«Come ho vissuto? Mi ha aiutato mia madre Mi vergogno quasi a dirlo ma è così»

«Come ho vissuto? Mi ha aiutato mia madre Mi vergogno quasi a dirlo ma è così»
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Tra i politici coinvolti in questa vicenda figura anche l’ex assessore Ego Perron, per il quale la questione aveva avuto un seguito ancora più amaro: diversamente di quanto era avvenuto con i suoi colleghi, la sua assicurazione si era rifiutata di risarcire la Regione. Ora la sentenza che lo ha «liberato». Riceviamo e pubblichiamo un suo lungo sfogo, nel quale ricostruisce un brutto periodo della sua vita.

Le numerose persone che ho incontrato e sentito in questi giorni, che ringrazio, mi dicono “Beh ora è finita, e puoi tranquillamente rivivere normalmente la tua vita”. È vero, hanno ragione. Ma è il sentimento di chi non ha vissuto, per loro fortuna, il calvario che ho vissuto, e che sto vivendo io. È difficile, se non impossibile, con un colpo di spugna far finta che non sia successo niente. Io vivo inchieste giudiziarie legate alla politica dal 2014. Dal processo per i fondi ai gruppi consiliari, dove ero indagato come ex presidente dell’Union Valdôtaine. Assolto, ma anche li 4 anni di processo. Poi c’è stata la vicenda Bcc Valdostana, dal 2016, nella quale ho pagato ingiustamente un prezzo durissimo. Nel 2017 la vicenda casinò, della quale stiamo parlando. Io, oltre al processo contabile ho avuto, ed ho tuttora in corso, anche il processo penale, dove sono stato assolto in primo grado ma la procura ha fatto appello. Sempre nel 2017 l’inchiesta Finaosta, assolto nei 2 gradi di giudizio, però anche in quel caso 4 anni di processo. Nel 2019, alcuni giorni prima di Natale altra inchiesta, per la quale i pm avevano chiesto l’archiviazione però un giudice ha deciso che bisognava fare altri 6 mesi di indagine. Non ne ho più saputo nulla… ricordo bene che in quei giorni di Natale credevo davvero di non farcela più. Sentivo le forze, fisiche e mentali, che mi abbandonavano. Ho davvero sofferto tanto, anche fisicamente, cercando di non far trasparire mai nulla a chi mi stava vicino. Ho passato notti insonni, momenti durante i quali vedevo solo il buio, mi sentivo disperato, senza via d’uscita, senza la possibilità di poter dare un futuro normale al mio piccolo bimbo, Mathias. Forse è stato proprio per lui che ho trovato la forza di resistere. Ed ai miei occhi tutto ingiustamente, perché non ritenevo, come poi le sentenze hanno detto, di aver fatto nulla di sbagliato.

La cosa più dura da gestire sono state le ripercussioni della vicenda Corte dei Conti. Il blocco di tutti i beni, dei conti correnti, di tutto il patrimonio è stato terribile. Terribile perché ha impedito di vivere la mia vita con normalità, anche nella semplice quotidianità. Dopo la condanna in primo grado per la vicenda Bcc Valdostana ero anche stato sospeso dal mio lavoro in Regione. Terribile.

Come ho vissuto, anche da un punto di vista economico? Mi ha aiutato mia madre, grazie ai suoi risparmi, mi vergogno quasi a dirlo ma è così. Devo molto a mia madre. In questi anni, come nel resto della mia vita, è stata per me fondamentale. Ha la demenza senile e lei non si rende neanche conto dell’aiuto che mi ha dato. Ultimamente è stata molto male. Infatti ho deciso di aiutarla e di starle vicino finché sarà necessario e possibile.

Quella sentenza della Corte dei Conti è stata vergognosa. Abbiamo salvato un’azienda storica per la Regione, all’epoca del finanziamento 800 posti di lavoro più tutto l’indotto che creava. E invece ci è arrivata una condanna per danno erariale di 16 milioni di euro. Incredibile.

Come ho già avuto modo di dire, per me e Augusto Rollandin il calvario non si è fermato. Proprio il giorno successivo all’uscita della sentenza, avevamo l’ennesima causa contro l’assicurazione che si era rifiutata di pagare e nonostante il giudice l’avesse condannata a risarcire aveva fatto ricorso. Intanto la Regione aveva avviato i procedimenti per i pignoramenti dei beni. Meglio un religioso silenzio.

Cosa mi ha fatto più male in questi anni? La cattiveria di alcune persone che, neanche tanto velatamente, hanno gioito di tutto questo. Il paradosso è che tra questi vi sono stati pure - per fortuna rari - dei dipendenti del casinò. Incredibile, ma è la miseria umana di alcune persone. E poi mi chiedo. Ma in un paese normale qualcuno non dovrebbe rispondere di tutti questi errori giudiziari? Io sono stato distrutto politicamente e personalmente. E’ un po’ comodo e semplicistico oggi dire “ma si dai, tutto è bene ciò che finisce bene”. Chi mi risarcisce di tutto ciò che illegittimamente ho dovuto subire? La magistratura è un organo dello Stato. Se ha sbagliato lo Stato dovrebbe risponderne. Sto seriamente pensando di valutare con i miei legali se vi è la possibilità di richiedere i danni per tutto ciò che ho ingiustamente subito.

Accolgo questa sentenza certamente come una liberazione sotto il profilo personale, ma anche come un ripristino della giustizia e della normalità. E’ una sentenza molto importante per tutti quelli che si impegnano in politica e hanno voglia di dedicarsi all’amministrazione del bene pubblico.

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