Come rinascerà l’ex priorato di Saint-Bénin ad Aosta Ecco il progetto che ha vinto il concorso della Regione

Come rinascerà l’ex priorato di Saint-Bénin ad Aosta Ecco il progetto che ha vinto il concorso della Regione
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E’ del raggruppamento temporaneo degli studi Caveja Architetti di Forlì - Alessandro Pretolani e Filippo Pambianco - e Mare Architetti - Francesco Mariani e Giada Elleri - di Santarcangelo di Romagna, Sinergo, AM.S.A. e De La Ville Società Cooperativa di Aosta la proposta vincente per il recupero dell’ex priorato di Saint-Bénin, selezionata tramite un concorso di progettazione bandito dalla Regione.

Il complesso monumentale di Saint-Bénin ad Aosta, le cui origini risalgono all'XI secolo, si appresta quindi ad ospitare i giovani studenti e ad essere valorizzato attraverso «Un rapporto di scambio e di relazione con la città».

Ed è proprio su questo tentativo di osmosi che punta il progetto che si è aggiudicato il concorso. L'obiettivo è far rivivere l'ex priorato come ampliamento del vicino Convitto regionale Federico Chabod. Con il restauro del Saint-Bénin saranno ampliati sia la capacità ricettiva che i servizi ludici, educativi e ricreativi dell'attuale convitto.

L'ingresso storico monumentale, realizzato nel Settecento per rivelare il prestigio dell'istituzione nel frattempo diventata Collegio reale, viene riaperto con l'obiettivo di generare una connessione diretta sia visiva che fisica tra la città e gli spazi della corte interna del Saint-Bénin.

«Il progetto - spiegano i professionisti - è legato a doppio filo a questo concetto e di conseguenza la scelta di come distribuire gli spazi al piano terra della manica nord-sud diviene un tema non tanto funzionale, quanto architettonico. Come sappiamo dalle fonti storiche il complesso nasce, dal punto di vista tipologico, come un edificio a stecca, che nel corso del tempo è stato integrato da elementi che non ne hanno modificato radicalmente la tipologia originaria. Per non precludere la lettura del prospetto originale si è quindi ritenuto di non procedere con delle aggiunte esterne. Abbiamo optato, invece, per la realizzazione al piano terra di una distribuzione interna che riprende il concetto distributivo del primo piano senza intaccare le volte e la qualità spaziale degli ambienti».

«Seguendo lo stesso ragionamento - continuano gli architetti - si è scelto di liberare la facciata della ex chiesa e di valorizzare l'antico sagrato tramite uno spazio d'ingresso con esposizione all'aperto fruibile da tutta la cittadinanza, in diretto contatto con via Festaz tramite il portale monumentale».

Nel dettaglio, l’intervento di recupero prevede la realizzazione di aule didattiche per i bambini della scuola primaria e un salone per attività collettive al piano terreno e al primo, mentre nel sottotetto sono previsti spazi polivalenti per lo studio in piccoli gruppi o lo studio strumentale per i ragazzi della scuola secondaria. L’area verde esterna verrà riqualificata e attrezzata per le attività ludico ricreative dei ragazzi. L’intervento contempla pure la riorganizzazione dell’ingresso allo spazio espositivo Saint-Bénin e la restituzione del sagrato alla ex Chiesa. E’ stato proposto di ripristinare, anche per i visitatori del centro espositivo, l’ingresso storico da via Festaz che si aprirà sul sagrato, pensato come spazio espositivo aperto e liberamente fruibile, che consentirà di apprezzare l’intera facciata della ex Chiesa con le sue decorazioni policrome.

Per tutti gli elementi volumetrici inseriti e per il portale settecentesco riaperto è stato scelto un rivestimento metallico di tonalità champagne con una tessitura studiata ad hoc. Il disegno delle lamiere è ispirato dall'iconografia tradizionale dell'intaglio del legno.

Il costo stimato per l’intervento è di sei milioni di euro. «Fa piacere che giunga a buon punto il progetto del Saint-Benin - evidenzia l’assessore regionale all’Istruzione Luciano Caveri - nel solco di una lunga storia da non dimenticare mai. Bisogna dare centralità alla scuola e alle politiche educative ed è importante avere delle eccellenze, anche architettoniche, che ridiano spazi preziosi per i giovani. Tutto ciò rientra in un lavoro attento e di prospettiva in tema di programmazione ed edilizia scolastica».

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