Cogne, un ritratto per tutti gli abitanti del paese L’iniziativa è partita, adesioni entro il 30 aprile

Cogne, un ritratto per tutti gli abitanti del paese L’iniziativa è partita, adesioni entro il 30 aprile
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L’arte a Cogne diventa vita vissuta anche grazie alle risorse dedicate alla cultura e alla promozione degli artisti locali investite dall’amministrazione comunale.

«Ogni anno proporremo qualche azione in campo artistico, affinché l’arte diventi parte integrante del territorio», spiega il sindaco Franco Allera. «Dopo le 2 statue realizzate da Dorino Ouvrier, nel 2022 stiamo avviando 2 progetti con Barbara Tutino. Uno prevede la collocazione di alcune sue opere nel paese, l’altro è Arthéâtre Portraits: un ritratto per tutti gli abitanti del paese. Le opere staranno in mostra per un periodo, diventando parte integrante dell’abitato, poi ognuno potrà acquistare il proprio ritratto tramite un’offerta, metà della quale sarà devoluta in beneficenza o per la valorizzazione del territorio. Oltre a trattarsi di un privilegio per i cogneins, l’evento ha una valenza di originalità, in sintonia con l’orientamento alla conservazione della natura, della cultura e della storia locali. Il terzo artista coinvolto è lo scultore Donato Savin, che realizzerà opere per Cogne».

Il progetto, promosso insieme all’Associazione Musei di Cogne, che dagli anni Novanta si occupa senza fini di lucro della memoria, antica e contemporanea, del paese, prevede che l’artista Barbara Tutino, che fa parte del direttivo dell’associazione, ritragga, tra il 2022 e il 2023, coloro tra i 1.272 residenti maggiorenni aderiranno all’iniziativa.

Oltre che in mostra, i ritratti saranno anche raccolti in un volume cartaceo e digitale da distribuire alle famiglie di Cogne. Per aderire, occorre inviare, entro sabato 30 aprile, alla mail ritratti2022@gmail, insieme al modulo di adesione, un massimo di 3 fotografie recenti, che potranno, in alternativa, essere consegnate a Paolo Rey, Fotographerey in viale Cavagnet 33 a Cogne.

«Portraits è il terzo capitolo del progetto Arthéâtre, nato nel 2005 con l’idea di allestire nella casa museo Maison Gérard Dayné una mostra contemporanea, che coinvolgesse l’intera popolazione, dedicata agli oggetti di uso comune prima dell’avvento della plastica», racconta Barbara Tutino.

«L’interno della casa sembra la stiva di una nave, quindi avevo pensato di creare l’arca di Noè degli oggetti. Hanno aderito in 500 persone, che hanno portato uno o più oggetti conservati in fienili o cantine, appendendoli ai travi e tornando tutti un po’ bambini accomunati da questo entusiasmo collettivo. La giornata è stata filmata in un corto e in un lungometraggio della regista Valeria Allievi. L’installazione, realizzata dall’intera collettività, è rimasta allestita per tutta l’estate, un modo per sdrammatizzare l’arte contemporanea e renderla viva». Otto anni più tardi Barbara Tutino ha lavorato a una seconda iniziativa, questa volta dedicata alla miniera. «Valeria Allievi mi aveva chiesto un fil rouge per realizzare non un semplice documentario, ma un docufilm di 70 minuti, dal titolo “Questa miniera”, ora visibile su YouTube. Abbiamo chiesto agli ex dipendenti della miniera chiusa nel 1979, foto o documenti - libretti o tesserini di lavoro, lettere - che testimoniassero l’esperienza e ne abbiamo selezionati 500, a partire da oltre 1.000. Li abbiamo poi fatti riprodurre su bandierine tibetane che, appese a una fune di 1.000 metri da 15 donne più 2 ex minatori suonatori di fisarmonica, hanno sventolato per 3 inverni, con lo stesso spirito delle preghiere tibetane».

Il ritratto di tutti gli abitanti di Cogne, realizzato in pastello su cartoncino montato su supporto rigido, è la terza tappa del progetto. «Un ritratto è più vero di una fotografia» conclude Barbara Tutino, «ma si può realizzare solo se si sono conosciute le persone. E’ difficile ritrarre persone mai viste dal vivo, una foto non basta. Per questo inizialmente avevo pensato al Comune di Ollomont che ha solo 100 abitanti, dei quali però ne conosco solo una ventina. Invece a Cogne conosco la vera espressione di tutti. Se rispondessero all’invito in 500 sarebbe già un bel risultato. Il giorno dell’inaugurazione, a Maison Dayné, ci saranno le persone coinvolte, in dialogo con i rispettivi ritratti. E’ questa l’azione teatrale collettiva».

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