Collari a ultrasuoni per allontanare i lupi Avviata la sperimentazione in sei allevamenti
Hanno fatto il giro del web le immagini di un branco di lupi che si avvicina ad alcuni manzi, di proprietà di Enzo e Gilberto Marcoz, al pascolo sabato scorso, 27 novembre, a Ayettes di Grand Brissogne. «Sono alcuni anni che riceviamo segnalazioni di un branco nella zona. - spiega Paolo Oreiller, direttore della Struttura regionale Flora, Fauna, Caccia e Pesca - Vederne tanti, tutti insieme è dovuto al fatto che in questo periodo i lupi si riuniscono. Nel branco ci sono i piccoli dell’anno che sono grandi come gli adulti, ma sono ancora molto giovani e non hanno il comportamento dei lupi più grandi di età. E questi lupi, forse, si sono confrontati per la loro prima volta in una situazione di questo tipo, quasi fosse un addestramento alla caccia. Questo non significa per noi sottovalutare la situazione. Nell’arco di una settimana abbiamo avuto due predazioni - a Fénis e a Chambave - e l’episodio di Brissogne. La cosa ci preoccupa, ma occorre capire se questo continuo scendere a fondovalle dei lupi non sia anche dovuto al fatto che in moltissimi casi i bovini non sono ancora stati ricoverati in stalla, ma li vediamo pascolare. Le cose dovrebbero cambiare quando gli animali saranno al chiuso: quasi certamente i lupi si sposteranno più in alto».
Alessio Nicoletta ed Elio Gasco, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Valle d’Aosta, parlano della diffusione sempre più massiccia del lupo che «rischia di minare l’economia rurale della nostra regione, perché di base rende molto complicato e scoraggia il lavoro degli allevatori valdostani e il loro prezioso ruolo ambientale, sociale ed economico a salvaguardia dei territori in cui vivono».
Sono 54 i lupi presenti in Valle d’Aosta censiti con certezza tra i mesi di ottobre 2020 e ottobre 2021. È scritto nel Rapporto Lupo redatto dai tecnici regionali.
«Non si può continuare a negare l’evidenza, - sostiene Edi Henriet, direttore dell’Association Régionale Eléveurs Valdôtains - non si può continuare a fare credere che il numero dei lupi che circolano e banchettano in Valle d’Aosta sia così basso. Bisognerà davvero cominciare a prendere provvedimenti perché a farne le spese sono sempre gli allevatori. Le parole non bastano più!».
Di lupi si è parlato anche mercoledì scorso, 1° dicembre, durante il Consiglio regionale. La Lega Vallée d’Aoste, con un’interpellanza a firma di Christian Ganis, ha chiesto all’assessore all’Agricoltura e Risorse naturali Davide Sapinet «se a oggi, grazie alla legge regionale approvata lo scorso mese di maggio la problematica del lupo sia rientrata, se ci siano stati interventi specifici e con quali esiti, sia da parte delle autorità preposte per il contenimento di questa specie, sia da parte del Governo regionale».
«Nessuno ha mai pensato che bastasse una legge per risolvere la questione: è un primo passo per andare verso l'obiettivo. - ha risposto l’assessore Davide Sapinet - Negli ultimi anni l’Amministrazione regionale ha promosso molte azioni per limitare le problematiche legate alla presenza del lupo, cercando di accompagnare l’allevatore nel percorso di convivenza con il predatore. A fine estate è partita un’importante iniziativa in collaborazione con l’Arev e l’Institut agricole régional che prevede l’utilizzo, per ora in via sperimentale, di collari dotati di numerosi sensori e, soprattutto, di un sistema di dissuasione a ultrasuoni, da posizionare sugli animali domestici, che in caso di attacco andrebbero ad allontanare i predatori. Prima della stagione invernale sono state installate, in sei diversi allevamenti, le centraline di controllo e di comunicazione. Non appena sarà possibile, si provvederà a, sistemare i collari sugli animali verificandone costantemente il funzionamento e soprattutto l’efficacia».