Colpo di scena, Renzo Testolin non «passa» Alla fine della maratona per lui solo 17 voti
L’unionista Renzo Testolin non è il nuovo presidente della Regione. Colpo di scena in Consiglio Valle alla fine della maratona iniziata alle 10 e conclusa alle 21.10, ieri venerdì 24 febbraio. Invece dei 19 della nuova alleanza autonomista progressista - Uv (7), Alliance Valdôtaine-Vallée d'Aoste Unie (4), Federalisti Progressisti-Partito Democratico (5), Pour l’Autonomie (2) e Stella Alpina (1) - per Testolin di voti ne sono arrivati solamente 17. E così è saltata l’elezione del nuovo Presidente e della sua Giunta, finiti sotto i colpi dei franchi tiratori. Voto segreto in cabina, preceduto da un breve ma acceso dibattito sulle modalità, in modo che non fosse riconoscibile. Poi la processione dei consiglieri all’urna, e lo spoglio. Al termine del quale si capisce che qualcosa è andato storto. Chiara Minelli allarga le braccia, dalle parti della Lega e di Forza Italia i sorrisi si sprecano. Volti scuri tra i banchi di Uv e Alliance Valdôtaine. Alberto Bertin legge il responso dell’urna: 17 voti per Renzo Testolin (naturalmente e notoriamente ne servivano 18), 1 scheda nulla, 13 bianche, 1 voto a favore dell’unionista Roberto Rosaire, 1 ad Augusto Rollandin, 2 a Paolo Cretier (PD). Alla fine sarebbe tornato utile, eccome, il voto di Claudio Restano. Uscito dalla maggioranza, sarebbe stato - ancora una volta - il diciottesimo. Seduta nulla, il Consiglio dovrà essere riconvocato ma il conto alla rovescia si sta «accorciando»: un nuovo governo dovrà essere trovato entro il 25 marzo, altrimenti elezioni. Certo, ora sarà necessario un chiarimento nella ormai «sedicente» maggioranza.
Il dibattitoDurante la giornata durante la quale sono intervenuti praticamente tutti, non sono mancate accuse e polemiche. Nel suo discorso da candidato presidente Renzo Testolin aveva garantito di voler mantenere «come traccia da seguire il programma presentato ad inizio legislatura» per «garantire continuità di azione». Dall'altra far fronte alle «nuove problematiche» sorte con «lo scorrere del tempo e accogliere le nuove sfide». Tutto per «dare alla comunità valdostana delle risposte adeguate alle esigenze contingenti».
«Io avrei gradito una soluzione diversa: una adesione trasversale ad un progetto in modo da non avere degli steccati ideologici. Qui dobbiamo mettere la Valle d'Aosta davanti a tutti e questo blocco di destra e di sinistra probabilmente non è più attuale» ha detto Aurelio Marguerettaz, capogruppo dell'Union Valdôtaine. «Andate a vedere quanti provvedimenti sono stati approvati con 33 voti, significa che su una serie di argomenti c'è un comune sentire».
Il tema della réunion delle forze autonomiste è arrivato con le dichiarazioni di Albert Chatrian, coordinatore di Alliance Valdôtaine-Vallée d'Aoste Unie: «La décision de ne pas changer de camp politique et d’ouvrir à une autre force autonomiste est le fruit du débat politique qui s’est développé à l’intérieur des mouvements et a mis en évidence, sans rien enlever aux alliés de majorité, la centralité des autonomistes et la volonté de ne pas s’aplatir sur des logiques centralistes.
Sur ces prémisses, et sur la base d’un document qui a été approuvé hier soir par le Comité Fédéral de l’Union Valdôtaine et par l’exécutif de Alliance-VdA Unie, dès les semaines prochaines s’ouvrira pour les mouvements autonomistes une partie importante, censée réunir les différentes composantes, les groupes, les personnes qui se reconnaissent dans les valeurs de l’autonomie et du fédéralisme».
«Non stiamo andando a fare la stampella di nessuno e non stiamo andando in soccorso di nessuno. Il percorso che ci ha visti partecipi in questo mese di trattative ha visto il presidente incaricato accogliere e ascoltare le nostre prerogative, esigenze e punti cardine sui cui bisogna agire con un passo diverso rispetto al passato»: Marco Carrel, capogruppo di Pour l'Autonomie ha voluto fare chiarezza sull'ingresso del partito in maggioranza.
