Claudio Melotto, imprenditore coraggioso al quale la Valle d’Aosta stava stretta
E’ stato un uomo che ha segnato un’epoca ad Aosta. Poi ha trovato l’ambiente troppo stretto e dal mercato immobiliare valdostano è partito verso Praga, dopo la fine del mondo comunista, scoprendo una città meravigliosa nella quale, insieme ad altri amici aostani, ha realizzato numerosi operazioni di alto livello, raggiungendo una posizione economica ragguardevole. Claudio Melotto, nato l’11 agosto 1955 ad Aosta, è mancato nella serata di mercoledì scorso, 16 agosto, a Montecarlo, la città dove viveva da tempo dopo una malattia che lo ha portato alla morte in brevissimo tempo. Proprio nel Principato monegasco si terrà la cerimonia funebre, mentre le sue ceneri verranno trasportate ad Aosta (tra giovedì e venerdì prossimi, 24 e 25 agosto), dove vivono il fratello Paolo e la figlia Matilde, con la mamma Francesca Parra.
I due Melotto, Paolo e Claudio, sono stati delle figure importanti nello sport valdostano, sin da giovani appassionati di velocità e di atletica, quindi bobbisti di alto livello, in azzurro e pure insieme ad esempio nei Campionati Italiani Assoluti del 1976 di bob a quattro, bronzo con i fratelli Bonichon. Claudio fu poi argento nel 1977, mentre Paolo conquistò il titolo nazionale in due occasioni nel 1973 e nel 1977. Per Claudio gli anni Ottanta furono quelli della scelta professionale, con l’Immobiliare Aosta, all’inizio di via De Tillier, una novità nel mercato molto riservato della città dell’epoca. Con i soci Almo Baccini, Giorgio Frassy ed Ettore Vierin fu il protagonista di numerose operazioni e, al contempo, si guadagnò una buona fama come pilota di rally, anche se la sua partecipazione al “Valle d’Aosta” fu sempre piuttosto sfortunata. Nel 1983 il suo esordio con navigatore Guglielmo “Memo” Martignoni su Citroen Visa con il primo posto di classe B2 e il 25esimo assoluto, poi dovette attendere sino al 1990 per concludere nuovamente la competizione, nono su Lancia Delta Integrale insieme a Renzo Perruchon. Nel mezzo tanti ritiri (con lui i navigatori Giorgio Frassy, Liliana Armand, Diego D’Herin, Ezio Scala, Ettore Vierin) al “Valle d’Aosta” - nel 1986 gareggiò con la Lancia Rally 037 dell’amico Remo Celesia - ma un bell’ottavo posto al “Rally dell’Isola d’Elba” del 1989.
L’amore per le auto e la velocità gli rimase sempre dentro anche se dal 1995 decise di trasferirsi a Praga, approfittando di una situazione, dopo il crollo del Muro di Berlino, quanto mai propizia. Rischiò ed ebbe ragione, protagonista con diversi soci, alcuni anche valdostani, di realizzazioni molto importanti, come la valorizzazione di bellissimi edifici storici, come quello dove visse e il famoso compositore ceco Antonín Dvorak.
Dall’inizio degli anni Duemila Claudio Melotto aveva spostato i suoi interessi nel Principato di Monaco, vivendo a Montecarlo e guardando anche alla Liguria. Oltre all’immobiliare negli ultimi anni si era occupato sempre di più del settore “no profit”, facendosi promotore di molte significative ed apprezzate iniziative, come il premio “Award Art Science and Conscience” istituito nel 2008, per la valorizzazione storica e culturale della persona. In questa logica aveva rilevato la sorgente del Faiallo, in modo da rilanciare l’acqua savonese resa famosa da Napoleone, assegnata dalla Regione Liguria alla società Comenii Aquae con sede proprio ad Aosta. Un progetto ambizioso, rallentato dal Covid, che prevede la completa riqualificazione dei fabbricati e degli impianti, creando nel contempo una struttura didattica permanente, attraverso una visione imprenditoriale decisamente inusuale e illuminata. Un’idea che nel 2021 aveva visto l’acqua di Faiallo superare con risultati eccellenti tutti i test scientifici di qualità, con una mineralizzazione tra le più basse in Europa.
Claudio Melotto amava infatti trovare nel passato le opportunità di un futuro di successo, emozionandosi per le esperienze che compiva, dimostrandosi sempre molto generoso e molto positivo.