Cogne ha salutato Anna Buttier Una vita dedicata ai buoni sapori
Piatti semplici e sapori antichi accanto a rivisitazioni moderne, nell’albergo di famiglia a Cogne: ecco cosa ha proposto per oltre 40 anni Anna Buttier. scomparsa improvvisamente sabato 20, proprio mentre si trovava ai fornelli del suo albergo.
Nata nel villaggio di Crétaz, il 10 giugno 1954, primogenita di Giuliano (autotrasportatore) e Lucina Cavagnet e dopo di lei arrivano le sorelle Giuliana, nel 1955, e Rosanna, nel 1959 e i fratelli Silvano nel 1965 e Ivo nel 1972. Quando Anna ha cinque anni i genitori cominciano la costruzione della nuova casa alle porte del capoluogo e vi si trasferiscono nel 1963. D’estate Anna è spesso dalla nonna materna Rosina Gérard nella baita di Valnontey. Stando con lei, la guardava cucinare i piatti tradizionali, come la carne sotto sale, usata preparare la Sosa un piatto unico con la carne salata, lessata e tagliata a pezzettini, e poi servita con patate, porri, riso, fontina e burro fuso. E così la preparava ancora lei. Un altro piatto tipico appreso dalla nonna era il Fricandò, lo spezzatino di carne con l’osso, insaporita con cannella e chiodi di garofano e servita con polenta o patate.
Mentre è alle elementari, a nove anni, Anna un’estate accompagna per un mese il nonno materno Clemente Cavagnet nell’alpeggio di Valnontey, dove a turno i proprietari badano alle mucche. Quel periodo con il nonno le era piaciuto tantissimo. L’alpeggio è sul sentiero che conduce al Rifugio Vittorio Sella al Lauson e lì aveva imparato a conoscere le montagne circostanti.
Finite le scuole dell’obbligo, a quattordici anni è mandata per due mesi a lavorare nel Bar Licone, nel centro del capoluogo, a imparare il mestiere. L’anno dopo, nel 1969, la famiglia ottiene la licenza per il bar al pianterreno della casa, dove a poco a poco i lavori vanno avanti. Due anni dopo la famiglia apre la trattoria con le camere.
La mamma era in cucina, Anna e Giuliana al bar, mentre il papà Giuliano continuava ancora con il lavoro di autotrasportatore e badava al campeggio che avevano aperto sul retro della casa. Intanto procedevano i lavori per ultimare gli ultimi due piani e a metà degli anni Settanta la famiglia aprì l’Hotel Vallée de Cogne, allora con una decina di camere e due bagni per piano. Lavorando al bar Anna Buttier conosce Silvano Glarey, che sposa nel 1975. Dopo il matrimonio comincia ad affiancare la mamma in cucina.
Nel 1978 nasce l’unico figlio Paolo; pochi anni dopo, nel 1984 il marito Silvano muore improvvisamente per un infarto cardiaco. Anna reagisce alla perdita impegnandosi ancor più nel lavoro. Nel 1990 l’albergo viene rifatto, tutte le camere sono dotate di servizi, installato l’ascensore, vengono alzate le mansarde creando due suite e ampliata la cucina.
Anna Buttier si avvicina anche alla montagna, si allena a partire dall’autunno, condividendo molte escursioni con l’amica Bruna Grappein. Dopo aver servito il pranzo, più o meno a giorni alterni, sale fino all’alpeggio Les Ors, lungo un sentiero piuttosto ripido, che dal ponte di Cretaz si inerpica nel fitto bosco di conifere. Nel 1997, sostituita ai fornelli dal fratello Silvano per due giorni, partecipa per la prima volta alla processione fino a San Besso.
Questa non è però l’unica escursione affrontata da Anna Buttier, che oltre ai percorsi di allenamento esplora sentieri un po’ ovunque in Valle d’Aosta, dal Rifugio Pascal al Colle d’Entrelor, alla processione Fontainemore-Oropa, cui partecipa più volte. Con la guida alpina Elmo Glarey, genero di Pierino, sale alla Tersiva e al Gran Paradiso.
Oltre alla montagna e a qualche breve vacanza al mare quando il figlio Paolo era bambino, Anna Buttier si è recata in pellegrinaggio a Fatima, Lourdes e Medjugorje.
Con la stessa energia di un tempo Anna Buttier ha continuato il lavoro in cucina, sperimentando talvolta nuove ricette, ma sempre con prodotti locali e di qualità, memore di quel che diceva il saggio papà: «Compra buono se vuoi fare buono». Così accanto ai piatti della tradizione propone minestre e frittate di erbe selvatiche, ortica, spinacio e tarassaco, torte di verdura con fonduta, le orecchiette pugliesi condite «alla valdostana» con fontina e ragù, piatti con trote e merluzzo, e insieme ai dolci tipici, come la crema di Cogne, il réblec e il mécoulin, torte di mele e strudel.
Sapori e profumi che in tanti ricordavano nel pomeriggio di lunedì scorso, 22 gennaio, quando le hanno portato l’ultimo saluto nella chiesa di Sant’Orso a Cogne, sapendo che quel piccolo albergo non sarà più lo stesso senza la cuoca della tradizione.