Le opposizioni
«Diciannove è il numero giusto? È garanzia di stabilità? Che differenza fa rispetto a diciotto?». Se lo chiede Stefano Aggravi, vicecapogruppo della Lega, il primo ad intervenire nel dibattito pomeridiano che ha preceduto l'elezione del nuovo Presidente della Regione. Aggravi è critico sul programma illustrato in mattinata dal candidato presidente Renzo Testolin: «È un addendum di un vecchio programma ereditato dal precedente governo, in sintesi è quello di Pcp», dice. Anche l'organigramma degli assessorati proposti «mi lascia molto perplesso»: «Che senso ha aver messo la “cassa” in capo al “vertice” travalicando un confine molto importante nella gestione della cosa pubblica?», dice riferendosi alla delega alle Finanze rimasta in capo al Presidente della Regione, così come quella delle Partecipate.
«Forse se il centrodestra avesse preso l'iniziativa in modo unito saremmo qui a scrivere un'altra pagina della storia della Valle d'Aosta». Lo dice Pierluigi Marquis, capogruppo di Forza Italia, intervenuto in Consiglio Valle. «Cominciamo da capo con una proposta politica di continuità, al netto dell'ingresso di Pour l'Autonomie. - spiega - Tutto assume i connotati di una grande surrealtà: si è affermata la linea politica del presidente Lavevaz che voleva mantenere l'alleanza con il centrosinistra affidandola però a soggetti che, invece, erano a favore di un'alleanza con il centrodestra. Quale è la ratio di questa proposta?».
«Chi un tempo era visto come il male assoluto - Pour l’Autonomie di Rollandin - oggi è visto come il salvatore della patria. Chi era fautore di alleanze con il centrodestra ora è costretto a portare avanti la linea Lavevaz. Come si può pensare di riorganizzare l’amministrazione, smembrando e ricomponendo le deleghe. Infine come fa un progressiste a votare una Giunta che non propone una donna?». Parole di Erika Guichardaz capogruppo di Pcp.
Claudio Restano (Gruppo misto, in quota Evolvendo): «Le dimissioni di Lavevaz e la presentazione della Giunta Testolin non hanno sortito il chiarimento politico atteso. Queste dimissioni sono state accompagnata dalla ricomparsa di un tema sempre evocato: la réunion. Sufficiente, per gli autonomisti, per portarsi a casa la massima concentrazione di potere a fronte della marginalità degli alleati. E Rollandin è uno dei vincitori di questa operazione politica».
Il programma (bocciato)
Si parte dalla riorganizzazione dell’Amministrazione regionale, mentre agli enti locali vengono promessi finanziamenti certi e di lungo periodo. La presa in carico della problematica relativa alla chiusura temporanea del Tunnel del Monte Bianco, la proroga della concessione del Tunnel del Gran San Bernardo e la proroga delle concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche Cva.
Grandi opere: proseguire, con tempistiche certe, nell’iter di realizzazione del nuovo ospedale, l’adeguamento funzionale delle strutture sanitarie esistenti, il completamento degli interventi per la piena operatività dell’aeroporto regionale. La prosecuzione dell’iter finalizzato alla verifica di fattibilità per la realizzazione del collegamento intervallivo «Cime Bianche». L’approvazione del Piano socio-sanitario 2023-2025 e la prosecuzione nell’impegno di riduzione dei tempi delle liste di attesa. La prosecuzione della revisione delle norme a tutela delle persone con disabilità e dei loro caregiver.
Ancora: la risoluzione delle problematiche contrattuali per i vigili del fuoco ed il corpo forestale valdostano; la definizione di azioni di contrasto alla crisi idrica con un piano per la realizzazione di bacini di accumulo; l’approvazione del Piano di tutela delle acque e del Piano energetico ambientale regionale; la realizzazione di un Centro unico di ricerca attraverso la promozione di una «Zona franca per la ricerca».
Infine una nuova legge elettorale regionale.