Cogne, le centraline idroelettrice danneggiate dalla furia dell’acqua

Cogne, le centraline idroelettrice danneggiate dalla furia dell’acqua
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Hanno subito danni importanti le 2 centraline idroelettriche appartenute alla Cooperativa “Cogneintze”, costruite negli anni Trenta e recuperate dall’imprenditore e albergatore di Cogne Carlo Jeantet, detto Gipsy. La furia dell’acqua durante l’evento alluvionale di sabato 29 e domenica 30 giugno ha lasciato segni pesanti. «Alla centrale di Moline, quella più piccola che sfrutta le acque del torrente Grauson, - racconta Carlo Jeantet - è stata divelta addirittura la condotta forzata. La stima dei danni è in corso. È andata ancora peggio alla centrale Urtier, la più grande, nella zona dell’attuale area camper. L’acqua ha sfondato la porta della vasca di carico danneggiando gli apparecchi al suo interno, dagli attuatori elettrici che consentono in maniera automatica di alzare o chiudere le paratoie agli strumenti di misurazione fino a quelli elettronici per i comandi a distanza. L’acqua ha superato di 2 metri l’arginatura e ha eroso pure la strada comunale rue Mines de Cogne che dal centro passando davanti al ristorante Lou Ressignon prosegue verso Lillaz e Gimillan». Anche in questo caso la stima dei danni è in corso nella speranza di vedere riconosciuta la copertura dell’assicurazione. Oltre a quelli materiali, peraltro, vi sono quelli derivanti dalla mancata produzione di energia elettrica, «Tenendo conto - aggiunge Carlo Jeantet - che proprio in questo periodo avremmo raggiunto il livello massimo di produttività». Peraltro Carlo Jeantet vive le conseguenze dell’alluvione non solo come imprenditore nell’idroelettrico, ma anche in veste di albergatore dato che è titolare del Residence Maison Mont Blanc. «La nostra struttura - racconta Carlo Jeantet - è una delle poche rimaste aperte. A marzo le prenotazioni per luglio erano già praticamente al completo ma con quel che è successo i clienti che avevano prenotato non hanno potuto ovviamente arrivare e perciò stiamo restituendo le caparre. Speriamo che al più presto si riesca a realizzare una strada percorribile, magari anche con convogli accompagnati».

Carlo Jeantet e, a sinistra, il fabbricato della vasca di carico della centrale Urtier

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