Come sarà la Valle d’Aosta tra trent’anni? Dibattito tra esperti di vari settori
Si è svolta nella mattinata di lunedì scorso, 11 dicembre, nella Sala Olivero del Forte di Bard, la Tavola rotonda “Ecosistemi montani nel 2050”, promossa dall’Assessorato delle Politiche nazionali per la Montagna in collaborazione con Europe Direct Vallée d’Aoste e il Dipartimento politiche strutturali e affari europei, nel corso della quale l’assessore Luciano Caveri ha dialogato con vari esperti di alpinismo, parchi e aree protette, villaggi e città del futuro, ampelografia e enologia, biologia, zoologia e ricerca, per capire come potrà presentarsi la Valle d’Aosta tra trent’anni.
I relatori coinvolti hanno cercato di effettuare una proiezione del sistema montano valdostano dal proprio punto di vista.
Collegato da remoto dall’Oregon, Massimo Bionaz professore dell’Oregon State University, ex allievo dell’Institut agricole régional, ha illustrato la differenza tra la tipologia di montagne presenti in Oregon e quelle valdostane, per soffermarsi poi sulle similitudini che caratterizzano i due territori, chiamati ad affrontare questioni comuni quali il cambiamento climatico, la tutela dell’ambiente, il lavoro in campo agricolo e il futuro dell’allevamento per la produzione di carne e latte.
Rocco Scolozzi, ricercatore dell’Università di Trento e divulgatore scientifico, è intervenuto online tratteggiando i diversi atteggiamenti che si possono avere rispetto al futuro per evidenziare la necessità di essere lungimiranti e capaci di adattarsi ai cambiamenti che ci attendono (tra questi, oltre al cambiamento climatico, vi è il calo demografico), così da essere, per le generazioni a venire, ‘dei buoni antenati’.
Dell’impatto del cambiamento climatico sulla viticoltura ha parlato, invece, Giulio Moriondo, ricercatore in campo vitivinicolo, che ha illustrato le possibili ripercussioni sull’economia del sistema regionale, anche in termini di concorrenza esercitata dai Paesi che di recente hanno avviato la produzione vinicola. Dinanzi alla perdita di superficie coltivabile, alla siccità e all’impoverimento dei terreni si dovrà rispondere con un’attenzione e una cura ulteriore del suolo, che potrà passare anche dal recupero e mantenimento dei terrazzamenti che contraddistinguono il nostro territorio.
Federica Bieller - presidente di Funivie Monte Bianco Skyway - esperta di marketing e turismo, si è rivolta, in particolare, ai numerosi studenti presenti in sala per evidenziare che la vera risorsa sono i giovani cui è chiesto di ripensare il futuro comune. La promozione turistica della Valle d’Aosta si dovrà basare sulla tecnologia unita alla capacità di emozionare, di regalare esperienze e di suscitare sentimenti in chi decide di visitare la regione. In tal senso, grande attenzione dovrà essere rivolta alla diversificazione dell’offerta turistica, che dovrà coniugare tipicità, qualità e bellezza.
Il direttore del Parco del Gran Paradiso, Bruno Bassano, ha evidenziato come il Parco rappresenti un luogo significativo per la raccolta di dati ed ha approfondito le conseguenze del cambiamento climatico soprattutto sulla flora e la fauna valdostane. Alcuni fenomeni connessi all’aumento delle temperature sono già visibili, tra cui lo spostamento degli animali in zone altimetriche più elevate, la perdita di umidità dei suoli (che potrebbe generare problemi di desertificazione) e l’abbandono di attività antropiche nelle vallate.
Joel Bérard, ex allievo dell’Institut agricole régional, ora responsabile del Dipartimento sistema di produzione animale e salute animale dell’Istituto Agroscope di Friburgo, si è soffermato sul concetto di qualità in campo agroalimentare, che dovrà assumere in futuro una valenza più ampia, tale da inglobare anche la modalità con cui avvengono le produzioni e la sostenibilità ambientale.
Alex Armand, professore associato di economia alla Nova School of Business and Economics dell'Universidade Nova de Lisboa, esperto di dinamiche comportamentali nel contesto socio-politico attuale, ha rimarcato l’importanza di essere lungimiranti, così da rispondere ai cambiamenti in corso che possono anche porsi come opportunità, se affrontati correttamente. Sempre Armand ha accennato alle nuove tecnologie che potranno essere uno strumento utile per rispondere alle sfide, specie da parte dei giovani che hanno migliore attitudine all’utilizzo di tali strumenti.
In ultimo Ezio Marlier presidente dell’Unione Valdostana Guide Alta Montagna, ha sottolineato che la Valle d’Aosta è una filiera e le guide alpine sono un anello di questo scenario: partendo dalle tradizioni occorre valorizzare la qualità e mantenere i mestieri del territorio, adeguandosi e trasformandoli tenendo conto delle esigenze del momento.
In conclusione dei lavori, l’assessore Luciano Caveri ha ricordato come “la Valle d’Aosta sarà, nel 2050, una comunità demografica di piccole dimensioni ed è auspicabile che abbia una sua coscienza civica, una forte autenticità e che sia capace di difendere il proprio senso di identità inclusiva e i propri valori, tra i quali quelli che hanno portato all’affermazione della sua autonomia”.