Comité des Traditions di Avise, 50 anni di amore per il paese

Comité des Traditions di Avise, 50 anni di amore per il paese
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Erano trentaquattro gli abitanti di Avise che, cinquant’anni fa, fondarono il Comité des Traditions di Avise e anche oggi sono una trentina coloro che costituiscono ancora l’anima del paese. Le premesse per giungere all’istituzione dell’associazione erano state già poste nei mesi precedenti la fatidica riunione del 7 dicembre 1972: un gran parlare, discutere, progettare si fece tra gli interessati, stimolati in particolare dai due ideatori-propositori, Albino Vallet allora vicesindaco di Avise e Renato Lyabel, assessore comunale (e primo presidente del Comité), assecondati da Arturo Jacquemod, sindaco.

Da allora i due appuntamenti fissi sono la Festa della fiocca (la panna) a fine giugno e la castagnata, che si è svolta domenica 30 ottobre scorso a Runaz.

«Prima ancora di diventare una pro loco - spiega l’attuale presidente Manuel Junod - siamo nati come associazione. All’inizio di ogni anno i nuovi soci fanno domanda per entrare a far parte del Comité: abbiamo giovani di quindici anni e arriviamo agli ultra settantenni che hanno visto nascere il progetto. Tutti possono aderire, basta essere di Avise». Giovanni Milliery, Giancarlo Franzoni e Marisa Martinod per esempio erano tra i trentaquattro fondatori e ancora oggi - gli unici - fanno parte del Comité.

La prima riunione, quella costitutiva, si è tenuta nella sala consiliare di Avise giovedì 7 dicembre 1972. L’anno dopo, sono nati il costume di Avise e la maglia-divisa - blu e gialla come i colori del Comune - che contraddistingue i volontari. Primo presidente fu Renato Lyabel, poi Albino Vallet dal 1975 al 1983, Dario Garatti fino al 1985, Nerino Martinod fino al 1987, Elio Jacquemod fino al 1991, Vanda Jacquemod fino al 1997, Corrado Jacquemod fino al 2000, Marina Junod fino al 2003, poi dal 2003 fino al 2014 Elio Jacquemod e dal 2014 a oggi l’attuale presidente Manuel Junod.

Dal 1975 è stata inserita nel calendario regionale la Bataille des reines di Vertosan, che si è svolta anche la scorsa estate. Sono poi entrate nella tradizione la castagnata, le veillà, il «Concorso alunni» proposto dal 1977 per stimolare l’interesse degli scolari per le tradizioni del paese, con un valido supporto anche del parroco don Michele Giachino.

«A differenza delle pro loco, che hanno un direttivo e cercano poi i volontari alla vigilia delle iniziative - continua Manuel Junod - noi soci ci alterniamo nelle corvées, andando a preparare la festa nei giorni precedenti e riordinando tutto nei successivi. Ora soltanto i soci più anziani ne sono esonerati».

La testimonianza della lunga vita - e della buona salute - del Comité des Traditions di Avise sono i molti eventi proposti sempre con entusiasmo. L’acquisto dei macchinari e delle attrezzature, portati nei luoghi di festa, nel tempo hanno facilitato la preparazione dei pasti, anche se per riordinare e lavare ci vuole sempre «l’olio di gomito» dei soci.

La festa per «i primi cinquant’anni» del CTA, come i soci amano abbreviare il Comité des Traditions di Avise, dura quasi un anno in questo 2022. Oltre agli appuntamenti tradizionali, sono state messe in campo altre iniziative: alla vigilia della castagnata, sabato 29 ottobre, soci ed ex soci si sono ritrovati nel salone polivalente di Runaz per un apericena. Sabato 19 novembre il coro Les Notes Fleuries du Grand Paradis ha offerto un concerto nella chiesa parrocchiale di Avise, con un repertorio di canti popolari. Ma il ricordo che rimarrà è la maglietta «celebrativa»: «Per l’occasione - ancora Manuel Junod - abbiamo invertito i colori, scrivendo in blu su fondo giallo la nostra “Chanson du Pays”, pubblicata sul Messager Valdôtain del 1928. Dietro, la maglietta esprime il nostro grande “grazie” a tutti i soci: i loro nomi sono stati scritti in modo da comporre il numero cinquanta». Martedì 6 dicembre, vigilia del giorno del cinquantennale, è in programma l’assemblea generale del Comité: «Se “va per le lunghe”, a mezzanotte stapperemo una bottiglia per festeggiare l’anniversario!» conclude Manuel Junod.

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