret, la tipica scala a chiocciola delle abitazioni di pregio valdostane.
Attualmente di proprietà di Armida Villerin ed Ildo Villerin, sorella e fratello, il castello notarile è stato recentemente oggetto del completo rifacimento del tetto. Costruito molto probabilmente dai nobili Lachenal, fu sicuramente la sede di diversi notai, da cui deriva la sua denominazione, e l’ultimo conosciuto fu il notaio Vernaz, che ha lasciato la testimonianza della V è scolpita sul portone settecentesco in noce, insieme al simbolo di un ontano, che in francoprovenzale è appunto «verna». Per via ereditaria il castello è successivamente toccato ad Achille Villerin, padre degli attuali proprietari.
Per la sistemazione del tetto l’impresario edile di La Salle Camillo Lumignon ha perlopiù utilizzato le lose antiche preesistenti, sicuramente provenienti dalle cave della zona, proprio per salvaguardarne l’originalità. Un lavoro che ha consentito anche di abbassare la spesa inizialmente prevista di 123mila euro, sulla quale la Regione - in considerazione dell’importanza storica ed architettonica dell’edificio - ha concesso un contributo di 55mila euro.
Gli interni del castello notarile di Derby sono suddivisi in due unità abitative - una più ampia al secondo e terzo piano, l’altra al primo piano - dove risiedono i proprietari e che sono già stati ristrutturate dai fratelli Villerin, senza cambiare la suddivisione degli ambienti, anche perché lo spessore dei muri è notevole, raggiungendo pure il metro e mezzo.
Sfalsate rispetto ai due piani superiori, sono tra il primo e il secondo piano e tra il secondo e il terzo due camere, alle quali si accede tramite una scala di pietra, che non sale dagli appartamenti. Una di queste stanze era quella utilizzata del notaio Vernaz.
Alcune delle finestre in pietra lavorata, che danno sull’esterno, hanno il caratteristico arco a chiglia rovesciata in stile gotico, che si ripete negli stipiti del portone d’ingresso molto belli, caratterizzati da un’elegante modanatura e sull’architrave da una croce scolpita. La facciata della casaforte, come succedeva all’epoca per tutte le dimore signorili, è intonacata e l’attuale finitura grigia risale all’Ottocento.
Secondo la tradizione tra i due castelli di Derby sarebbe esistita una galleria di collegamento, successivamente chiusa, dove Armida Villerin ricorda ancora che, da bambini, lei ed i suoi amici giocavano.