Cogne, la «stambeccaia» mai rinata Il nuovo obiettivo ora è il 2024

Cogne, la «stambeccaia» mai rinata Il nuovo obiettivo ora è il 2024
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Periodicamente, per la "stambeccaia" di Sylvenoire a Cogne sembra arrivato il momento di tornare a vivere.

Fu costruita nel 1935 dall’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali (allora gestore del Parco del Gran Paradiso), con annesso recinto per l’allevamento degli stambecchi. A metà degli anni Cinquanta fu convertita ad alloggi per il corpo di sorveglianza e a scuderie per i muli ed i cavalli: in quegli anni il Parco utilizzava esclusivamente animali da soma per i trasporti verso i presidi d’alta quota. Il 28 ottobre 1978 un incendio doloso interessò l’edificio, fortunatamente allora disabitato. Andarono distrutte tutte le parti in legno, i solai e gran parte delle murature, oltre agli arredi e alle attrezzature. Il fabbricato, ridotto ad uno scheletro ed inservibile, rimase senza prospettive fino alla metà degli anni Ottanta, quando l’Ente Parco valutò un ampio progetto di destinazione del complesso a Centro studi per la fauna selvatica.

Nel 2009 la struttura venne inaugurata ed affidata in gestione alla Cooperativa Habitat di Saint-Pierre, impegnata nella divulgazione scientifica e nell'educazione ambientale. Le intenzioni di allora, da parte dell'Ente Parco, erano di ripristinare la struttura riportandola alle sue funzioni originarie: utilizzare la "stambeccaia" per le finalità scientifiche che avevano spinto alla ristrutturazione, affidandola a un guardaparco: "che lì ci abiti, così da poter essere presidiata e non dare l'impressione di essere disabitata" si disse allora. Ugualmente, si pensava di utilizzarla anche come foresteria per "ospitare ricercatori provenienti dall'Italia, dall'Europa e del mondo".

Tutto questo non si è ancora concretizzato. Però i programmi di allora, con l'aggiunta di qualche sostanziale novità, sono confermati da Italo Cerise attuale commissario straordinario del Parco del Gran Paradiso: "Il progetto di recupero della "stambeccaia" resta attuale ed è tra le nostre priorità. Ci siamo trovati a dovere affrontare delle problematiche di carattere generale. A partire dall'allacciamento all'acquedotto che vorremmo collegare con la vicina struttura di Sylvenoire dove è l'area sportiva e il bar, più o meno a cinquecento metri dalla “stambeccaia”. Riteniamo sempre necessaria la presenza fissa di un guardaparco in modo da avere un presidio operativo. Nella stagione invernale tuttavia esistono dei problemi di accessibilità, soprattutto in sisituazioni di emergenza. La strada è sconnessa, difficile da percorrere. Stiamo valutando la possibilità di realizzare un’alternativa consona alle future esigenze della "stambeccaia", con la possibilità di poterci arrivare anche con un piccolo mezzo e non solo a piedi oppure con le racchette da neve come avviene oggi. Ovviamente - conclude Italo Cerise - anche la parte burocratica ha messo e mette “il suo”. Però ribadisco che il programma di recupero non solo è confermato, siamo al lavoro per apportare delle migliorie e rendere ancora più funzionale la struttura. Se tutto andrà nella direzione auspicata e desiderata, potrebbe tornare operativa nel 2024."

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