Cogne, nella Maison Gérard Dayné non solo la Valle d’Aosta «d’antan»

Cogne, nella Maison Gérard Dayné non solo la Valle d’Aosta «d’antan»
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L’estate entra nel vivo e Cogne gioca le sue carte migliori per la stagione. Tra queste vi è la Maison Gérard Dayné, uno dei maggiori esempi dell’architettura tradizionale valdostana.

In località Sonveulla, a monte del vecchio abitato, è un aggregato di otto corpi di fabbrica sviluppati secondo uno schema a «L». L’aspetto attuale risale alla prima metà dell’Ottocento, quando si concluse un processo di «crescita» iniziato presumibilmente prima del XVIII secolo.

Durante quest’estate la Maison Gérard Dayné ospita due mostre fotografiche - «Cogne e Torino. Artisti e artigiani nell’obiettivo» e «Sci Club Gran Paradiso. 100 anni» oltre all’esposizione «Marco Lavarello e Cogne. Frammenti di un discorso amoroso».

La prima propone i ritratti di sette artisti di Cogne (Giulia Grappein, Donato Savin, Dorino Ouvrier, Umberto Fazzi, Barbara Tutino, Anna Paola Biancardi e Les dentellières de Cogne) e sette di Torino (Ombrellificio Torinese di Carlo Suino, Studio di Michele Guaschino, Art Deco di Manassero e Pontarollo, Amat snc di Battezzati G.&C., Ferrarotti chitarre di Roberto Ferrarotti, Bruno Mauro vetreria artistica e Legatoria Chiadò snc di Cavallo S.&C) nell’esercizio dei loro antichi e nuovi mestieri. La seconda è dedicata alla storia dell’importante sodalizio sportivo locale, mentre quella che racconta il rapporto tra Marco Lavarello e Cogne propone fotografie, dipinti e disegni dell’architettura rurale della Valle di Cogne. Marco Lavarello, nato a Genova nel 1921 e scomparso nel settembre del 2018, è stato un progettista nei campi dell’architettura, architettura del paesaggio, design, arredamento, allestimento museale, navale, nautico e aeronautico. L’esposizione comprende una selezione di disegni e dipinti che ritraggono maestosi paesaggi alpini e lo spazio domestico e una serie di fotografie tratte da una campagna di documentazione commissionata da Marco Lavarello a Silvio Stefenelli al fine di illustrare la bellezza e la varietà dell’architettura tradizionale in val di Cogne.

Maison Gérard Dayné ospita incontri culturali ed eventi durante i mesi estivi e può accogliere anche matrimoni o eventi.

«I visitatori sono perlopiù italiani, più qualche francese. Certo nelle belle giornate i turisti preferiscono andare in montagna, quindi arriviamo al massimo a una decina di ospiti al giorno. Martedì scorso, giornata caratterizzata da pioggia e freddo, i visitatori invece sono stati una trentina» afferma Elisabetta Filippini, che gestisce la struttura. La Maison Gérard Dayné è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 18, già dallo scorso mese di giugno e fino a metà settembre.

Il percorso della visita alla Maison Gérard Dayné si snoda attraverso gli ambienti funzionali della stalla-abitazione: l'ingresso è costituito da «la cor», una corte coperta che funge da transizione tra l'interno e l'esterno. Si accede quindi a «lo beu» (la «stalla» in patois), luogo di vita quotidiana in cui la separazione tra lo spazio per gli animali e quello per gli uomini non è netta, per sfruttare il riscaldamento animale nei mesi freddi. Queste erano le condizioni materiali di vita in montagna e le soluzioni funzionali escogitate dagli abitanti per la loro sopravvivenza.

La visita prosegue nella «mézòn de fouà» («casa del fuoco»), ossia la zona di lavorazione del latte e trasformazione degli alimenti destinati alla famiglia.

Le cantine interrate sono dedicate alla conservazione nei mesi invernali dei prodotti alimentari come il formaggio, il vino e le verdure. Conclude la visita il fienile, in cui le travi in legno a vista fanno da cornice per le esposizioni temporanee. Un'ultima sala è occupata dalla mostra permanente sul costume tradizionale di Cogne.

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