Cogne, il paese è ancora pieno di turisti Però da settembre manca la guardia medica
La locandina affissa sulla porta dello studio della guardia medica di Cogne – nell’edificio che ospita anche la microcomunità – lascia in effetti un po’ perplessi. Probabilmente l’avviso è lì da un paio di mesi, la data è del 10 settembre. E viene comunicato - non si capisce bene da parte di chi, visto che l’avviso non è firmato e non compare nessuna intestazione ufficiale - che il servizio di guardia medica a partire appunto dal 10 settembre diventerà «saltuario in quanto non è possibile, per carenza di personale medico, garantire la presenza costante di un sanitario». E che, si legge ancora, «i pazienti, se il medico non risponde al campanello, devono, in caso di urgenza contattare prontamente il numero telefonico 112 e per necessità non urgenti e non rimandabili contattare il 112 per conoscere la sede più vicina operativa del servizio».
A quanto pare dal 10 settembre in avanti, non è emersa - fortunatamente - nessuna particolare emergenza o criticità. Però nei giorni scorsi un turista in vacanza a Cogne si è recato allo studio della guardia medica per un problema, fortunatamente di lieve entità, e ha fatto la scoperta: il medico non c’è più, lo studio è chiuso.
«Siamo a dire poco sconcertati per la situazione che si è creata in una località turistica come la nostra. - interviene Filippo Gérard, albergatore a Cogne e presidente Adava - Gli scorsi 2 fine settimana avevamo gli alberghi pieni di gente, segno che la tanta decantata “destagionalizzazione” inizia finalmente a funzionare e, complice anche il bel tempo, a ottobre di gente in paese ne è arrivata veramente tanta, oltre le nostre più rosee aspettative. Ora ci troviamo ad affrontare un ponte di 4 giorni per la ricorrenza dei Santi, senza poter garantire un servizio medico per le eventuali necessità dei turisti. Sappiamo benissimo che in questo particolare momento storico la gente deve sapere di poter contare su un’assistenza sanitaria nel luogo di villeggiatura».
Pronta la replica del sindaco Franco Allera. «Il cosiddetto “medico del turista”, un servizio attuato in tutta la Valle d’Aosta già da diversi anni, termina il suo incarico al termine delle vacanze estive. In estate a Cogne era presente tutti i giorni. Però consideriamo che in quel periodo si arriva anche a punte di 10mila presenze, numeri non certo paragonabili a quelli di ottobre o novembre. E’ un servizio gestito direttamente dalla Regione, come pure quello della guardia medica. - precisa Franco Allera - Conosciamo tutti la situazione della sanità a livello regionale, la carenza di personale è ormai cronica. Proprio lunedì scorso la Giunta regionale ha approvato una delibera che prevede un’incentivazione remunerativa per i medici che, in servizio in una determinata sede, offrano disponibilità a coprire turni su sedi diverse. Sono stati anche autorizzati i medici di famiglia a poter effettuare turni di guardia medica. Ovviamente tutto sta poi nelle decisioni dei medici».
Filippo Gerard punta anche il dito sulla presunta «scarsa attenzione da parte del Comune a questo tema». «Sappiamo che il problema esiste e non riguarda solo Cogne, ma tutta la regione, però bisogna in qualche modo affrontarlo. - dice il presidente Adava - Credo che in questo particolare frangente si sia dimostrata poca sensibilità».
Filippo Gérard ricorda ancora quando, qualche anno fa, era stata stipulata una particolare convenzione da parte del Comune con alcuni medici per fornire il servizio di guardia medica in paese, erogando particolari benefit per soggiornare nella località del Grand Paradis.
«Era stata una formula che aveva funzionato bene in estate, e per un periodo limitato, ma non è certo pensabile attuarla ora. - ribatte Franco Allera - Il Comune non può assumere di sua iniziativa il medico dei turisti. Credo che la nostra località sia sempre stata ben organizzata dal punto di vista sanitario: abbiamo la sede dei volontari del soccorso 118, alcune infermiere che operano in determinati orari nei locali della microcomunità, l’elisoccorso per le emergenze. E distiamo comunque 25 chilometri da Aosta. Non siamo isolati dal mondo».